Fotovoltaico, per Building Energy una megacommessa in Sud Africa.
di Vito de Ceglia
La societa’ nasce da uno spin off ed e’ oggi guidata da un gruppo di manager che ne controlla il 50%. Il valore della gara sudafricana e’ di 210 milioni. Un piano di espansione che parte dall’ Africa e punta agli USA . In tre anni potrebbe arrivare la quotazione in Borsa.
Ora e’ il Sudafrica la nuova frontiera delle energie rinnovabili. Anche per le aziende italiane: e’ il caso della milanese Building Energy che si e’ aggiudicata a dicembre una commessa pubblica per realizzare nella localita’ di Kathu il piu’ grande impianto fotovoltaico del paese. E’ una struttura da 81 MW per un valore di 210 milioni di euro. Ma questa e’ solo la prima trance, anche se la piu’ corposa, di un piano piu’ vasto, varato dal governo per attrarre nel paese investitori internazionali e per fare fronte a una domanda di energia che supera l’ offerta e che e’ oggi e’ soddisfatta per oltre il 90% dal carbone.
“Siamo stati una delle 500 aziende a partecipare alla prima asta del piano per l’ assegnazione degli incentivi. Alla fine sono stati selezionati 16 progetti: uno e’ nostro, ed e’ anche il piu’ importante”, esordisce il ceo Fabrizio Zago, Building Energy e’ una azienda giovane, nata su iniziativa di un gruppo di manager – Alessandro Bragantini, Matteo Brambilla, Andrea Braccialarghe e Sergio Benocci – che, insiemea Zago, hanno fondato la societa’ partendo da una divisione della Vona un gruppo di costruzioni e impiantistica di Frosinone. All’ inizio, ottobre 2010, Building Energy e’ controllata – con pari quote – dal gruppo Vona, dal team dei manager e dal gruppo Siron di faenza, azienda che si occupa della rivendita di prodotti petroliferi ed e’ specializzata nella fornitura di impianti fotovoltaici. Dallo scorso dicembre, pero’, il gruppo Vona esce di scena e ora i manager e la Siron, detengono entrambe il 50%.
Nel 2011, primo anno completo della nuova gestione, Building Energy registra un fatturato di 34 milioni di euro. E, per il 2012, la societa’ stima di incrementare il giro di affari nazionali fino a 60 milioni di euro, che si aggiungerebbe a quello previsto dal portafoglio ordini 2012-2013 in Sud Africa.
Bulding Energy realizzera’ – come EpcContractor – l’ impianto sudafricano in partnership con una azienda locale, mentre il project financing dell’ iniziativa e’ stato sottoscritto interamente da Rand Merchant Bank e da Development Bank of South Africa. “ La partner-ship con l’ azienda sudafricana, la Ba, e’ stata una operazione necessaria, perche’ in Sud Africa si deve tener conto del programma di “black economic empowerement” a cui anche le aziende straniere devono partecipare”, puntualizza Zago. In altre parole, ha vita piu’ facile chi e’ in grado di garantire lavoro e posizioni dirigenziali alla comunita’ di colore e, in particolare, alle donne. Per Building Energy il Sud Africa e’ solo la prima tappa internazionale.
“Il Sud Africa rappresenta il trampolino di lancio per espanderci nel Continente: nei prossimi mesi si apriranno opportunita’ di Business in Namibia e Botswana” spiega il ceo. Nel frattempo, la societa’ sta monitorando la situazione sia in Marocco, dove la produzione di energia alternativa sta crescendo in modo sostenuto, che in Brasile, dove il governo si sta seriamente impegnando dal punto di vista ambientale per ridurre le emissioni di gas serra. Mentre, in Repubblica Domenicana, l’ azienda e’ pronta per realizzare un impianto eolico da 50 MW per un valore di 80 milioni di euro, di cui l’ 80 % sara’ coperto da investitori istituzionali: “stiamo aspettando i finanziamenti” , puntualizza Zago.
Un capitolo a parte meritano gli USA dove Bulding Energy ha pianificato di sbarcare nel 2014, “Perche’ solo ora il paese sta avviando un programma sulle rinnovabili”. Infine, l’ Europa: per il momento, l’ azienda sta puntando sulla Romania dove, fa notare il ceo, e’ stata varata una legge vantaggiosa: “Abbiamo gia’ avviato delle due diligence per costruire impianti fotovoltaici”.
Una strategia, quella di Building Energy, concentrata sul mercato estero: “Per crescere, dobbiamo uscire dai confini nazionali visto che in Italia il business e’ quasi maturo ”,osserva il ceo. Nasce da qui la decisione di quotarsi alla Borsa di Londra nel 2013: “Sceglieremo la City, e non Milano, per dare alla societa’ una visione internazionale”.
Fonte Repubblica - Affari e Finanza
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