martedì 10 aprile 2012

Avvenire su madre Agnese ed i cristiani siriani fuggiti dai ribelli di Homs


Da Avvenire

Le voci dal Web

“Le minoranze messe in fuga da Homs Il 90 per cento dei cristiani e’ scappato”

“Piu’ di trecento famiglie sunnite di Bab Amro (quartiere della citta’ di Homs, ndr) sono rifugiate nel villaggio ed aiutate dai membri locali dell’ opposizione. Anche noi facciamo quello che possiamo per aiutarli. Io sono intervenuta personalmente per la liberazione di 70 militanti incarcerati dopo il passaggio dell’ esercito siriano nel nostro villaggio. Ho espresso alta e forte la mia disapprovazione per i metodi impiegati contro certi prigionieri maltrattati per fare loro confessare dei presunti crimini legati al terrorismo delle bande armate…” Madre Agnese Maria della Croce, dal monastero di San Giacomo a Qara – 95 chilometri a nord est di Damasco – scrive sul web la sua circolare agli amici all’ inizio della Settimana santa.
Appunti di una piccola comunita’ in un Paese che pare al bivio tra l’ anarchia e la guerra civile. Nonostante questo il monastero resta aperto “ per ricevere i profughi ed i bisognosi” fra cui, spera madre Agnese, alcuni bambini raccolti fra le macerie di Bab Amro che non hanno ritrovato i genitori.

A Homs i due terzi della popolazione e’ fuggito. Il 90% dei cristiani e’ fuggito e alcune famiglie rientrate hanno trovato la loro casa requisita.
“Perche’ diciamo che la gente e’ stata costretta a partire ? Perche’ progressivamente, ma efficacemente, le fazioni armate dell’ opposizione siriana hanno operato quella che puo’ essere definita una “redistribuzione demografica”. Grazie ai cecchini e ad atti di aggressione criminale hanno terrorizzato la popolazione civile non gradita: le minoranze alauita, cristiana, sciita ed anche molti sunniti moderati che non hanno voluto appoggiare i ribelli. Non e’ un genocidio massiccio, ma una liquidazione lenta”.

Una evoluzione, dopo le proteste popolari della scorsa primavera: “A partire da agosto 2011 e piu’ particolarmente da novembre, quando abbiamo potuto verificare la situazione con i nostri occhi, visitando Homs e Kusayr, noi abbiamo informazioni sicure e verificate di atti di barbarie contro la popolazione civile per obbligarla a desistere dalla normale vita civica e paralizzare le istituzione e lo stato”. E le minoranze “nei quartieri dove agiscono le bande affiliate all’ opposizione siriana sono il bersaglio permanente di ogni vessazione”. (L.Ger.)

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