No Debito? No Monti! Una giornata di mobilitazione
di Federico Rucco
Sabato 21 gennaio è il primo No Debito Day. In varie città parte la raccolta di firme per il referendum contro i diktat europei e l’obbligo di pareggio in bilancio. I primi appuntamenti.
I No Debito sabato prossimo saranno in piazza in diverse città italiane. Avrebbero voluto esserci anche venerdi ma il vertice trilaterale tra Monti, Merkel e Sarkozy e saltato a causa del “nervosismo” del presidente francese. Da sabato nelle piazze compariranno i primi banchetti per raccogliere le firme sulla petizione che chiede la convocazione del referendum di indirizzo costituzionale per far decidere la società sui diktat dell’Unione Europea e l’inserimento dell’obbligo del pareggio in bilancio nella Costituzione. Una battaglia che ripone al centro la questione democratica contro la costituzionalizzazione del golpe effettuata dal governo Monti-Napolitano.
I primi appuntamenti fissati sono a Roma dalle 10.30 alle 13.30 davanti alla Galleria delle Esposizioni (via Nazionale) simbolicamente vicino a Banca d'Italia e Quirinale. A Napoli e alle ore 10.00 in piazza Carità, a Pisa alle ore 17.00 in piazza del Carmine. Le altre città stanno definendo le varie piazze in cui inizierà la raccolta di firme e la propaganda del movimento No Debito.
Per vedere gli appuntamenti nelle piazze consultate il sito www.nodebito.it
*****
Qui di seguito il testo della petizione (già presentata al Parlamento) su cui raccogliere le firme:
Chi decide? Noi vogliamo decidere:
- sul Trattato sulla stabilità e la governance dell’Unione economica e monetaria
- sull’articolo 81 della Costituzione
Si stanno assumendo decisioni di vitale importanza per tutti e tutte noi.
I governi dell’Unione Europea stanno varando un nuovo Trattato sulla stabilità e la governance per rendere permanenti i piani di austerità che mirano a tagliare salari, stipendi e pensioni, a manomettere il diritto del lavoro, a privatizzare i beni comuni, e che prevedono addirittura la modifica delle Costituzioni. Con questo Accordo economico i governi, qualunque siano i loro colori politici, devono attuare nelle politiche di bilancio le decisioni del Consiglio europeo, della Commissione europea e della Banca Centrale Europea: la democrazia sarebbe cancellata, il potere sarebbe nelle mani dei mercati finanziari, delle banche, della tecnocrazia.
Il governo Monti non può decidere i nostri destini, i cittadini e le cittadine devono decidere sul Trattato sulla stabilità e la governance.
Il Parlamento italiano sta riscrivendo, per accogliere i diktat dell’Unione Europea, l’articolo 81 della Costituzione per imporre il pareggio di bilancio così da legittimare e rendere intoccabili le politiche liberiste e impedire che le istituzioni pubbliche, dallo Stato ai Comuni, possano intervenire nella gestione dell’economia a salvaguardia degli interessi generali.
Noi cittadini e cittadine, ispirandoci alla saggia massima della giurisprudenza romana ‘ciò che tocca tutti, da tutti deve essere deciso’, chiediamo di fare svolgere:
1.un referendum popolare di indirizzo – come quello già tenutosi in Italia nel 1989 – sull’Accordo di Unione economica rafforzata;
2.un referendum popolare, rispettando le condizioni previste dall’articolo 138 della Costituzione, sulle modifiche dell’articolo 81 della Carta costituzionale.
www.contropiano.org
Ultima modifica Mercoledì 18 Gennaio 2012 22:55
giovedì 19 gennaio 2012
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento