venerdì 22 giugno 2012

Lettera aperta al Ministro Giulio Terzi in seguito all'attentato avvenuto in Siria contro l'inviato dell'Ansa.

Lettera aperta al Ministro Giulio Terzi

Signor Ministro,
siamo rimasti colpiti come lei dalla notizia dell’attentato in Siria all’inviato dell’ANSA Claudio Accogli.
L’auto sulla quale viaggiava è stata oggetto di quello che lei giustamente definisce un “vile attentato”.
In quell’attentato, nel quale miracolosamente l’inviato dell’Ansa è rimasto illeso, è stato ucciso un poliziotto siriano, mentre altri tre sono rimasti feriti. A uno sono state amputate le gambe.

Questo episodio ci sembra la evidente dimostrazione che non è vera la descrizione di una guerra civile in cui ad attaccare siano solo le forze del regime e che gli insorti usino le armi unicamente per proteggere la popolazione.
Questo attentato ha messo a rischio di vita un nostro connazionale e ci attendevamo da lei una ferma protesta contro i responsabili di tale attentato che, ricordiamo, ha fatto vittime fra i poliziotti siariani che scortavano il giornalista dell’Ansa.

Il Corriere della Sera specifica che a Daraa, lì dove è transitata l’auto dell’inviato dell’Ansa, “la situazione è di alta tensione con alcune strade presidiate dalle forze militari siriane nelle quali non è possibile transitare perchè sotto il tiro dei cecchini ribelli”. (1)
Invece apprendiamo che Lei “ha chiesto che venga subito attivata la delegazione dell’Unione Europea a Damasco, per una ferma protesta presso le Autorità siriane, cui spetta la responsabilità di garantire la piena sicurezza ed incolumità anche dei giornalisti presenti nel Paese”. (2)

La Sua dichiarazione ci sembra paradossale.
Le chiediamo che altro possono fare le forze di sicurezza siriane per proteggere un giornalista italiano se non sacrificare i propri poliziotti per scortarlo?
Quali altre misure possono essere prese quando vengono piazzati ordigni ai bordi delle strade con lo scopo di provocare stragi?

Crediamo che questi attentati gettino una fosca luce su chi li compie e che il governo italiano dovrebbe prendere le distanze da quegli insorti armati che, compiendoli, mettono a repentaglio i giornalisti e acuiscono tensioni e violenze in una nazione che invece avrebbe bisogno di ridurre la violenza e di tutelare la vita e l’incolumità di tutti.
Le chiediamo pertanto che Lei, così come ha espresso una netta condanna delle violazioni dei diritti umani compiute dal regime, si faccia portavoce di una inequivocabile condanna presso quell’opposizione siriana che sostiene la lotta armata.

Auspichiamo che la politica del Governo Italiano punti invece a valorizzare e sostenere quella società civile siriana che che sta cercando di optare per soluzioni pacifiche al conflitto, per una riconciliazione dal basso (ci riferiamo al movimento nonviolento Mussalaha), in quanto ravvisiamo la necessità che anche il governo italiano possa agevolare soluzioni pacifiche e diplomatiche.

Auspichiamo che, anche con la collaborazione del Suo Ministero, venga aperta dalla magistratura italiana un’indagine per tentato omicidio che faccia la massima chiarezza su mandanti ed esecutori di questo vile attentato contro un nostro connazionale.

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