Bahrein, proteste per un ragazzo ucciso. A rischio la Formula 1
DITTATURE|
Scontri e proteste ieri in Bahrein dopo che un ragazzo di 22 anni è stato colpito a morte durante una protesta antigovernativa a Salmabad, appena fuori da Manama. Ahmed Ismail, secondo quanto ha riferito suo cugino stava scattando foto del corteo quando “uomini della milizia” gli avrebbero sparato da un’auto. Secondo il principale gruppo dell’opposizione sciita, Wefaq, uomini in abiti civili hanno aperto il fuoco su manifestanti che chiedevano “la democrazia e la fine della dittatura”. Non appena il ministero dell’Interno ha confermato la notizia del decesso dichiarando di aver aperto un’inchiesta sull’accaduto una folla di manifestanti si è radunata a Salmabad, nei pressi della casa del giovane ucciso. La polizia ha lanciato i potenti lacrimogeni e le granate stordenti, di cui ormai fa uso abitualmente, per disperdere la folla. Nel momento in cui scriviamo questo post non ci sono notizie di feriti o morti. Ma dall’inizio della rivolta, nel febbraio 2011, nel piccolo regno del Golfo sono già morte più di 45 persone.
L’uccisione di Ahmed Ismail potrebbe costituire un’ulteriore pressione sugli organizzatori per annullare il Gran
premio di Formula 1 del Bahrein, previsto per il 22 aprile. Da quando sono iniziate le proteste contro la monarchia sunnita degli al Khalifa i manifestanti chiedono la cancellazione dell’evento. E già l’anno scorso la gara era stata annullata.
Nonostante le promesse del re Hamad bin Isa al-Khalifa (sunnita), la situazione nel Paese sembra peggiorare. Lo scorso 13 febbraio, in occasione del primo anniversario della rivolta, Amnesty International aveva pubblicato un rapporto per denunciare quanto la situazione dei diritti umani nel Paese fosse ancora lontana dall’essere accettabile. Oggi la morte di Ahmed Ismail è l’ennesima dimostrazione, se mai ce ne fosse stato bisogno, che le riforme promesse dal re erano solo uno specchietto per le allodole.
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