mercoledì 4 luglio 2012

Siria-Guido Olimpio (Corsera):si aspetta una svolta....


Questo commento di Guido Olimpio sul Corriere della Sera di oggi, mercoledi' 4 luglio, forse dice la verita': si aspetta l' occasione propizia per la guerra aperta alla Siria, si prova una strada dopo l' altra finche' non si sara' imboccata la strada buona.


"Non c' e' spazio per posizioni intermedie".

In questa frase e' compreso tutto il programma dei paesi Nato e delle Petromonarchie, alleate con l' opposizione siriana, compreso Padre Paolo D'Oglio che sara' nei prossimi giorni a Roma a chiedere un intervento della comunita' internazionale contro le violenze di Assad. Mentre in Siria c'e' una guerra tutti contro tutti, alla quale vuole partecipare anche la Nato per i propri obiettivi strategici geopolitici.

marcopa


Diplomazia debole e protezione russa, impotenti davanti ai massacri in Siria
di Guido Olimpio


Rapporti terrificanti sulle torture commesse dal regime siriano. Bombe sui centri abitati. Vendette non meno sanguinose dei ribelli. E morti. Tanti morti. Il conflitto in Siria scrive ogni giorno pagine brutali e nessuno sa bene cosa fare.

L' Occidente per ora si e' limitato ad aiutare gli insorti con forniture d' armi dirette o indirette attraverso gli alleati arabi. Un supporto - si racconta - affiancato da operazioni di intelligence. Piu' determinati alcuni Paesi arabi, come Arabia Saudita, Qatar, Libia, che hanno fornito materiale bellico in quantita' all' opposizione. ma questo e' il limite. Nessuno per il momento sembra pensare ad un intervento in stile Libia.

Gli USA lo hanno escluso, non meno prudenti sono i partner europei. Un azione militare aprirebbe scenari imprevedibili e sarebbe costosa in termine di vite umane. Poi ci sono le diffidenze verso i ribelli, dove non sono pochi gli estremisti. Come dice saggiamente l' ex Segretario di stato americano Henry Kissinger, meglio stare alla larga se non sei sicuro di cio' che viene dopo. E la Siria rientra in questa categoria.

Le indecisioni della diplomazia sommate alla protezione della Russia danno una mano al regime. La satrapia perde i pezzi ma e' ancora solida. L' impressione e' che Assad, insieme alle minoranze che lo appoggiano, sia pronto ad andare fino in fondo. Con le armi in pugno.

Allora si manovra. Pressioni diplomatiche piuttosto sterili e il sostegno - contenuto - all' insurrezione. Si spera di provocare un punto di rottura, quel crac che spinga Mosca a chiedere al leader di farsi da parte per favorire una transizione come invoca l' inviato dell' Onu , Kofi Annan. Un' uscita in extremis per evitare il bagno di sangue finale. L' impressione, pero', e' che sia troppo tardi. Quando si compiono certe nefandezze e si bruciano migliaia di vite non c'e' spazio per soluzioni intermedie. Gli insorti lo hanno fatto capire. Difficile perdonare l' eccidio.

La conseguenza e' che cinicamente si aspetta una svolta sul terreno. Qualcosa che spezzi il regime o che renda possibile un intervento ora escluso.

Dal Corriere della sera di mercoledi' 4 luglio.

Nessun commento:

Posta un commento