lunedì 25 luglio 2011

Un mio commento all' intervento di A.Navarra su crisi economico-finanziaria e dopo-referendum nucleare

Condivido molte cose tra quelle scritte da Alfonso Navarra, non voglio pero' commentare la parte che riguarda l' energia, parte sulla quale spero di tornare tra qualche giorno, ma solo la parte che affronta la crisi economica-finanziaria dei paesi europei e degli USA e le sue conseguenze.
In questi giorni i media seguono soprattutto la vicenda statunitense e continuano a seguire le vicissitudini della Grecia, ci sono rischi molto preoccupanti, difficili da prevedere, ma certamente l' economia reale sara' ulteriormente colpita dalle correzioni nei bilanci statali e i diversi corpi sociali , gia' in difficolta' economica, vedranno aumentare le loro sofferenze.
Ma le difficolta' economiche dei paesi occidentali in genere sono gia' abbastanza gravi e le reazioni degli strati piu' colpiti non sembrano proporzionate alle dimensioni dell' impoverimento generale. Le societa' sono come ingessate e non c'e' tra le diverse parti sociali un conflitto, una competizione. Gli strati piu' deboli non hanno rappresentanza ma i sindacati e i partiti che dovrebbero rappresentarla condividono le ricette che invece fanno l' interesse degli strati piu' abbienti.
In Grecia e in Spagna questa divaricazione tra la sinistra (i partiti socialisti al governo) e una grande parte della popolazione e' emersa in modo clamoroso, ma anche in questi paesi chi non condivide le ricette della sinistra governativa non riesce a costruire programmi diversi con un seguito organizzato.
Le vecchie forme della politica sono in crisi da tempo ma per influire sulla realta' e' comunque necessario che le persone in qualche modo si muovano insieme, creino delle reti, degli strumenti di informazione autonomi e duraturi. E' questo quello che ancora manca anche in Spagna e Grecia, mentre nel nostro paese siamo sempre ad uno stadio piu' arretrato in quanto questa divaricazione tra sinistra di governo e una grande parte della popolazione non e' ancora emersa anche se di segnali ce ne sono stati tanti.
Io sono convinto che le parti della societa' colpite da questa crisi in modo definitivo arriveranno ad organizzarsi e a creare propri strumenti di intervento nella politica,nella societa', nell' informazione, ma sono consapevole che in questi anni, dopo decenni che la politica e' sembrata piu' un teatrino che scontro tra interessi diversi, questa convinzione sembri totalmente infondata.
Indico ugualmente pero' quello che vedo indispensabile:
trovare la maniera di coordinarsi e trovare strumenti collettivi di intervento e informazione.Dobbiamo farlo in forme nuove non nelle vecchie ormai superate, ma dobbiamo farlo.

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