Merkel, Sarkozy, ospiti non graditi in Italia
di Sergio Cararo
Il 20 gennaio saranno a Roma, ospiti di Monti, I capi dei governi del Direttorio Europeo che sta producendo la macelleria sociale contro lavoratori, pensionati,disoccupati. Cresce la mobilitazione per contestare il vertice del 20 e riportare in piazza l'opposizione ai diktat dell'Unione Europea e al governo Monti.
La strada scelta dal direttorio della Ue è «disastrosa sul piano sociale, aggrava la crisi e non ferma la speculazione», afferma Paolo Ferrero, segretario del Prc lanciando un appello affinchè il 20 gennaio, a Roma, ci sia una piazza forte a dare il benvenuto meno caloroso possibile ai due capi di Stato europei in visita nella Capitale «Merkel, Sarkozy e Monti sono i principali responsabili del disastro che stiamo vivendo perché le politiche che stanno distruggendo l’economia italiana, i diritti dei lavoratori e le speranze dei giovani sono politiche europee» sottolinea Ferrero.
Alle iniziative di protesta di Roma il 20 gennaio, parteciperanno anche esponenti della Linke e del Pcf che scenderanno a Roma per affermare l’unità d’intenti di una vertenza politica europea che ha bisogno di maturare alla svelta per essere all’altezza dell’aggressione in corso ai diritti di tutti. .
«Il 20 genaio sicuramente faremo qualcosa - annuncia Fabrizio Tomaselli, portavoce dell’Usb - sia come sindacato che come movimento No debito con cui confluiremo nella piazza che si va costruendo per quel giorno. Per noi sarà l’inizio di una settimana laboriosa che si concluderà con lo sciopero generale del sindacalismo di base già programmato per venerdi 27 gennaio».
Per il movimento No Debito, Giorgio Cremaschi, conferma che il 20 gennaio ci saranno anche loro: "Tutti in piazza, bisogna farsi sentire perché stanno decidendo sulle nostre teste. La riunione dei governi è ormai una convenzione interbancaria, le misure drammatiche sul piano sociale passano nel silenzio dell’opinione pubblica. Come l’obbligo di rientro che si aggiunge al pareggio di bilancio, una catastrofe di cui non si parla. Significa la riduzione annua dell’ammontare del debito che vuol dire dieci anni di manovre! Oppure la flessibilità del lavoro ben oltre la questione dell’articolo 18. Sarebbe l’estensione del modello Fiat e dei licenziamenti “economici” per i quali l’articolo 18 non c’entra.
E’ un’offensiva reazionaria che in Italia non ha un’adeguata risposta. E’ umiliante il fatto che Monti sia andato a Bruxelles, prima, e Berlino, poi, a vantarsi che le sue misure ferocissime non abbiano avuto alcuna protesta reale nel Paese. O scendiamo in piazza o ci massacrano». E per i No debito il 20 gennaio e il No Debito Day del 21 gennaio saranno il lancio del referendum conto i diktat della Ue e il pareggio di bilancio in Costituzione ma anche un appuntamento della preparazione di “Occupiamo Piazza Affari, la manifestazione nazionale di Milano, luogo simbolo della finanza italiana, che il coordinamento dell’area ha confermato nella sua riunione di ieri. Sarà un appuntamento aperto, forse il 10 marzo, per costruire quell’opposizione sociale e politica a Monti che ancora non c’è.
Il 20 gennaio I No Debito confluiranno nella piazza unitaria facendola anticipare da alcune azioni di protesta alle ambasciate di Francia e Germania, al Quirinale e a Palazzo Chigi.
La discussione sul “benvenuto” al vertice trilaterale del Direttorio Europeo Merkel,Sarkozy, Monti sta coinvolgendo anche i collettivi studenteschi e il movimento per l’acqua che vede il risultato referendario pubblicamente minacciato dal decreto sulla liberalizzazioni/privatizzazioni. Imovimenti per l'acqua pubblica hanno lanciato una settimana di mobilitazione straordinaria in tutti i territori fino a un presidio il 19 a Montecitorio e alla partecipazione il 20 alla piazza che si sta costruendo, probabilmente in piazza del Pantheon.
La spinta alla mobilitazione per il 20 gennaio dunque sta crescendo anche se in Italia c'è la pessima abitudine di ritenere che vadano contestate solo le visite di Bush o dei presidenti statunitensi. E' tempo che si faccia avanti la coscienza che oggi l'imperialismo ha anche il volto delle potenze europee e delle loro politiche antipopolari.
Fonte www.contropiano.org
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