sabato 30 giugno 2012

Siria, assurdo il piano ONU, governo insieme mentre si stanno facendo la guerra


Gia' ieri sera ad una prima impressione il piano ONU mi era sembrato un pasticcio, ma la lettura di Repubblica di questa mattina mi ha convinto che il piano ONU e' veramente assurdo e questa sua impraticabilita' potrebbe anche impedire che si trasformi in una risoluzione del Consiglio di Sicurezza approvata senza il veto della Russia.


Il piano prevederebbe un governo composto da forze ora al governo e da forze che ora si stanno opponendo ad Assad, ricordiamolo, con una guerra.

La prima dichiarazione della Clinton:"Assad ha i giorni contati",i russi invece"Il piano non prevede necessariamente l' uscita di Assad dalla politica siriana,devono decidere i siriani".

Intanto in Siria si spara e gli osservatori della missione ONU non possono neanche uscire a controllare quello che avviene.

Per fare un governo insieme e' necessario prima un cessate il fuoco,che sembra del tutto improbabile.

L'assurdita' della proposta credo che sara' evidente prima che il Consiglio di sicurezza approvi una risoluzione su questo piano, anche se la dovesse discutere entro pochissimi giorni.

Credo che questo commento possa essere smentito solo da una tregua immediata ed effettiva in Siria, quindi spero di essere smentito

venerdì 29 giugno 2012

30 giugno,tensione tra Siria e Turchia alle stelle. Serve a boicottare la Conferenza di Pace di Ginevra ?


Domani si riunisce a Ginevra la Conferenza di Pace sulla Siria voluta da Kofi Annan ed oggi ci sono notizie di movimenti di truppe in Siria ed Arabia Saudita. La Turchia sembra aver chiesto alla Nato una No-Flay zone sulla Siria non so con quale giustificazione, visto che Ankara aveva solo consultato i paesi Nato e non c'e' per ora nessun attacco della Siria.

C'e' chi dice che ci potrebbe essere invece un attacco alla Siria nelle prossime 48 ore alla che potrebbe essere evitato solo da un accordo tra le grandi potenze.

Sono minacce che ritengo finalizzate a tenere alta la tensione prima della Conferenza di Pace, perche' questo incontro in fondo non e' gradito ai paesi Nato e petromonarchie che preferiscono i meeting dei cosiddetti "Amici della Siria". Io credo che le minacce di oggi , che spero infondate, siano nate per boicottare l' incontro di Ginevra.

Marco

Il Ministero della Difesa compra gli F-35 ma non paga le bollette


di Gianandrea Gaiani

 Ammontano a ben 254,7 milioni di euro i debiti del ministero della Difesa al 31 dicembre 2011 come è emerso nel Rapporto di performance 2011 trasmesso il 23 giugno dal ministero della Difesa al Parlamento. Il Rapporto indica che il debito «appare come conseguenza diretta della situazione di ipofinanziamento che la Difesa ha continuato a registrare; ciò ha indotto a posporre pagamenti da effettuare».

Gran parte dei debiti sono infatti riconducibili a servizi, forniture e soprattutto alle bollette di acqua, luce e gas di palazzi, caserme e basi. Costi sostenuti con i fondi assegnati alla voce "esercizio" del bilancio della Difesa, non a caso quella più penalizzata dai tagli degli ultimi anni. Basti pensare che nel 2008 la Funzione Difesa disponeva di 15,41 miliardi di euro dei quali 2,66 destinasti all'Esercizio. Nel 2011 il bilancio era sceso a 14,36 miliardi e i fondi per la gestione dell'apparato militare hanno toccato il minimo storico di 1,44 miliardi per risalire di poco quest'anno a 1,52 miliardi su un bilancio complessivo di 13,61.

In attesa che la riforma varata dal ministro Giampaola Di Paola riesca a ridurre, entro il 2024, gli organici di 30 mila unità (da 180 mila a 150 mila) delle tre forze armate esclusi i 110 mila carabinieri, le spese per il personale continueranno ad assorbire gran parte delle risorse (quest'anno il 70,5 per cento) lasciando agli investimenti e all'esercizio fondi insufficienti a rinnovare e gestire mezzi e infrastrutture anche se la prevista dismissione del 30 per cento di basi e caserme contribuirà a ridurre i costi di gestione.

Nel documento presentato al Parlamento il ministero evidenzia infatti che con il livello di risorse previste per fino al 2013 «in assenza di specifici interventi, la prontezza operativa dello strumento militare rimarrà al livello minimo necessario per far fronte agli impegni internazionali, con il rischio di veder aumentare le criticità che la caratterizzano».

Secondo il rapporto, «una situazione congiunturale di questo tipo non potrà restare solamente in capo al dicastero della Difesa ma, vista la sua rilevanza, richiede la ricerca di soluzioni che possano conciliare le esigenze generali di finanza pubblica con le necessità di disporre di uno strumento militare in grado di operare ad adeguati livelli» Resta però paradossale che la Difesa non riesca a pagare le bollette ma acquisti nuovi jet, navi da guerra e blindati al costo di molti miliardi o spenda quest'anno 1,4 miliardi di euro extra-bilancio per le operazioni all'estero assorbito per metà dalla missione in Afghanistan.

Fonte  http://www.ilsole24ore.com/

giovedì 28 giugno 2012

Su piano ONU,Annan,Siria,Nato e Russia.

Annan propone governo di transizione ?

Ho messo il punto interrogativo perche' non e' ancora una proposta ufficiale ma una notizia che arriva da "fonti diplomatiche", il lavoro di Annan va seguito comunque perche' l'ex segretario ha un suo approccio per ora diverso e divergente da quello dei paesi Nato. Quindi interessante.


marco

Annan propone governo di transizione
Idea sostenuta dalle maggiori potenze
28 giugno ore 7,41

(ANSA) - NEW YORK, 28 GIU - L'inviato speciale dell'Onu per la Siria, Kofi Annan, ha proposto l'istituzione nel Paese di un governo di transizione che includa sostenitori del presidente Bashar al-Assad e membri dell'opposizione per trovare una soluzione politica al conflitto. Le maggiori potenze (Russia, Cina, Stati Uniti, Regno Unito e Francia) sostengono questa idea, che sara' discussa nella riunione del Gruppo di azione sulla Siria convocata per sabato a Ginevra. Lo rendono noto fonti diplomatiche.
 
Mio commento 28 giugno,sera
 
Non abbiamo nuove notizie rispetto alla notizia Ansa delle 7,41 che annunciava una probabile proposta di Annan di un governo di transizione con sostenitori di Assad insieme ad oppositori.


L' Ansa ha riproposto la stessa notizia alle 18,52 cioe' 11 ore dopo. Gli altri siti riportano la notizia Ansa senza aggiungere ulteriori particolari.

Dato il diluvio di false notizie che sono arrivate in Italia sulla crisi siriana, questa news Ansa va presa con le molle.

Aspettiamo le notizie ufficiali. Se la notizia fosse confermata, all' interno della Siria e della comunita' internazionale ci sarebbero reazioni diverse e al momento non prevedibili.

Sicuramente Nato e petromonarchie vogliono un cambio di governo con l' arrivo di un governo amico. Ma la cosa non sarebbe automatica con una transizione morbida e incruenta.

Estremismo islamico ed Assad perderebbero posizioni di forza e di rendita e non credo che accetterebbero docilmente una scelta del genere.

In questo caso pero' riuscirebbe la divisione di Assad dalla Russia e un eventuale intervento straniero sarebbe possibile.

Rimarrebbe nell' immediato il problema di limitare la guerra civile.

Commento mio del 29 giugno,mattina

Avevo scritto che le notizie attorno a questo piano dell' Onu, proposto da Kofi Annan, andavano prese con le molle perche' non ufficiali e e in altre occasioni erano state fatte girare notizie non esatte.


Infatti l' appoggio al piano delle forze presenti alla Conferenza di pace convocata a Ginevra sabato 30 giugno sembra non esserci.

Su Rainews24 e' stato detto che la Russia non e' favorevole a nessun cambio di governo deciso dall' estero.

La Clinton invece sempre secondo Rainews24 avrebbe detto che tutti i partecipanti alla Conferenza dovrebbero appoggiare completamente il piano. In questa dichiarazione io ci ho letto, sottinteso, che una volta proposto il piano e non accettaato da Assad e con la guerra civile che si intensifica....si arriverebbe poi all' intervento esterno.

Resta il mio giudizio su una differenza di strategia e di obiettivi tra, da una parte, Nato,petromonarchie,ribelli e dall' altra, Kofi Annan, Germania, Vaticano, alcuni paesi emergenti.

Quindi non do per scontato il cammino comune tra Annan e paesi Nato. Anche se i media vorranno far credere questo. Penso pero' che sia possibile, oltre che avere questa senzazione, vedere e far vedere segni concreti di questa divaricazione.

mercoledì 27 giugno 2012

Siria, il ministro degli esteri tedesco "Necessaria una de-escalation della guerra civile"


Il ministro degli Esteri della Germania,Guido Westerwelle, ha fatto un appello alle parti coinvolte nella crisi siriana "a mantenere il sangue freddo e questo approccio razionale". "E' necessaria una de-escalation della guerra civile" ha dichiarato "Tutti abbiamo interesse a che questa situazione non peggiori "

Una boccata di aria fresca tra le molte dichiarazioni bellicose degli altri paesi aderenti alla Nato, naturalmente questa dichiarazione e' stata ignorata da tutti i media ad eccezione del quotidiano cattolico "Avvenire".

Intanto in Siria sta crescendo il movimento popolare di riconciliazione "Mussalaha" che cerca di riportare il dialogo tra le diverse fazioni.

martedì 26 giugno 2012

Kofi Annan e Nato due strategie divergenti


Kofi Annan dovrebbe organizzare una Conferenza sulla Siria, probabilmente in Svizzera, con la presenza della Russia. Vorrebbe anche la presenza dell' Iran, paese forte della regione, che ha tra le altre cose molti rapporti con la Turchia. La Nato e le petromonarchie non vogliono la presenza di questo paese dicendo che sta aiutando anche militarmente la Siria. Ma anche le petromonarchie non sono coinvolte direttamente negli aiuti militari ai ribelli ?

Ma questo e' solo l' ultimo esempio della divaricazione di strategie tra Kofi Annan e la Nato mentre il segretario generale Onu ban Ki Moon si schiera sempre dalla parte dei paesi occidentali e contro la Siria.

La stessa missione di Kofi Annan e' stata boicottata dai ribelli che ,come sempre nei copioni simili, rifiutano ogni mediazione e vogliono andare allo scontro militare con l' appoggio della Nato.

In alcuni momenti iniziali la missione Onu era riuscita a limitare le violenze ma i primi a dichiararla fallita e inutile sono sempre stati i ribelli e il Qatar senza che i paesi occidentali facessero la minima obiezione.Anche la Siria e' stata accusata di non rispettare la tregua ma le prime dichiarazioni ufficiali contro il piano Annan sono sempre arrivate dalla parte degli oppositori armati e dei loro alleati.

Il primo passo concreto dei pacifisti deve essere quindi il pieno appoggio a Kofi Annan e almeno fare sapere quali sono i suoi tentativi perche' la prima arma per boicottarli e' non farli conoscere all' opinione pubblica.

Dopo gli scontri di Basiano consolati pakistano ed egiziano in Prefettura per dare il loro sostegno ai lavoratori.


Basiano. Non è una vicenda "di provincia"

di Redazione Contropiano

La vertenza al "Gigante" di Basiano diventa un piccolo terremoto nazionale e internazionale. Oggi un nuovo presidio e volantinaggio.

Dopo i pesanti scontri di quindici giorni fa davanti ai cancelli de "Il Gigante" a Basiano, con 20 feriti e altrettanti arresti, e dopo le due manifestazioni del 16 e del 22 giugno, che hanno visto gli stessi lavoratori licenziati alla testa dei due cortei cittadini, si è svolto ieri un tavolo in Prefettura a cui hanno partecipato tutti i soggetti coinvolti nella vertenza, con la presenza "esterna" oltre che della prefettura stessa, anche di rappresentanti della regione e del ministero del Lavoro.L'incontro, pur non risolutivo della vertenza, ha fatto chiarezza su alcuni nodi ancora oscuri e sui termini sindacali e legali all'interno dei quali va necessariamente risolta la questione.

Intanto si sa finalmente con certezza che l'appalto lasciato vacante dal consorzio Alma (per pesanti perdite economiche, hanno dichiarato oggi i suoi rappresentanti) è stato affidato a Italtrans, già presente nell'impianto per ciò che concerneva la questione trasporti e che aveva sub-appaltato alla cooperativa Bergamasca (quella del pullman dei crumiri, per capirci) una parte delle operazioni di facchinaggio.

Ma soprattutto (e questa è senz'altro la nota più positiva della mattinata) la Prefettura e il Ministero del Lavoro hanno apertamente seguito le tesi del SI.Cobas in merito agli obblighi contrattuali dell'azienda subentrante (art. 42 bis, comma 3bis del CCNL Trasporto merci e logistica) ) in tema di cambi d'appalto e cioè quello di dover rilevare tutti gli operai impiegati presso l'appalto stesso prima del cambio.

Gli incontri fra le parti a cui il tavolo di oggi ha rimandato, dovranno quindi tenere conto di questa norma inderogabile.

Pur sapendo che le trattative istituzionali, nella maggioranza dei casi, si traducono solo in una generica dichiarazione in merito ad altrettanto generici diritti dei lavoratori, il posizionamento delle parti chiamate oggi a discutere hanno senz'altro frapposto ostacoli concreti alla manovra del Gigante e di Italtrans di avviare una procedura volta a sostituire gli operai di Alma con altri lavoratori ben più ricattabili e a più basso costo come quelli inquadrati nella cooperativa Bergamasca.

Ed è per questo che, ulteriormente rafforzati nella convinzione di aver intrapreso un percorso chiaro e lineare, e che gode persino del sostegno della legislazione in vigore, gli operai di Basiano hanno deciso di tornare quotidianamente davanti ai cancelli (a partire da oggi martedi 26 giugno) con l'intento di comunicare a tutti gli operai di Bergamasca attualmente al lavoro, la propria piattaforma, invitandoli a unirsi alla lotta ed abbandonare la logica di guerra fra poveri voluta dai padroni

Un'ultima nota riguarda il coinvolgimento dei consolati pakistano ed egiziano, che, dopo i contatti dei giorni precedenti, si sono presentati in Prefettura per avere informazioni sul corso della vertenza e dare il proprio sostegno ai lavoratori. Domani alle 12,30, con le stesse delegazioni si svolgerà un incontro congiunto presso la sede del SI.Cobas, in cui approfondire la disamina della situazione e valutare possibili iniziative finalizzate a pressionare i soggetti in campo affinchè realizzino le misure necessarie al reintegro dei licenziati e alla risoluzione delle questioni penali a carico dei 20 operai picchiati ed arrestati, ancora soggetti a diverse misure cautelari. Terremo tutti informati sulle iniziative pubbliche che necessariamente verranno intraprese nei prossimi giorni.


Fonte  http://www.contropiano.org/

lunedì 25 giugno 2012

Il Ministro Terzi sulla Siria rappresenta davvero il popolo italiano ?


Martedi' la Nato discutera' sul caso del caccia turco abbattuto dalla contraerea siriana e, secondo alcuni media, l'Italia e la Gran Bretagna saranno i paesi piu' attivi nell' appoggiare le richieste turche.

Questo e' solo l' ultimo episodio nel quale il Ministro degli Esteri italiano Terzi ha mostrato un atteggiamento ostile verso il governo siriano proprio mentre l' Onu e' impegnata in una difficile missione tesa a fermare gli scontri armati tra l' esercito di Damasco e gruppi dell' opposizione.

 Infatti anche dopo l' inizio della missione guidata da Kofi Annan sono state imposte dal nostro paese nuove sanzioni alla Siria e il suo ambasciatore e' stato definito dall' Italia "persona non gradita", inoltre tutte le dichiarazioni sulla crisi hanno un taglio unilaterale e molto discutibile nei toni.

 Noi crediamo che questo modo di operare non rappresenti la volonta' del popolo italiano che, pur con differenti opinioni, non vuole alimentare in Siria l' attuale guerra civile e preparare il terreno ad un eventuale intervento militare straniero.

Contestiamo quindi l' operato del Ministro Terzi nella crisi siriana ed invitiamo le forze politiche e sociali e gli italiani tutti a seguire meno distrattamente questo conflitto , a muoversi per una soluzione negoziata e non cruenta della crisi e a non favorire vecchi e nuovi conflitti armati.

domenica 24 giugno 2012

Siria, aereo turco abbattuto. Venti di guerra ? Almeno i pacifisti dicano di NO !


ANSA.it
Siria:aereo turco, Terzi, inaccettabile
Forte indignazione con Assad per abbattimento 'volo inoffensivo'
24 giugno, 17:32

(ANSA) - ROMA, 24 GIU - "Si tratta di un'ulteriore gravissima ed inaccettabile azione da parte del regime di Assad". Lo ha detto il ministro degli Esteri Giulio Terzi esprime "forte indignazione e condanna per l'abbattimento" sul Mediterraneo di un aereo dell'aviazione militare turca, "in volo inoffensivo", da parte della contraerea siriana. In merito a questo episodio l'Italia prenderà parte attiva alla riunione di consultazione chiesta dalla Turchia ai sensi dell'articolo 4 del Trattato Nato, fissata il 26/6.

Fonte www.ansa.it

"Inaccettabile", questa parola va presa alla lettera ? Per il momento penso di no, rimane il solito atteggiamento teso ad alimentare le tensioni e non a smorsarle. Ha il consenso degli italiani ? Sicuramente non di tutti e chi la pensa diversamente da lui sul modo di affrontare la polita estera a questo punto deve uscire allo scoperto.

marco

In questo momento i siti dell' Ansa e del Corriere della sera hanno lo stesso commento alla notizia del Jet turco abbattuto. "Venti di guerra ".


La Ue e la Nato si riuniscono e discutono della cosa, nessuno nel nostro paese cerca di gettare acqua sul fuoco.

Speriamo che almeno 10 pacifisti riescano a dire che dobbiamo cercare di evitare le guerre e non di provocarle.

La Siria e noi - di Gianmarco Pisa , Prc Napoli


di Gianmarco Pisa,
resp.pace ed esteri Prc Napoli

Il 22 Giugno 2012 rischia di essere una data da consegnare alla storia dell’escalation della guerra civile in Siria. Un caccia da ricognizione turco, un Phantom F4, viola lo spazio aereo della Siria e viene abbattutto dalla contraerea siriana, poco distante da Latakia, nel Nord.

Le autorità turche aprono una inchiesta, il governo siriano conferma di non avere comunque alcun intento bellicoso nei confronti della Turchia, le Nazioni Unite invitano alla composizione diplomatica del contenzioso www.adnkronos.com/IGN/News/Esteri/Caccia-turco-abbattuto-dallesercito-siriano-tensione-alle-stelle-tra-Ankara-e-Damasco_313436934860.html . La tensione tuttavia resta alta: è proprio dalla Turchia che passano i rifornimenti di armi e munizioni alle opposizioni armate in Siria, sotto l’attento e intenzionato “monitoraggio” della CIA e dei consiglieri USA http://times.altervista.org/siria-agenti-cia-nel-sud-della-turchia .

Se la risposta del governo siriano alle legittime proteste popolari della primavera del 2011 è stata tardiva e aggressiva, l’attuale escalazione militare rende evidente la presenza di una opposizione armata, di un tentativo di destabilizzazione del governo siriano e di un ampio coinvolgimento degli Stati Uniti e delle petro-monarchie del Golfo (in primo luogo Qatar ed Arabia Saudita, non dissimile la posizione della Turchia) per il crollo del regime, a sostegno della Fratellanza Musulmana e delle opposizioni eversive del CNS (Consiglio Nazionale Siriano) e del cosiddetto “Esercito Libero Siriano” in chiave anti-iraniana e in prospettiva anti-russa e anti-cinese.

Come forze democratiche, anti-capitaliste ed anti-imperialiste, non siamo rimasti con le mani in mano, muti spettatori del corso degli eventi: denunciando il ripetersi di una nuova Libia, il piano di destabilizzazione del Medio Oriente, la strumentalizzazione del principio umanitario in chiave neo-imperialistica. Basta leggere la posizione del Partito  web.rifondazione.it/home/index.php/esteri/4953-siria-no-alla-guerra cui va aggiunta quella dell’organizzazione giovanile www.giovanicomunisti.it/wordpress/archives/3764. Se è vero – come si attesta in questa posizione – che il compito e l’obiettivo dell’organizzazione giovanile sono quelli di essere altrettanto coerentemente e conseguentemente anti-imperialisti ed anti-fascisti, allora è più che mai il caso di proseguire la mobilitazione contro la guerra e contro ogni ingerenza straniera in Siria e che questo tema, nello scenario di contesto e nella congiuntura di fase, costituisca il “prevalente”.

A questo punto, si tratta allora di sapere costruire, definire ed articolare una proposta autonoma, coerente e specifica, che possa essere leggibile e sappia rappresentare un contributo utile per le forze democratiche e progressiste e, più specificamente, per tutto il movimento contro la guerra e per la pace. Basandosi su questi presupposti, sulle attivazioni avviate, sulle iniziative e le riflessioni articolate e promosse, ma facendo un passo in avanti, per attestare conseguentemente Rifondazione Comunista contro ogni aggressione imperialistica e contro ogni interventismo – sedicente – umanitario. Abbiamo fatto, come partito e come organizzazione giovanile, numerosi incontri, dibattiti e attivi contro la guerra e ogni ingerenza in Siria, abbiamo ri-costruito una linea che ci ricolloca strategicamente nel movimento per la pace e contro la guerra, pur attraversato da non poche lacerazioni e contraddizioni, ma ci manca ancora un momento forte di proiezione pubblica.

Le contraddizioni vanno affrontate: dall’iniziativa di Flavio Lotti della “Tavola della Pace” che alla tre-giorni sulla pace a Roma  www.rifondazionenapoli.net/2012696/recuperare-le-occasioni-perdute.html   invita un esponente di primo piano (Mohammad Riad Shaqfa) dei Fratelli Musulmani in Siria che invoca esplicitamente l’intervento dei Paesi europei in Siria per cambiare il corso delle cose (www.reteccp.org/primepage/2012/ccp12/crisi5.html), a talune posizioni minoritarie e massimalistiche che non colgono la portata degli eventi e delle contraddizioni e vorrebbero ridurre l’intera vicenda ad una sorta di referendum pro o contro il governo di Assad. Serve una mobilitazione che abbia una capacità di massa. Una assemblea pubblica ad ampia risonanza. Oppure un presidio alla Farnesina. Poche parole chiare: «No alla guerra imperialista», «Contro ogni ingerenza “umanitaria” e per una soluzione negoziata», «Sostegno agli sforzi di riconciliazione in Siria: Mussalaha» Il link prezioso in tal caso è:  www.sibialiria.org/wordpress/?p=386

Valga questa citazione a fare giustizia delle strumentalizzazioni e delle accuse false e pretestuose cui, in queste ultime settimane, è stata fatta oggetto la sua autrice, Marinella Correggia, una delle voci più rilevanti e meno condizionate, in grado di fornirci documentazione autentica e non embedded (e non accecata dalle funeste torsioni dell’ideologia e del massimalismo) su quanto sta accadendo in Siria. Il lavoro da fare è tanto, purtroppo mai sufficiente, nella congiuntura dei rapporti di forza e col concorso di pulsioni che spingono prepotentemente verso l’ennesimo precipizio nel Mediterraneo. A questo precipizio dobbiamo saperci opporre con tutte le nostre energie, per la solidarietà e l’amicizia tra i popoli, per la giustizia, per la democrazia e la pace.

Gianmarco Pisa
Responsabile Esteri e Pace, PRC Napoli

http://www.rifondazionenapoli.net/

venerdì 22 giugno 2012

Solidarieta' alla giornalista e attivista pacifista Marinella Correggia

Dopo gli attacchi contro la giornalista e pacifista Marinella Correggia, autrice di numerose inchieste sui conflitti in Libia, Siria, Afghanistan ed ex Jugoslavia, la Rete No War prende posizione. 

In questi giorni abbiamo assistito, allibiti, ad una serie di attacchi alla nostra collega Marinella Correggia, giornalista, pacifista dal 1991 e componente di lunga data della Rete NoWar - Roma.   Attacchi che respingiamo con sdegno perché infondati, strumentali e meschinamente ad personam.
Il lavoro che Marinella porta avanti da diversi anni, insieme ad alcuni di noi della Rete, è quello di smontare le bugie contenute in quel diluvio di notizie sensazionalistiche che i mass media usano regolarmente, si direbbe ad arte, per convincerci di sostenere interventi armati in paesi terzi.   Il suo è un lavoro di "pacifismo militante giornalistico", gratuito e a sue spese (e quindi niente affatto “per conto terzi”).
Marinella, nello smontare le falsificazioni dei mass media, dà senz'altro fastidio a qualcuno, non abbiamo dubbi.  E non solo ai giornalisti interessati, ma anche e soprattutto ai ceti dominanti che cercano di promuovere, per profitto, le guerre di conquista fatte passare per interventi "umanitari" in Libia, in Afghanistan, in Iraq, nell'ex-Jugoslavia, ora in Siria.  Marinella sembra infastidire persino molti opinionisti politici che amano dipingere i conflitti in corso in modo semplicistico e del tutto subalterno ai mass media: "popoli coraggiosi che affrontano spontaneamente e a mani nude spietati dittatori i quali, assetati di sangue, non esitano a bombardarli".  Marinella guasta la festa, scoprendo e documentando come, dietro queste sollevazioni senz'altro coraggiose e soggettivamente spontanee, ci siano anche registi occulti che armano i settori più estremisti, inviano nel paese in questione guerriglieri mercenari per aizzare il dittatore di turno e, quindi, provocano guerre civili per giustificare poi i loro interventi "umanitari" a suon di bombe. E che usano dunque, come i loro "apologeti de facto", questi opinionisti e questi giornalisti compiacenti.
Marinella li denuncia, documenti alla mano; non sorprende, dunque, che qualcuno di loro, per stizza o per partito preso, denuncia Marinella -- e, non avendo documenti di appoggio, ricorre all'insinuazione e all'attribuzione di intenti.  Ma ora basta.  Continuare a spargere queste denigrazioni potrebbe danneggiare seriamente l'attività giornalistica di Marinella.  Pertanto avvertiamo chi vorrebbe continuare a farlo che saremo solidali con Marinella nella tutela del suo nome e della sua professionalità.
Roma, 19 giugno 2012 
Rete NoWar – Roma

Firmatari: Nella Ginatempo,  Alessandro Marescotti,  Giulietto Chiesa,  Ufficio Centrale di Alternativa. Claudia Fanti e la redazione Adista,  Giovanni Sarubbi,  Sergio Cararo,  Mila Pernice,  Maurizio Musolino,  Loretta Mussi,  Alessandra Capone,  Alessandro Di Meo,  Andrea Dominici,  Anita Fisicaro,  Anna Farkas,  Antonella Recchia,  Antonio Deplano,  Armando Tolu,  Bassam Saleh,   Blanca Clemente, Luisa Morgantini, Bruna Felici,  Carla Razzano,  David Lifodi,  Dominique Sbiroli,  Enrica Paccoi,  Enza Biancongino,  Enzo Brandi,  Ernesto Celestini,  Flavia Lepre,  Francesco Lussone,  Franco Maresca,  Gianfranco Landi,  Haysha Moore,  Jasmina Radivojevic,  Laura Tussi,  Luciano Manna,  Mahamid Souad, Marco Benevento,  Marco Palombo,  Marco Papacci,  Marco Santopadre,  Maria Antonietta Polidori,  Maria Cristina Lauretti,  Mario Schena,  Marta Turilli,  Massimo Fofi,  Mirella Retico,  Ornella Sangiovanni,  Paola Tiberi,  Patrick Boylan,   Patrizia Cecconi,  Piero Pagliani,  Pietro Raitano,  Pilar Castel,  Roberto Battiglia,  RobertoLuchetti,  Rosa Maria Coppolino,  Samantha Mengarelli,  Sancia Gaetani,  Simona Ricciardelli,  Stefania Limiti,  Stefania Russo,  Tiziano Cavalieri,  Tullio Cardia, Francesco Santoianni,  Angelica Romano, Simona Ricciardelli. Francesco Lussone...

Lettera aperta al Ministro Giulio Terzi in seguito all'attentato avvenuto in Siria contro l'inviato dell'Ansa.

Lettera aperta al Ministro Giulio Terzi

Signor Ministro,
siamo rimasti colpiti come lei dalla notizia dell’attentato in Siria all’inviato dell’ANSA Claudio Accogli.
L’auto sulla quale viaggiava è stata oggetto di quello che lei giustamente definisce un “vile attentato”.
In quell’attentato, nel quale miracolosamente l’inviato dell’Ansa è rimasto illeso, è stato ucciso un poliziotto siriano, mentre altri tre sono rimasti feriti. A uno sono state amputate le gambe.

Questo episodio ci sembra la evidente dimostrazione che non è vera la descrizione di una guerra civile in cui ad attaccare siano solo le forze del regime e che gli insorti usino le armi unicamente per proteggere la popolazione.
Questo attentato ha messo a rischio di vita un nostro connazionale e ci attendevamo da lei una ferma protesta contro i responsabili di tale attentato che, ricordiamo, ha fatto vittime fra i poliziotti siariani che scortavano il giornalista dell’Ansa.

Il Corriere della Sera specifica che a Daraa, lì dove è transitata l’auto dell’inviato dell’Ansa, “la situazione è di alta tensione con alcune strade presidiate dalle forze militari siriane nelle quali non è possibile transitare perchè sotto il tiro dei cecchini ribelli”. (1)
Invece apprendiamo che Lei “ha chiesto che venga subito attivata la delegazione dell’Unione Europea a Damasco, per una ferma protesta presso le Autorità siriane, cui spetta la responsabilità di garantire la piena sicurezza ed incolumità anche dei giornalisti presenti nel Paese”. (2)

La Sua dichiarazione ci sembra paradossale.
Le chiediamo che altro possono fare le forze di sicurezza siriane per proteggere un giornalista italiano se non sacrificare i propri poliziotti per scortarlo?
Quali altre misure possono essere prese quando vengono piazzati ordigni ai bordi delle strade con lo scopo di provocare stragi?

Crediamo che questi attentati gettino una fosca luce su chi li compie e che il governo italiano dovrebbe prendere le distanze da quegli insorti armati che, compiendoli, mettono a repentaglio i giornalisti e acuiscono tensioni e violenze in una nazione che invece avrebbe bisogno di ridurre la violenza e di tutelare la vita e l’incolumità di tutti.
Le chiediamo pertanto che Lei, così come ha espresso una netta condanna delle violazioni dei diritti umani compiute dal regime, si faccia portavoce di una inequivocabile condanna presso quell’opposizione siriana che sostiene la lotta armata.

Auspichiamo che la politica del Governo Italiano punti invece a valorizzare e sostenere quella società civile siriana che che sta cercando di optare per soluzioni pacifiche al conflitto, per una riconciliazione dal basso (ci riferiamo al movimento nonviolento Mussalaha), in quanto ravvisiamo la necessità che anche il governo italiano possa agevolare soluzioni pacifiche e diplomatiche.

Auspichiamo che, anche con la collaborazione del Suo Ministero, venga aperta dalla magistratura italiana un’indagine per tentato omicidio che faccia la massima chiarezza su mandanti ed esecutori di questo vile attentato contro un nostro connazionale.

mercoledì 20 giugno 2012

La Repubblica (con altri quotidiani) non parla dell'attentato all'Ansa in Siria che ha ucciso un poliziotto della scorta.


La Repubblica nell' edizione di oggi 21 giugno non dedica neanche una parola,almeno io proprio non ho trovato niente, all' attentato di ieri all' inviato Ansa in Siria.

Ricordo che in questo attentato e' rimasto ucciso un poliziotto siriano e tre persone sono sate ferite gravemente.

Gia ieri avevo notato che sul sito di questo giornale la notizia non appariva neanche tra le brevi.

A questo punto sarebbe necessaria una vera e propria campagna di controinformazione perche' le attivita' armate degli oppositori impediscono anche la missione degli osservatori Onu e la volonta' di Cns, e loro alleati, di puntare al tanto peggio tanto meglio e' evidente.

Questo e' denunciato dalle chiese cristiane ufficiali siriane,che temono molto questa presenza di integralismo islamico armato, e ben conosciuto in Vaticano, da dove pero' non vengono prese di posizione forti.

ne parleremo, ma credo che ci siano le condizioni per fare conoscere molto di piu' all' opinione pubblica italiana queste cose.

marco,mattina presto

Piu' tardi:

salto in biblioteca a dare un' occhiata agli altri  quotidiani di oggi.


Quasi tutti i giornali non scrivono niente dell' attentato in Siria al convoglio,tre macchine, che accompagnava l' inviato dell' Ansa.

Non ne parlano:
Unita', il Fattoquotidiano, Il manifesto, Repubblica, Corriere della sera, Sole24ore, Libero, Il Foglio

Ne parlano solo:
Avvenire, Il Tempo, Il Messaggero

Il Tempo e Libero raccontano che il ministro Terzi teme ondate di profughi dalla Siria verso le coste italiane.

Il ministro Cancellieri sul Messaggero (se non sbaglio) espone lo stesso timore.

Molto spazio alla Siria viene dato solo su Avvenire, che racconta dei civili di Homs messi in salvo, spiegando che non erano ostaggio del governo ma erano presi tra due fuochi.

Avvenire fa un accenno anche ai gruppi che a Homs tentano una riconciliazione,Mussallah, (o una attenuazione delle reciproche violenze) tra le diverse fazioni.

Confermato dunque che la vulgata di Assad che colpisce opposizione inerme viene smentita con un po' di spazio solo dagli ambiente cattolici.

La Chiesa italiana e' preoccupata, ma non si espone con i suoi vertici, si pronunciano le chiese cristiane locali, divise in molte correnti diverse, e agenzie di stampa e media minori.

Il tema pero' e' molto grave, in Siria ci sono 2 milioni di cristiani su circa 23 milioni di abitanti e nel vicino Libano c' ugualmente una presenza notevole di cristiani.

Con quello che succede in queste settimane in Nigeria, quello che e' successo in Iraq e Libia, questi rischi, che gia'in parte si sono concretizzati perche' i profughi cristiani sono gia' molti, potrebbe uscire dalle nicchie dei media minori cattolici e cristiani.


Marco

Maggio 2012, la produzione fotovoltaica di energia elettrica e' il 9% del totale prodotto


Nel mese di maggio 2012 in Italia la percentuale di energia elettrica prodotta da impianti fotovoltaici e' stata il 9% dell' energia prodotta totale: 2.063 GW(h) su un totale di  22.891 GW(h).  
Nei primi 5 mesi del 2012 con l'energia  fv sono stati prodotti 7.205 GW(h) su un totale di 116.013 GW(h), pari al 6,21%.
Nei mesi di giugno e luglio si avra' un percentuale ancora superiore, sicuramente oltre il 10%.

Qualche anno orsono in un convegno interruppi  un parlamentare a favore del nucleare che ironicamente affermava che l' energia solare era lo 0,00...001.. dell'energia elettrica totale. Io dissi che invece era gia' lo 0,1, cioe' un millessimo e che la sua crescita era esponenziale. Quell'interruzione, in una sala affollata di persone che non conoscevo, mi procuro' un po' di panico e ansia. Dopo pochi anni l'energia fotovoltaica in Italia arriva gia'in alcuni momenti al 10% del totale, quella interruzione era dunque sacrosanta.
marco

DOMANDA ELETTRICA IN ITALIA: -4,1% A MAGGIO

Roma, 7 giugno 2012 – Nel mese di maggio 2012 l’energia elettrica richiesta in Italia, pari a 25,9 miliardi di kWh, ha fatto registrare una flessione del 4,1% rispetto a maggio dello scorso anno.
Depurata da un modesto effetto della temperatura, la variazione della domanda elettrica di maggio 2012 diventa -4,0%. Con una temperatura media mensile pressoché invariata rispetto a maggio dell’anno scorso, si è infatti avuto lo stesso numero di giorni lavorativi (22).
I 25,9 miliardi di kWh richiesti nel mese di maggio 2012 sono distribuiti per il 47% al Nord, per il 29% al Centro e per il 24% al Sud.
A livello territoriale, la variazione della domanda si è articolata in maniera differenziata sul territorio nazionale: -4,7% al Nord, -2,4% al Centro, -4,1% al Sud.
Nel mese di maggio 2012 la domanda di energia elettrica è stata soddisfatta per un 87,3% con produzione nazionale e per la quota restante (12,7%) dal saldo dell’energia scambiata con l’estero.
In dettaglio, la produzione nazionale netta (22,9 miliardi di kWh) è diminuita del 3,8% rispetto a maggio 2011. Sono in crescita le fonti di produzione idroelettrica (+15,9%), eolica (+39,2%) e fotovoltaica (+231,1%). In flessione le fonti termica (-18,5%) e geotermica (-3,5%).
Nei primi cinque mesi del 2012, la domanda di energia elettrica in Italia è risultata in calo del 3,2% rispetto ai valori del corrispondente periodo dell’anno precedente; a parità di calendario il valore è -3,9%.
In termini congiunturali, la variazione destagionalizzata della domanda elettrica di maggio 2012 rispetto al mese precedente è stata pari a +0,6%. Il profilo del trend mantiene un andamento negativo.
L’analisi dettagliata della domanda elettrica mensile provvisoria del 2012 e del 2011, è disponibile nella pubblicazione “Rapporto Mensile sul Sistema Elettrico”, consultabile alla voce “Sistema elettrico >> Dispacciamento >> Dati esercizio” del sito www.terna.it.

http://www.terna.it/default/Home/SISTEMA_ELETTRICO/dispacciamento/dati_esercizio/rapporto_mensile.aspx

martedì 19 giugno 2012

Siria,da Tv Vaticano preoccupazione per intervento armato straniero


A che punto è la notte? L’editoriale di padre Lombardi
Radio Vaticana 16/06/2012

Non abbandonare la Siria travolta da violenze che non sembrano avere fine. E’ l’appello pressante che viene dalla popolazione e, in particolare, dai cristiani in Siria, mentre gli osservatori Onu sospendono la loro attività nel Paese. Un grido di dolore a cui si richiama padre Federico Lombardi nel suo editoriale per “Octava Dies”, il settimanale d’informazione del centro Televisivo Vaticano:

Da diverse località della Siria continuano ad arrivare ogni giorno notizie di una strage di persone innocenti di ogni età e credo religioso, con un crescendo sempre maggiore da ormai almeno 15 mesi. Ormai sono sempre più quelli che affermano che si debba parlare di una vera situazione di guerra civile.

Un Paese caratterizzato dalla convivenza fra componenti diverse del mondo musulmano, e dove anche i rapporti ecumenici fra i cristiani di diverse confessioni e riti e i rapporti interreligiosi fra cristiani e musulmani erano tradizionalmente sereni – indimenticabile il viaggio di Giovanni Paolo II nel 2001 – precipita ora nella violenza, nel caos, nel rischio di disintegrazione, senza che si veda una via d’uscita: una “lenta discesa agli inferi”, ha detto il nunzio apostolico, mons. Zenari.

Le attese di libertà e di maggior partecipazione nella vita politica presenti in tanti giovani siriani come in altri Paesi coinvolti dal vento di cambiamento della regione non sono state dovutamente ascoltate da parte dei governanti, mentre nel campo degli oppositori si sono inserite e hanno preso piede componenti violente.

Nonostante gli appelli ripetuti del Papa come di tanti leader religiosi e civili, la comunità internazionale appare finora incapace di agire efficacemente. Influisce certo il fatto che la Siria si trovi proprio in un’area particolarmente delicata per gli equilibri politici internazionali.

IL PIANO DI KOFI ANNAN NON HA TROVATO SPAZIO, E L' IPOTESI DI UN INTERVENTO INTERNAZIONALE ARMATO E' IMMENSAMENTE PREOCCUPANTE.

Fino a quando dunque la dinamica della violenza continuerà a crescere e la gente a morire e a fuggire dalle sue case? Per i credenti è tempo di compassione, di preghiera, di soccorso ai sofferenti per quanto possibile, di invito e di sostegno alle iniziative di dialogo ad ogni livello,barlumi di speranza.

Non dimentichiamo ne' abbondoniamo la Siria.

Fonte http://www.radiovaticana.org/IT1/articolo.asp?c=597036

Giappone,nuova terra promessa per il fotovoltaico ?


Il fotovoltaico verso una nuova terra promessa?

Mentre in Italia si attende con preoccupazione il quinto conto energia fotovoltaico, ieri il Giappone ha approvato ufficialmente nuove generose tariffe incentivanti, in vigore dal 1° luglio. Sono circa il doppio di quelle tedesche e promettono di far decollare il mercato nazionale: si prevedono da 3 a 5 GW di nuove installazioni in un anno.
di Giulio Meneghello
19 giugno 2012


Mentre in Italia il settore attende con ansia di sapere quanto duro sarà il colpo inflitto dal quinto conto energia e un po' in tutta Europa si sta andando d'accetta sugli incentivi, per il fotovoltaico mondiale sembra aprirsi una nuova speranza: il Paese del Sol Levante. Ieri infatti il Giappone ha annunciato le nuove tariffe incentivanti per le rinnovabili, in vigore dal 1° luglio: per il fotovoltaico i valori sono circa il doppio degli incentivi tedeschi, il triplo di quelli cinesi e quasi il doppio anche di quelli che ci si aspetta in Italia con il nuovo conto energia.

Il Giappone, come sappiamo, ha un grosso vuoto energetico da colmare: dopo aver fermato tutte le centrali nucleari nei mesi precedenti, ieri Tokio ha preso la controversa decisione di far ripartire due reattori per il timore che non si riesca a far fronte al picco di domanda estivo. Fin da subito dopo il disastro di Fukushima, comunque, era stato chiaro che il Paese avrebbe puntato sulle rinnovabili per colmare la lacuna energetica e mitigare la dipendenza dall'estero.

Con l'approvazione delle tariffe avvenuta ieri, il Paese spalanca ufficialmente le braccia all'industria mondiale del fotovoltaico. Il Governo stima che la potenza da rinnovabili nel Paese passi dai 19,5 GW attuali a 22 GW in meno di un anno, entro marzo 2013, con 2 GW di nuova potenza fotovoltaica. Ma i volumi potrebbero essere decisamente più alti: secondo Bloomberg New Energy Finance, nel 2013 il Giappone installerà da 3,2 a 4,7 GW di fotovoltaico, almeno il triplo degli oltre 1,3 GW del 2011, che hanno portato il totale a fine 2011 a circa 5 GW.

L'incentivo infatti, come avevamo anticipato, è generoso: per il FV si parla di 42 yen a kWh, ossia circa 0,42 euro, al cambio attuale. Gli incentivi in questione per il FV sono divisi in due taglie di impianti: potenze inferiore ai 10 kW o superiori ai 10 kW, entrambe hanno diritto alla stessa remunerazione ma i primi solo per 10 anni mentre i secondi per 20.

Insomma, un regime decisamente appetibile anche tenendo conto che in Giappone gli impianti al momento costano più cari che nei mercati europei: oltre il doppio che in Germania. D'altra parte è assai probabile che con l'allargarsi del mercato il prezzo degli impianti calerà nettamente, anche grazie allo sbarco massiccio di moduli a prezzi stracciati dai produttori cinesi, che potrebbero vedere nel Paese vicino un'alternativa interessante per rifarsi delle quote di mercato che probabilmente perderanno negli Usa a causa delle nuove barriere doganali americane.

Giulio Meneghello
19 giugno 2012
,
Fonte  http://www.qualenergia.it/

Dal Ministro degli esteri siriano un appello all' Italia


ANSA.it
Siria: l'Italia faccia sentire la sua voce in Ue
Appello lanciato dal portavoce del ministero degli esteri di Damasco Jihad Makdissi
19 giugno, 15:36

L'Italia faccia prevalere il suo "buon senso" in Europa, perché in Siria sono oramai in azione al Qaida e gruppi estremisti salafiti, e l'Europa "ci deve aiutare" invece di limitarsi alle sanzioni: lo ha detto all'ANSA il portavoce del ministero degli Esteri di Damasco, Jihad Makdissi. "L'Italia è il nostro più importante partner commerciale, e noi crediamo nelle relazioni con il nostro partner Mediterraneo", ha detto Makdissi. "Ma allo stesso tempo c'é l'Ue, e l'Italia è impegnata a portare avanti la politica di Bruxelles. Speriamo che la voce dell'Italia sia ascoltata di più nei confronti della Siria, in modo di aiutare il Paese invece di limitarsi a imporre sanzioni". "Non neghiamo - ha proseguito - di avere una crisi politica, vogliamo che dai nostri vicini arrivi un aiuto, invece di trasformare la Siria in un'altra 'Kandahar'". Come è emerso, ha aggiunto il portavoce, "qui non c'é più solo governo e opposizione, ma un terzo attore, qui ci sono al Qaida e i salafiti: l'Europa ci aiuti". L'Italia "é un grande Paese, molto importante nell'Unione europea, dovrebbe prevalere il suo buon senso in Europa", ha concluso.

DAMASCO, APPREZZIAMO RUOLO VATICANO - Il governo siriano "apprezza il ruolo del Vaticano", caratterizzato da una vocazione "umanitaria". La posizione della Santa Sede "é quella di costruire ponti" e il Vaticano "ha espresso preoccupazione per la violenza crescente", ha detto all'ANSA il portavoce del ministero degli Esteri, auspicando che la comunità internazionale faccia pressioni per lo stop alle violenze su tutte le parti, "compresi i Paesi del Golfo e quelli confinanti" con la Siria.

QATAR AGGRAVA CRISI POLITICA - Il Qatar "sta aggravando la crisi in Siria" perché "quando si mandano armi nelle strade non si vuole aiutare i siriani a risolvere la situazione". Quello del Qatar è "un ruolo negativo, speriamo che rivedano la propria posizione in futuro", ha aggiunto Makdissi.

AD HOMS TENTATA EVACUAZIONE CIVILI CON ONU - Le autorità siriane hanno provato "invano" ad evacuare i civili bloccati ad Homs, dopo le accuse dell'opposizione di perpetrare un assedio quotidiano alla città: "Ci sono stati contatti tra il capo osservatori dell'Onu e le autorità locali di Homs per facilitare l'uscita dei cittadini, ma non sono andati a buon fine", ha detto il ministro siriano degli Esteri in un comunicato diffuso dall'agenzia Sana. "Il governo siriano è pronto a far uscire i cittadini assediati dai gruppi terroristi armati", spiega il governo, che sostiene di aver iniziato già da settimane gli sforzi per evacuare i cittadini.

Fonte  http://www.ansa.it/

lunedì 18 giugno 2012

Homs,civili tra due fuochi,ma non si spiega bene.


Rainews ieri faceva scorrere nei sottotitoli :" Homs: ONU chiede a governo e ribelli di fare uscire i civili della citta'",di seguito riporto dei periodi da Repubblica di ieri.


Si e' cercato di costruire di Homs un' altra Misurata, cioe' una citta' ribelle bombardata dal governo autoritario con conseguente strage di civili.Invece sta uscendo anche sui media di solito poco attenti che non e' cosi'.

A questo punto alcune verita' potrebbero e dovrebbero uscire dalle nicchie della controinformazione ed essere approfondite su media e ambienti ufficiali.

Marco

Siria: Onu, evacuare civili da Homs
Capo Unsmis: 'mettere in salvo donne, bimbi, anziani, feriti'
17giugno, 21:50

(ANSA) - DAMASCO, 17 GIU - ''A Homs i tentativi di tirare fuori i civili dalla linea di tiro non hanno avuto successo. Le parti devono permettere a donne, bambini e feriti di lasciare le zone di conflitto e garantire la loro sicurezza''. E' quanto afferma il capo della missione Onu in Siria, generale Robert Mood, sottolineando che ''i civili continuano ad essere intrappolati dall'escalation di violenza''. La missione Onu ''e' pronta a monitorare il rilascio'' dei civili una volta che le parti lo avranno deciso.


La Repubblica di domenica riporta questa notizia da Homs:

"...A Homs, citta' martire musulmani sunniti, alawiti e cristiani istituiscono un' assemblea per la riconciliziazione, impegnati a ritrovare morti e rapiti, a convincere le fazioni ad abbandonare le armi.

Questo pero' non ferma gli scontri fra l' esercito regolare e la brigata salafita Farouk dedita all' instaurazione di un emirato ad Homs:800 civili sia cristiani sia sunniti, intrappolati a Bustan Diwan e Hamidiye, i quartieri piu' antichi dove sono asserragliati gruppi di combattenti , implorano una tregua per consentire i soccorsi e l' evacuazione dei civili rimasti: quasi tutti cristiani (138mila)sono gia' fuggiti.

"Lasciateci andare, in nome di Dio", e' l' appello riportato dall' agenzia vaticana Fides, secondo la quale i ribelli avrebbero respinto la supplica, nel timore di un' offensiva finale dell' esercito se quei quartieri dovessero svuotarsi di civili."

sabato 16 giugno 2012

Piccola cronaca del 16 giugno pro-siria


Sono stata oggi in piazza del Popolo alla manifestazione pro-Siria.

Posso confermare che non era una manifestazione di estrema destra (neanche di destra) e che non c'erano simboli/bandiere/slogan fascisti.

C'era abbastanza gente, ovviamente parecchi siriani. E pure parecchi italiani.

C'erano - questo sì - slogan in appoggio a Bashar al Assad, e cartelli con la sua foto con su scritto (in arabo): "Siamo tutti con te".

Era indubbiamente, come del resto annunciato nel manifesto, una manifestazione in difesa "dello Stato siriano" (Bashar compreso).

Non mi sembra poi così incomprensibile che siriani che temono di vedere il proprio Paese - civilizzato, laico, progressista, mosaico di religioni, confessioni ed etnie che finora convivevano - precipitare nella guerra civile nonché nell'oscurantismo, per chissà quanto tempo (l'esempio dell'Iraq è dietro l'angolo, quello della Libia fresco fresco) facciano quadrato attorno al regime che a derive di questo tipo aveva finora fatto da argine.

La cosa non mi meraviglia affatto.

Fra i numerosi interventi che si sono susseguiti, Fulvio Grimaldi, Giulietto Chiesa (c'era anche lui - evidentemente non ha paura di contaminarsi/compromettersi, o essere schedato come "cattivo" o impresentabile), e Monsignor Hilarion Capucci.

Non hanno parlato "fascisti", o rossobruni (che non mi è ancora del tutto chiaro cosa siano).

Forse bisognerebbe stare tutti piu' rilassati...

Ornella
Un messaggio dalla lista di discussione Nowaroma che descrive benissimo con poche parole la giornata di ieri. L' autrice e' una giornalista che conosce molto bene il Medio Oriente.

Roma, un esempio di spreco in luce (pubblica)


La lettera
Roma, gli sprechi in luce

Mario Martiny

Segnalo uno spreco che si protrae almeno da un anno, cioè da quando me ne sono accorto, che potrebbe essere risolto con interventi elementari: le lampade dell'illuminazione pubblica della città di Roma vengono accese in largo anticipo rispetto al calar della luce solare e spente in ritardo rispetto al sorgere del giorno. Ho ripetutamente scritto via mail al sindaco e all'assessore al bilancio, che ha la delega alle politiche per la razionalizzazione della spesa, perché venissero prese semplici azioni correttive in grado di risolvere questa prolungata mala gestione. In precedenza avevo verbalmente segnalato la questione al corpo dei vigili urbani di Roma.

Né il sindaco, né l'assessore, che pure ha una grande esperienza professionale e si è pure occupato di trasparenza amministrativa, mi hanno risposto, cosa più grave lo scialo perdura. Solo una gentile addetta all'ufficio relazioni del pubblico del municipio di Roma centro ha preso in considerazione i miei contributi girandoli al fornitore che li ha del tutto disattesi. Da ultimo, ho inviato la segnalazione al governo italiano nell'apposito sito, che, dopo appena una settimana, mi ha risposto con una mail automatica di ringraziamento e di presa in carico della segnalazione. Anche in questo caso la segnalazione non ha sortito effetto alcuno. Lo spreco è di ammontare non indifferente.

Secondo varie fonti giornalistiche, ho letto che il comune di Roma spende annualmente una cifra compresa tra 50 e 70 milioni di euro per illuminare di notte (e di giorno) la città e che il contratto con l'Acea sarebbe in corso di rinnovo fino al 2027. Secondo la mia percezione, il tempo di inutile accensione delle lampade è compreso tra una e due ore al giorno, oltre il 10 per cento della durata della notte; lo spreco è compreso tra 5 e 10 milioni di euro. Dal punto di vista tecnico, gli interventi necessari per evitare lo sperpero di risorse pubbliche sono di una semplicità estrema; dal punto di vista amministrativo occorrono interventi strutturali, di natura gestionale e nel sistema dei controlli, capaci di incidere sui livelli di servizio e sul rapporto contrattuale con il fornitore. Nella mail del 28 febbraio inviata al sindaco e all'assessore facevo presente che vista l'importanza della questione (spreco di soldi pubblici e di energia) mi aspettavo qualcosa in più di una semplice mail di inoltro della segnalazione al fornitore.

 Per esempio: una comunicazione agli organi gestionali del comune in materia di illuminazione pubblica e a quelli di controllo interno per verificare, quantomeno, le cause di siffatta prolungata mala gestione, a chi sono addebitati i costi dell'inutile spreco, le caratteristiche del contratto di fornitura, eventuali responsabilità interne. Mi sarei aspettato inoltre una lettera al fornitore di richiesta delle cause di siffatto spreco, di intimazione a rimuoverne le cause nel più breve tempo possibile, di preavviso al non pagamento delle fatture ove sia riscontrata la sua reponsabilità. Sono passi che diventano ogni giorno più urgenti per un comune la cui situazione finanziaria non è florida e per tentare di quadrare i conti ha in corso alcune iniziative, quantomeno controverse, che incidono direttamente sulle tasche dei cittadini, come l'aumento delle tariffe del trasporto pubblico del cinquanta per cento o la cessione del 21 per cento dell'Acea, che tra l'altro gestisce l'acquedotto municipale, a prezzi di saldo.

Lettera al Manifesto del 15 giugno 2012

venerdì 15 giugno 2012

Manifestazione Siria,16 giugno, non partecipero' ma andro' a vederla e la raccontero'.


Oggi non partecipero' alla manifestazione dei Siriani in Piazza del Popolo.

Andro' a vederla
perche' nessun resoconto giornalistico o di amici riuscirebbe mai a raccontarmi quello che posso vedere con i mei occhi e, avendo sempre vissuto nella profonda provincia, ora che sono a Roma non rinuncio a vedere di persona, potendolo fare con 10 minuti di metropolitana.

Avevo scritto che avrei partecipato
con le mie idee contro le guerre e sulla democrazia, avrei dovuto scrivere anche sulla liberta'.

Non lo faccio perche'
violente polemiche verbali ci sono state e ci saranno su questo evento
e non avrei mai la forza, la capacita', la possibilita' di spiegare bene la mia posizione

- agli amici pacifisti,
- ai siriani (sia filoAssad,sia solo contro la guerra, sia oppositori di Assad)
- alla sinistra che sulla Siria ha, secondo me, sbagliato analisi e da qualche mese sta appoggiando acriticamente settori dell' opposizione siriana che non lo meritano.

A tutto questo si aggiunge la presenza alla manifestazione di forze di estrema destra
che in questo momento di eccezionale instabilita' economica e politica non e' il caso di aiutare in alcun modo,
anche se persone di estrema destra hanno capito meglio di molti di sinistra gli avvenimenti libici e siriani e LI HANNO ANCHE SEGUITI DI PIU'.

Marco Palombo

15 giugno,Siria - Italia per l'uso della forza (armata)



SIRIA.

La misssione degli osservatori dell' Onu in Siria va posta sotto il capitolo VII della carta dell' Onu, che permette al Consiglio di Sicurezza di autorizzare sanzioni e l' uso della forza.

Lo dice il ministro degli esteri italiano Giulio Terzi, che si allinea cosi' alla Francia. Il presidente François Hollande ieri ha aggiunto che un compromesso con la Russia, che rifiuta l' intervento militare, si potra' cercare al prossimo summit del G20.

Mentre Kofi Annan spera di riunire un Gruppo di contatto sulla crisi siriana: ma USA, Gran bretagna, ( e Italia) si oppongono alla presenza dell' Iran.

dal Manifesto del 15 giugno



Ho girato subito,appena letto, questo trafiletto del Manifesto perche' mi sembra una dichiarazione ufficiale dell' Italia per l' intervento armato.

Una scelta sulla quale tutti, partiti, sindacati, movimenti, dovrebbero immediatamente pronunciarsi.

Cerchero' ora di vedere e capire meglio il tutto, ma il Manifesto su queste notizie lo ritengo attendibile e la notizia ,benche' contenuta in un trafiletto di nove righe, mi sembra davvero importante e chiara.

Quindi il primo passo e' accendere i riflettori su questa scelta che non e' di poco conto, e' la dichiarazione di guerra (benche' non ufficiale) di guerra dell' Italia alla Siria.



marco

giovedì 14 giugno 2012

Forum Pace,Video: M.Correggia, Francesco Vignarca e l' intervento dei fratelli musulmani

 
Video degli esponenti dei Fratelli Musulmani che aprono l' Assamblea Plenaria del Forum Pace 
 
http://www.youtube.com/watch?v=bvNtjuDfYJk
 
Video, sempre dal Forum Pace di Roma, 7-8-9 giugno 2012.
Alessandro Marescotti, direttore di Peacelink intervista Francesco Vignarca,esperto di armamenti e rappresentante della rete Disarmo e marinella Correggia, giornalista e attivista ecopacifista




 http://www.youtube.com/watch?v=OjSHaMBPf6g 
 

mercoledì 13 giugno 2012

Marcia Europea dei Sans-Papiers e dei Migranti per un Europa dei Diritti/Solidarieta'


Coalizione Internazionale dei Sans-Papiers e Migranti (CISM)
MARCIA EUROPEA DEI SANS –PAPIERS E DEI MIGRANTI

DAL 2 GIUGNO AL 2 LUGLIO 2012
CHI SIAMO? Siamo la Coalizione Internazionale dei Sans-Papiers e Migranti, un movimento composto dall'’insieme di collettivi migranti, richiedenti asilo o rifugiati, studenti, associazioni antirazziste, sindacati, associazioni umanitarie, forze sociali e politiche provenienti da diversi paesi d'Europa che promuovono la Marcia Europea dei Sans-Papiers e Migranti.

PERCHE LA MARCIA EUROPEA? Manifestiamo con “la marcia” per chiedere e rivendicare la libertà di circolazione e di residenza delle persone, la regolarizzazione dei migranti, l'esercizio totale dei diritti degli oltre 20 milioni e 200 mila cittadini migranti residenti nell'Unione Europea, la protezione e il rispetto dei diritti dei richiedenti asilo, il diritto alla cittadinanza di residenza per i bambini nati in Europa, il rispetto dei diritti dei rom e dei sinti e per un Europa dei DIRITTI/SOLIDARIETA'.

QUANDO E DOV'E LA MARCIA? Questa grande Marcia è partita il 2 giugno da Bruxelles in Belgio, e attraverserà l'Olanda, il Lussemburgo, la Francia, la Germania, la Svizzera, l'Italia per poi concludersi a Strasburgo al Parlamento Europeo il 2 luglio.

QUANDO ARRIVA LA MARCIA IN ITALIA? La Marcia fa tappa in Italia, dal 25 giugno al 2 luglio 2012, con marcie, manifestazioni, assemblee e testimonianze.

A CHI RIVOLGIAMO L'INVITO? Invitiamo tutti, migranti, studenti, difensori dei diritti umani, lavoratori, sindacati, associazioni, pensionati, movimenti sociali, forze politiche e famiglie a partecipare in segno di solidarietà a questa MARCIA EUROPEA DEI SANS – PAPIERS E DEI MIGRANTI PER UN EUROPA DEI DIRITTI/SOLIDARIETA'.
COSA SERVE PER IL SUCCESSO DELLA MARCIA? Abbiamo bisogno di ogni forma di sostegno economico, umano, materiale e sopratutto della partecipazione popolare. Abbiamo bisogno del tuo/del vostro CONTRIBUTO ECONOMICO con contributi volontari o acquistando una “delle magliette” che abbiamo prodotto per la Marcia. Abbiamo BISOGNO DI TANTI VOLONTARI PER LA GESTIONE DELLE ATTIVITA'

DOVE RIVOLGERMI PER LA MARCIA? Per informazioni, partecipazioni, sostegno materiale ed economico contattare i seguenti indirizzi:

E-mail: marche.europeenne.sanspapiers@gmail.com
Blog: http://marcia-europea-dei-sans-papiers.blogspot.it/

Coalizione Internazionale dei Sans-Papiers e Migranti (CISM)

MARTEDI 26 GIUGNO 2012

GRANDE MANIFESTAZIONE PER: LA REGOLARIZZAZIONE, LAVORO, DIGNITA', CITTADINANZA, CASA E ASILO ORE 17.00 IN CORSO GIUGLIO (ANGOLO VIA ANDREIS)

MERCOLEDI 27 GIUGNO 2012
ASSEMBLEA PUBBLICA: DIRITTO DI ASILO IN EUROPA ORE 17.00 PIAZZA MADAMA CRISTINA - TORINO

GIOVEDI 28 GIUGNO 2012
MARCIA: TORINO – BUSSOLENO CON SANS-PAPIER/MIGRANTI CON “COLORI E DJEMBE” ORE 10.00 DI FRONTE STAZIONE PORTA NUOVA – TORINO

VENERDI 29 GIUGNO 2012
ASSEMBLEA PUBBLICA: CONDIZIONI DI LAVORO/LIBERTA' DI CIRCOLAZIONEI IN EUROPA ORE 17.00 CHIOMONTE “CAMPEGGIO” SOLIDARIETA' E DEI DIRITTI

SABATO 30 GIUGNO 2012
MARCIA: BUSSOLENO – AVIGLIANA ORE 10.00 DI FRONTE STAZIONE BUSSOLENO CON SANS-PAPIER/MIGRANTI CON “COLORI E DJEMBE”

DOMENICA 1 LUGLIO 2012
FESTA DELLA SOLIDARIETA': SUONI, DJEMBE, COLORI DALLE ORE 17.00 IN PIAZZA CARIGNANO – TORINO

LUNEDI 2 LUGLIO 2012
TUTTI/TURRE IN VIAGGIO PER STRASBURGO! ORE 7.00 DI FRONTE STAZIONE PORTA NUOVA – TORINO

*PRENOTA PER STRASBURGO: 347 92 50 741 / 327 18 52 599

martedì 12 giugno 2012

3-5 Luglio,Buenos Aires---Solar Argentina, prima fiera internazionale dell' energia solare in questo paese.



Si avvicina la prima edizione di Solar Argentina
Lunedì, 11 Giugno 2012


La manifestazione sarà una grande opportunità di investimento in un Paese che può creare nuovi sbocchi di mercato. Si terrà in contemporanea con Eolica Argentina

La prima edizione di Solar Argentina, l’evento dedicato all’energia solare fotovoltaica, termica e termodinamica che si svolgerà dal 3 al 5 luglio 2012 nel centro espositivo La Rural di Buenos Aires, si preannuncia molto interessante. Alla manifestazione, la prima fiera internazionale dedicata all’industria argentina del settore di riferimento, hanno infatti aderito, oltre a espositori locali, anche aziende provenienti da Germania, Italia e Cina. Questo a conferma di come anche nel settore dell’energia solare le premesse in Argentina siano molto positive, grazie anche alle politiche governative che, tramite incentivi, mirano a favorire la crescita del settore.

Solar Argentina 2012 propone anche un interessante programma congressuale con gli interventi di qualificati rappresentanti di Universidad Nacional San Martin, Universidad Nacional Lujàn, Utn Regional Delta, di Cader (Camera di Commercio delle Energie Rinnovabili), della Commissione Nazionale Energia Atomica (Dipartimento Energia Solare) e delle aziende. Tra i temi che saranno trattati, ad esempio, le tecnologie dei sistemi fotovoltaici di generazione distribuita, la ricerca e lo sviluppo nelle celle solari, l’interconnessione dei sistemi fotovoltaici alla rete elettrica negli ambienti urbani e le tecnologie di produzione fotovoltaica dal silicio al modulo solare. Solar Argentina 2012 si svolgerà in contemporanea con Eolica Argentina 2012, la fiera dedicata all’industria dell’energia dal vento.

“Come Artenergy Publishing, società leader in Europa nella comunicazione integrata delle rinnovabili, abbiamo deciso di proporre delle manifestazioni dedicate al settore anche in Argentina, con la convinzione di poter replicare i grandi risultati già ottenuti in Italia - dice Marco Pinetti, presidente di Artenergy Publishing, la società organizzatrice - Solar Argentina ed Eolica Argentina registrano la partecipazione di oltre 60 espositori. Crediamo che questo lusinghiero risultato, ottenuto già alla prima edizione, crei le migliori premesse per un significativo sviluppo futuro”.

Fonte  http://www.zeroemission.eu/

lunedì 11 giugno 2012

L'energia solare per le isole minori italiane, Concorso Internazionale



GSE è tra i promotori del Concorso internazionale di idee “L’energia solare per le isole minori italiane”, nato nel 2011, con la finalità di stimolare progetti innovativi mirati all'utilizzo delle energie rinnovabili nei contesti delle isole minori italiane con Comuni fino a 15mila residenti. Obiettivo dell’iniziativa quello di incentivare la ricerca di soluzioni che riescano a coniugare l’utilizzo di sistemi o impianti energetici da fonte solare, con la tutela e la valorizzazione delle tipicità architettoniche e paesaggistiche delle isole minori.

Il Concorso rientra nell’ambito di un Protocollo d’intesa triennale, siglato ad aprile 2010, tra il GSE e il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, l’associazione ambientalista Marevivo, il Centro di Ricerca Interdisciplinare Territorio Edilizia Restauro Ambiente dell’Università La Sapienza di Roma e l’ENEA.

Il concorso è rivolto a tre diverse categorie di partecipanti:

• studenti di architettura, ingegneria o industrial design;
• architetti, ingegneri, industrial designer;
• studi o gruppi professionali, società di progettazione.

Ai premi in danaro per i primi e secondi classificati delle categorie studenti, il GSE aggiunge la possibilità, di effettuare uno stage di 6 mesi presso le proprie sedi di Roma, nell’ambito delle attività di promozione e sviluppo delle fonti rinnovabili e dell’erogazione dei servizi specialistici in campo energetico.

Il concorso ha visto la presentazione di 25 idee progettuali di cui 6 sono state premiate dalla Giuria.

In futuro assumerà sempre più importanza la necessità di coniugare il rapido sviluppo delle rinnovabili, con l’integrazione urbanistica e ambientale. I progetti premiati dal Concorso d’idee internazionale vanno in questa direzione e testimoniano una diffusa sensibilità nei confronti di queste tematiche, soprattutto tra le imprese, gli studenti e gli studi di architettura, ingegneria o di industrial design, ai quali è stato rivolto il bando di partecipazione.

Nel 2011, la seconda edizione del concorso è stata intitolata “Le energie rinnovabili per le isole minori e le aree marine protette italiane”, ampliando la gamma di fonti rinnovabili ammissibili - sole, vento, geotermia, biomasse, maree, correnti e moto ondoso - e l’ambito territoriale in cui proporre le idee progettuali: oltre alle isole minori, infatti, sono state ammesse per la prima volta anche le aree marine protette italiane.

Gli organizzatori del concorso intendono incoraggiare la progettazione di soluzioni tecnologiche e formali per il risparmio e la produzione di energia da fonti rinnovabili, applicate al contesto delle isole minori e delle aree marine protette, per contribuire allo sviluppo locale, valorizzandone il patrimonio paesaggistico.

Fonte  http://www.gse.it/

domenica 10 giugno 2012

M.Correggia-Massacri attiraNato,Cuba, Miami, il Cns


Massacri attiraNato, Cuba, Miami, il Cns
di Marinella Correggia

Come in un ritornello ogni giorno da mesi la più grande agenzia stampa del mondo - la Reuters- ritualmente travisa le dichiarazioni dell’Onu, pure non certo favorevoli al regime siriano. Facendo di tutto per indurre l’opinione pubblica mondiale ad accettare o meglio a chiedere un intervento armato in Siria, continua a ripetere che “secondo l’Onu” le forze di Assad hanno ucciso diecimila persone, e che, “secondo il governo di Damasco”, sono stati uccisi anche 2.600 fra soldati e altre forze dell’ordine. In realtà la stessa Onu non si è mai espressa in questi termini, parlando sempre di “vittime della violenza in Siria”; dove con tutta evidenza gli scontri non sono fra un regime e manifestanti pacifici ma fra due (o più) parti armate, e a questi si aggiungono attentati e stragi.

Con questo depistamento quotidiano che vede Reuters in prima fila, di fronte a ogni nuovo massacro in Siria – l’ultimo nella località Al Kubeir, villaggio di Mazraf, regione di Hama, non è chiaro il numero dei morti ma fra di loro donne e bambini – nessuno si chiede a chi giovi, nessuno si chiede se non sia espressione di un tragico odio settario, o se ci siano squadroni della morte, e tutti continuano a dare per buona una sola delle due versioni: quella dell’opposizione armata e del Cns (Consiglio nazionale siriano) che continuano a chiedere interventi militari dall’esterno (questo ha ri-chiesto a Obama giorni fa un colonnello delle forze “ribelli” siriane, parlando da località non precisata all’Independent e ribadendo di aver rotto il cessate il fuoco. Del resto Qatar e Arabia Saudita, e gli occidentali, che sostengono l’opposizione anche armata, non hanno mai sostenuto davvero il piano di Annan).

I “ribelli” fanno davvero di tutto per attirare le bombe, o almeno ancora più aiuti. Il giornalista britannico Alex Thomson che è a capo dei corrispondenti di Channel 4 (non certo amica del regime: qualcuna ricorda il video fabbricato sui “medici siriani che torturano manifestanti feriti”?) sostiene che durante il suo viaggio in Siria i ribelli siriani lo hanno lasciato in una zona considerata terra di nessuno vicino al confine libanese, sperando che le forze del governo gli sparassero. Thomson ha scritto su un blog che una scorta ribelle ha guidato lui, il suo autista e il suo traduttore in un vicolo cieco in una “free-fire zone” vicino alla città di Qusair. Thomson sostiene che era “piuttosto chiaro che i ribelli ci avessero deliberatamente messo in posizione per essere bersagliati dall’esercito siriano”, aggiungendo che se lui e i suoi colleghi fossero stati colpiti tale episodio si sarebbe rivelato uno strumento di propaganda per i ribelli. In una e-mail, Thomson ha scritto che “in alcun modo” è possibile scambiare i fatti di oggi per un incidente (LaPresse News, riportato da http://economia.virgilio.it/notizie/economia/siria_giornalista_gb_ribelli_volevano_farci_sparare_da_esercito,35227622.html ).

Forse occorrerebbero ascoltare i consigli di Cuba. L’isola ha una certa esperienza di lotta al terrorismo (del quale è stata vittima) e di opposizione alle guerre occidentali (nel 1990 fu l’unico paese, membro di turno del Consiglio di Sicurezza, a votare contro l’ultimatum all’Iraq). E il suo rappresentante permanente all’Onu, ambasciatore Rodolfo Reyes Rodriguez, il primo giugno durante la 19ma sessione speciale del Consiglio dei diritti umani (Cuba è membro di turno) ha parlato chiaro (www.granma.cu/italiano/esteri/4-junio-intervento.html ). Ecco le sue parole: “Cuba condivide la preoccupazione per la perdita di vite innocenti in qualsiasi parte del mondo. In accordo con la posizione cubana di condanna del terrorismo in tutte le sue forme e manifestazioni, abbiamo condannato gli attentati terroristici perpetrati contro il popolo della Siria, che hanno provocato decine di morti e centinaia di feriti, ma sui quali questo Consiglio per i diritti umani non ha detto una sola parola. (…) Cuba esprime la sua solidarietà con le vittime e i loro familiari per i fatti di El-Houlah (l’ultimo massacro non era ancora avvenuto, ndr), ma il più elementare senso di giustizia deve impedire che si attribuiscano responsabilità a partire da semplici insinuazioni di parti interessate a promuovere la destabilizzazione e l’intervento militare straniero in Siria, per i quali i paesi della Nato dedicano notevoli risorse, finanziando e armando un’opposizione che soddisfi le loro ansie di cambio di regime in questo paese. (…)

 Una guerra civile in Siria o un intervento di forze straniere seminerebbero una maggior distruzione e moltiplicherebbero i morti, destabilizzerebbero tutta la regione e avrebbero gravi conseguenze per i popoli del Medio Oriente. (…) Sono allarmanti i richiami di coloro che vogliono l’uso della forza, la violenza e l’intervento militare straniero in Siria e sono necessari più dialogo e una maggior volontà di negoziato. (…) La condotta di alcuni membri della NATO nella regione dell’Africa del nord e del Medio Oriente, i loro ingiustificabili bombardamenti, i crimini contro i civili indifesi e il silenzio complice di fronte alle azioni d’Israele contro il popolo palestinese, sostengono le tesi che non è precisamente la promozione e la protezione dei diritti umani la legittima motivazione del dibattito che oggi ci occupa. (…) Per questo la nostra più ferma posizione è che l’investigazione che si deve realizzare sul massacro di El-Houlah dovrà essere seria, credibile, trasparente e senza pregiudizi e non dovrà essere inquinata da motivazioni politiche: questa sarà l’unica forma per conoscere la verità. (…) Il ruolo della comunità internazionale è appoggiare ogni sforzo che contribuisca alla salvaguardia della pace e della stabilità in Siria”.

Va in ben altra direzione il patto stretto fra opposizione cubana e quella siriana, con un seminario al Biltmore Hotel di Coral Gables dell’1 all’8 maggio, scrive Jean Guy Allard (riportato su http://www.peacelink.it/sociale/a/36322.html ): “La Cia ha messo in atto un dispositivo di sabotaggio contro il piano di Annan e qualsiasi altro tentativo di pace in Siria. (…) Ricorrendo alla comunità cubano-americana che controlla a Miami, e agli oppositori siriani che vivono nello stesso territorio, i servizi di intelligence degli Stati Uniti hanno tentato di collegare Cuba ai disordini in corso in Siria, come “rivela” un dispaccio da Miami dell’agenzia di stampa spagnola Efe sui “dissidenti siriani e cubani che stanno creando un fronte per combattere Castro e El-Assad”.

L’ultimo massacro a al Kubeir è un fatto. Ma dovrebbe essere considerato un fatto importante anche chi l’ha fatto, alla vigilia di una riunione all’Onu e a due settimane da quando un altro massacro è stato attribuito dal coro mondiale all’esercito e a forze paramilitari. Il poligono (di tiro) dei buoni ha già emesso il verdetto. Le tivù internazionali trasmettono video e interventi di “testimoni” del massacro e ne chiamano altri al telefono: questi accusano esercito e shabiha (gli ormai famosi “miliziani pro-Assad”) di bombardamenti ed esecuzioni. Un uomo curiosamente precisa che nel villaggio “non c’erano mai state manifestazioni contro il regime”. E proprio il regime ne avrebbe ordinato la morte…

Però la tivù privata siriana Addunia ha intervistato http://www.youtube.com/user/SyriaTruthNetworkEN?feature=watch il medico legale che esaminando i corpi degli uccisi ha stabilito il momento probabile del decesso: quattro o cinque ore prima che le forze armate arrivassero sul luogo e ingaggiassero scontri con i gruppi armati, dopo essere state chiamate dagli stessi abitanti. Alla tivù siriana alcuni degli abitanti della fattoria al Qubeyr e del villaggio di Maarzaaf hanno detto: “i terroristi armati hanno attaccato il villaggio alle dieci di mattina di mercoledi (6 giugno) sgozzando i bambini e le donne, il che ci ha spinti a fuggire al di fuori del villaggio”. Un’altra testimone ha affermato che gli uomini armati hanno terrorizzato gli abitanti del villaggio e li hanno scacciati dalle loro terre, distruggendo i loro raccolti agricoli, saccheggiandoli, e sgozzando i bambini e le donne.

Quanto al massacro di al Houla (due settimane fa), un giornalista russo della Anna News che si trovava nella zona durante il massacro ha raccontato quanto segue: “alle due di notte fra il 25 e il 26 maggio un grosso gruppo di armati catturano la cittadina di al Houla dopo averla attaccata da nordest. Vengono da Ar-Rastan, da Farlaha, da Akraba e da al Houla e sono aiutati da gangster locali. Una volta presi i checkpoint nel centro della cittadina, uccidono membri di famiglie non schierate con l’opposizione e fra queste molte del gruppo Al-Sayed, fra i quali 20 bambini; e la famiglia degli Abdul Razzak, usando coltelli e pistole. Poi l’opposizione accusa l’esercito. Durante l’attacco, gli armati perdono 25 uomini”.

Fonte  http://www.sibialiria.org/

sabato 9 giugno 2012

Roma, Fratelli Musulmani aprono l' Assemblea al Forum per la Pace, effetto boomerang


I Fratelli Musulmeni hanno aperto l' Assemblea del Forum per la pace a Roma. Hanno parlato venti minuti, l' intervento non era in italiano ed era necessaria una traduzione. Hanno chiesto aiuto all' Europa,anche se non militare, ed hanno detto che l' Esercito Libero Siriano difende solo i civili e non attacca nessuno. Flavio Lotti, coordinatore nazionale delle Tavole della Pace, presenti in molti comuni, ha commentato che l' aiuto doveva essere diverso da quanto successo in Libia, senza bombe.

Nonostante queste precisazioni, la scelta di fare aprire l' Assemblea da sostenitori dell' Esercito Libero Siriano e' stata molto contestata.  Alessandro Marescotti, direttore di Peacelink, ha letto alcuni articoli dal Sole24ore dove si spiegava il ruolo dei Fratelli Musulmani e tutti si sono dissociati. Un effetto boomerang dunque per una scelta poco meditata e condivisa ,un episodio che mi auguro esca dalla sala dove si e' svolta l' Assemblea.

venerdì 8 giugno 2012

Radio Vaticana riporta la denuncia del Patriarca Gregorius III-"Siria,cristiani vittime del clima di terrore"ma nessuno ne parla, in Italia oggi la Nato conta piu' del Vaticano



L' articolo di Radio Vaticana si trova in fondo a questo post, questi primi articoli sono tratti dal sito www.oraprosiria.blogspot.it 


Venerdì 8 giugno 2012 
Gregorios III : Appello alla preghiera e al digiuno per la pace in Siria 

Chiediamo a tutti i figli della nostra Eparchia patriarcale di Damasco di continuare il più intensamente possibile le speciali preghiere ogni giorno a casa e in chiesa, se possibile, come molti hanno già fatto durante il mese mariano. Ora, dopo l'escalation di violenza, in particolare la diffusa serie di omicidi e rapimenti a scopo di estorsione che ha colpito un gran numero di membri della Chiesa greco-melchita cattolica e gli altri, specialmente in Homs. ... 

This is our response to the painful events that have caused weeping and heartbreak, implanting terrifying images in the souls of the elderly and young and provoking hatred and vengeance. 
..... 
http://pgc-lb.org/eng/gregorios/view/Call-to-Prayer-and-Fasting-for-Peace-in-Syria 


INFORMAZIONI DA ASIANEWS 
» 08/06/2012 

Fonti di AsiaNews in Siria, anonime per motivi di sicurezza, spiegano che l'Onu si affanna a cercare una soluzione, ma nessuno ha compreso ciò che sta accadendo. 

Tutti gli stranieri non musulmani che giungono nel Paese - diplomatici, funzionari, giornalisti - sono in balia delle varie fazioni in lotta. Gli stessi osservatori Onu hanno enormi difficoltà ad agire sul territorio e ciò impedisce una visione chiara della situazione e le future strategie per una rapida conclusione del conflitto. Ieri, alcuni miliziani, di cui non è ancora nota l'identità, hanno sparato contro la delegazione delle Nazioni Unite incaricata di far luce sul massacro di al-Qubair costato la vita a 78 persone. In queste ore un gruppo di osservatori ha raggiunto la zona della strage, ma sembrerebbero sotto il tiro dei cecchini di entrambe le parti. 

"La battaglia per la democrazia iniziata nel 2011 - affermano - è in realtà una lotta fra fazioni. Ciò è tipico del mondo islamico che confonde libertà con anarchia, rappresentanza parlamentare con supremazia del più forte. Le forze in campo si scontreranno finché una non prevaricherà sull'altra. La spirale di violenza proseguirà con o senza Assad, a farne le spese saranno tutti i siriani, che sono già vittime di sanzioni, rapimenti, omicidi, violenze delle milizie islamiche straniere che si stanno allargando anche a zone a tutt'oggi fuori dal conflitto, come ad esempio Aleppo ". 

L'unica soluzione alla guerra totale è la via diplomatica portata avanti attraverso il dialogo, anche duro, con il regime, che nonostante le violenze compiute è l'unico interlocutore in grado di controllare i suoi esponenti. 

L'opposizione del Consiglio nazionale siriano (Cns) appare come un insieme indistinto di correnti. Essi non hanno nessuna influenza sugli estremisti islamici che grazie alle armi fornite dai Paesi arabi continueranno a combattere prima contro Assad e gli alawiti e in seguito contro tutte le minoranze religiose presenti in Siria, soprattutto i cristiani. (S.C.) 

http://www.asianews.it/notizie-it/Siria,-Kofi-Annan:-il-piano-di-pace-ha-bisogno-dell'intervento-del-Consiglio-di-sicurezza-24981.html 

» 07/06/2012 
Vicario apostolico di Aleppo: no alla morte dei bambini sfruttata per fini politici e strategici 

Mons. Giuseppe Nazzaro condanna il massacro di Qubair e Mazzarzaf (Hama) costato la vita a 78 persone, fra cui donne e bambini. L'Onu ha il dovere morale di verificare il contesto, individuare gli autori e le ragioni della strage. Sanzioni economiche e guerriglieri estremisti islamici iniziano a fare più morti che i soldati del regime. 

Mons. Nazzaro spiega che è in atto una vera campagna per distruggere la Siria: "L'accanimento contro il regime di Bashar al-Assad fomenta la spirale di violenza e impedisce alla popolazione e al governo la possibilità di un'apertura graduale alla democrazia e alle riforme. Come accaduto in Iraq e in Libia, i diritti umani vengono sfruttati per fini economici e di potere, non sempre per il bene della popolazione. 

Coloro che desiderano distruggere Assad - Qatar e Arabia Saudita e gli altri Stati del Golfo - governano i propri Paesi con pugno di ferro senza alcun rispetto per i diritti umani e libertà religiosa. Perché a tutt'oggi nessuno ha mai condannato le violenze contro gli sciiti in Bahrain o gli arresti e le condanne inflitte ai migranti di fede cristiana in Arabia Saudita e Kuwait?". 

http://www.asianews.it/notizie-it/Vicario-apostolico-di-Aleppo:-no-alla-morte-dei-bambini-sfruttata-per-fini-politici-e-strategici-24967.html 

Una testimonianza giunta ad AsiaNews afferma: "Ciò che era un movimento interno al Paese (rivendicazioni e proteste legittime per una maggiore libertà e democrazia), si è trasformato in uno scacchiere internazionale, dove si gioca a più mani un gioco sporchissimo, che nulla ha a che vedere con il bene della Siria e dei siriani, e che a questo punto rischia non solo di metter in ginocchio il Paese e il suo governo, ma anche di vanificare le aspirazioni pacifiche dei veri dimostranti, in una logica di violenza, intolleranza e guerra civile che passa sopra la testa ( e attraverso il sangue versato) di tutti. 

Troppi interessi in gioco, troppa informazione unilaterale che circola in Occidente. Si aggiunge ora il terrorismo fondamentalista, con le esplosioni devastanti che conoscete, e che si preannuncia lungo a sconfiggere, dato l'appoggio logistico ed ideologico che riceve da Arabia Saudita, Qatar, e non solo". 

http://www.asianews.it/notizie-it/Accuse-reciproche-fra-Damasco-e-i-ribelli-sul-nuovo-massacro-di-Qubair-24961.html 

Fonte www.oraprosiria.blogspot.it

La stessa denuncia era arrivata anche da una fonte che in Italia solitamente ha credibilita' in alcuni ambienti, ma evidentemente ora la Nato conta piu' del Vaticano anche nel nostro paese. 

Siria. 
La denuncia del patriarca Gregorio III: “Cristiani vittime del clima di terrore” 

2012-06-01 Radio Vaticana 

Rapimenti notturni con pagamenti di riscatti fino a 200mila dollari, case confiscate o fatte saltare in aria da parte di bande sunnite, continue incursioni nei quartieri cattolici e fedeli cristiani usati come scudi umani durante gli scontri tra ribelli ed esercito. È quanto sta subendo la comunità cristiana in Siria a causa del caos della guerra civile in corso. 

La denuncia arriva direttamente dal Patriarca melchita di Antiochia, Gregorio III Laham, secondo il quale nella contrapposizione tra governo e opposizione “si è inserito un terzo elemento che punta soltanto a sovvertire la legge”. Tutto questo – aggiunge il patriarca – produce “un vero e proprio esodo dei cristiani”. 

Gregorio III Laham esorta quindi l’immediata applicazione del piano di pace dell’inviato delle Nazioni Unite, Kofi Annan, e boccia l’ipotesi di nuove sanzioni contro il governo del presidente Assad. (M.G.) 

http://www.news.va/it/news/siria-la-denuncia-del-patriarca-gregorio-iii-crist


mercoledì 6 giugno 2012

16 giugno contro la guerra in Siria e quelle foto di persone irachene nel 2003


Nel 2003, al tempo della mobilitazione contro la guerra all' Iraq, gestivo una tabaccheria e attaccata alla cassa avevo una foto, stampata dal sito di "Un ponte per...", che raffigurava una anziana donna irachena, un bambino e un' altra persona.

L' Associazione aveva messo sul sito queste foto per sensibilizzare sul fatto che in Iraq abitavano persone di tutte le eta', di entrambi i generi, che avrebbero sofferto ancora di piu' a causa della guerra.

Lo scopo della mia presenza alla manifestazione del 16, organizzata da Siriani, e' lo stesso che avevo quando esponevo quella foto. Fare vedere che in Siria vivono persone che vediamo come nemiche perche' dalla parte di Assad, ma che sono persone comuni, di tutte le eta', di entrambi i generi.

Naturalmente ho il senso delle proporzioni, nel mio negozio sono arrivato a sensibilizzare qualche decina di persone (ho venduto quell' anno,a prezzo di costo,circa 300 bandiere della Pace), in questa occasione probabilmente molte meno.

Pero' e' ancora piu' importante. Quell' anno passo' dal porto turistico dove avevo il negozio una gigantesca imbarcazione che portava in giro nel Mediterraneo parenti del re dell' Arabia Saudita. L' equipaggio, che proveniva da tutto il Medio Oriente, veniva a telefonare dal mio negozio ed era contrario all' intervento americano, anche se commentava negativamente la bandiera della pace esposta perche' riteneva che la strada non fosse la pace ma la resistenza.

Oggi i siriani hanno la solidarieta' solo di una parte della regione, e le monarchie petrolifere del Golfo, dove la democrazia non c'e' ma ci sono basi militari USA e Nato, finanziano l' Esercito Libero Siriano.

In questo momento in Siria ci sono persone che temono una accelerazione ulteriore della guerra, molte sono cristiane,vedi sito http://www.oraprosiria.blogspot.it/  e assomigliano a quelle raffigurate in quelle foto. Hanno ragione ad avere paura perche' in Libia non siamo andati tanto per il sottile noi italiani e, soprattutto, aerei partiti dalle 7 basi italiane. Abbiamo ucciso e distrutto, e siamo stati complici di azioni come l' assassinio di Ghedaffi, che e' stato fermato, mentre fuggiva, da un velivolo partito dalla Sicilia.

Ma ci indignamo solo a comando, come il pubblico di uno studio televisivo che applaude quando si accende una scritta.

lunedì 4 giugno 2012

Roma,16 giugno, manifestazione di siriani,io ci saro' "Per fermare la guerra in Siria"



Il 16 giugno ci sara' una manifestazione dei siriani in Italia che sono contrari all' intervento straniero in Siria. Molti sono pro-Assad, senza alcun distinguo nei confronti dell' attuale governo,che io ritengo autoritario. Ma in Siria ora sono pro-Assad anche tante persone che temono solo un precipitare della guerra e gli esempi libici e iracheni danno loro ragione. Quindi io partecipo con le mie idee contro tutte le guerre e con le mie idee sulla democrazia.

Considero la democrazia formale, rappresentativa, una condizione necessaria, anche se non sufficiente, per una vera democrazia. E questa democrazia in Siria ora non c'e', cosi' come non c'e' in moltissimi altri paesi mediorientali, anche quelli alleati dell' Occidente. Non ritengo pero' assolutamente legittimo che le democrazie occidentali, per mezzo della loro Alleanza militare,la Nato, rovescino, militarmente o con altri mezzi, un governo che non e' loro alleato,anche se autoritario. E lo facciano in alleanza con paesi, anch'essi autoritari al loro interno, ma alleati fedeli dell' Occidente.

Mi auguro che forze piu' numerose e autorevoli si uniscano ai pochi pacifisti che testimonieranno contro i venti di guerra che soffiano sulla Siria da mesi, alimentati dai paesi Nato e dalle Petromonarchie, che non hanno a cuore la democrazia ma vogliono solo un governo amico a Damasco.

Marco

Di seguito appello della redazione del gruppo Facebook "Siria,
 No ad un' altra Libia"

Fermiamo la guerra alla Siria


In piazza il 16 giugno con il popolo siriano

Da mesi, una valanga di menzogne su armi di distruzioni di massa, fosse comuni, bombardamenti di innocenti, (come il “massacro di Hula”, così simile alla “strage di Racak”, ideata dai servizi segreti occidentali, per spianare la strada, nel 1999, a ai bombardamenti NATO sulla Iugoslavia) dilagano da tutti i mass media per prepararci psicologicamente ad accettare la distruzione di un altro “Stato canaglia”.

E così mentre niente ci viene detto sugli eccidi in Arabia Saudita, Bahrain, Qatar, Turchia... (le stesse potenze che, insieme all’Occidente vorrebbero portare la “democrazia in Siria”) contro quello che resta delle “primavere arabe, il governo Monti accoglie con tutti gli onori l’Emiro del Bahrain, riconosce i banditi del Consiglio Nazionale Siriano e i tagliagole dell’Esercito Siriano di Liberazione come “unici rappresentanti del popolo siriano”, rompe le relazioni diplomatiche con la Siria, avalla nuove sanzioni che stanno portando alla fame il popolo siriano, si prepara a bombardare la Siria.

E tutto questo mentre lo scatenarsi in Siria di scontri armati - in cui la gran parte dei rivoltosi (il sedicente Esercito libero siriano ) sono pilotati, finanziati ed armati dall’Occidente - oltre a seminare lutti e distruzione, ostacola una efficace lotta per un cambiamento non subordinato agli interessi occidentali e all’islamismo reazionario.

Un identico scenario si sta profilando per l’Iran, dove, dopo aver tentato la carta della rivoluzione verde, ci si prepara – con Israele come ariete – ad una ancora più catastrofica guerra che, considerata l’esigenza della Cina di non perdere, dopo la Libia, quelli che restano i suoi ultimi approvvigionamenti petroliferi, può portare ad un conflitto mondiale.

Per il 16 giugno la comunità dei Siriani in Italia ha indetto a Roma una manifestazione contro l’imminente guerra. Una manifestazione che, verosimilmente, sarà anche a sostegno del governo Assad; un governo certamente lontano dai nostri valori ma al cui fianco è oggi schierato il popolo siriano, che non vuole fare la fine del popolo iracheno o libico. Una manifestazione che, così come dichiarato su Facebook dai promotori, non potrà vedere alcuna insegna di organizzazioni e, meno che mai, quelle di organizzazioni fasciste o “rossobrune”.

Invitiamo a partecipare a questa manifestazione i compagni italiani, i democratici, i sinceri pacifisti. Invitiamo anche coloro che, un anno, forse illudendosi che la guerra a Gheddafi potesse favorire la rinascita di un’altra “primavera araba”, non hanno mosso un dito per fermare la guerra alla Libia.

Una guerra pagata con morti e distruzione dal popolo libico, (ancora oggi vittima dei massacri portati avanti dagli ascari arrivati al potere grazie ai bombardamenti della NATO) ma pagata, anche dai lavoratori, dai precari, dalle donne dei paesi aggressori, Italia in primis, con il rafforzamento dei governi, le politiche di tagli e sacrifici, la crescita a dismisura delle spese militari.

Anche per questo aderiamo alla manifestazione del 16 a Roma.

La redazione del gruppo Facebook Siria: No ad un’altra Libia
Evento Facebook: https://www.facebook.com/
Giovedì 31 Maggio,2012 Ore: 16:21

Fonte per l' appello "Fermiamo la guerra in Siria"  http://www.ildialogo.org/