Una notizia flash dell' Ansa di Lunedi' 23 gennaio alle 23.00 racconta di una intervista del nostro ministro degli Esteri Terzi alla CNN, dove il nostro rappresentante spiega come le misure di embargo all' Iran allontanino la possibilita' di una guerra e siano una buona cosa.
Il ministro degli Esteri Terzi rassicura gli USA, in Italia invece, sulla Repubblica, a spiegare come l' embargo al petrolio iraniano sia una buona cosa interviene Rasmussen, in rappresentanza della Nato.
Nelle settimane precedenti i momenti di maggiore tensione tra Iran e USA-Israele hanno portato a incrementi del prezzo del greggio di qualche dollaro e probabilmente la quotazione media alta risente anche di questa incognita.
Nel 2011 il prezzo medio del greggio ha toccato il suo picco, superando il 2008. In quell' anno a luglio si era toccato il prezzo record di 148 $/b mentre quest' anno il prezzo massimo e' stato il Brent a 120$/b, ma e' da inizio 2011 che il Brent e' sopra 100 $/b, ora e' attorno a 110 $/b. Mentre il WTI a oscillato tra 90 $ e 110$ (nelle settimane iniziali della guerra libica).
La guerra libica e le tensioni in Iran, minacciata piu' volte da Israele che ora e' riuscita a portare la U.E. all' imbargo, hanno influito molto sul prezzo medio del petrolio, e come l' impennata record del 2008 ha coinciso con la crisi finanziaria del settembre 2008 a cui e' suguita una recessione dell' economia reale, il prezzo medio record del 2011 ha coinciso con la crisi dell' euro e portera' probabilmente a una recessione dell' economia reale in molti paesi della Unione Europea.
Tra l' altro i paesi europei che importano piu' greggio dall' Iran sono Grecia, Spagna e Italia, i paesi piu' in difficolta' in questo momento, che forse sono stati spinti a non protestare troppo dalla loro dipendenza attuale dagli aiuti dell' Europa.
Oggi sul manifesto si legge:
Iran, imbargo come una guerra.
In Libia Ben Wallid ripresa dai fedeli di Gheddafi
Siria, verso una Libia 2 e ulteriori sanzioni UE
E' evidente il nesso tra guerre e peggioramento della crisi economica europea e soprattutto italiana
e, come dimostrano la Libia, l' Iraq, e l' Afghanistan queste guerre non risolvono niente e non finiscono mai.
Io credo che ognuno debba fare quello che puo' per opporsi a tutto questo.
Per chi puo' usare solo la tastiera metto il link di www.peacelink.it dove si puo' firmare la petizione contro la guerra in Siria e Il Manifesto Nonviolento contro le missioni militari all' estero e l' acquisto degli F-35 (Antilope Kobler) Lokeed.
Finisco ricordando l' arrivo in aula verso il 30 gennaio della legge per il finanziamento alle missioni (900 milioni di euro totali per l' Afghanistan).
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