sabato 29 gennaio 2011

Per un' area Euromediterranea denuclearizzata e per una rete internazionale di "Ambasciate di Pace"

L'ultima conferenza di revisione del Trattato di non proliferazione nucleare - TNP (maggio 2010) si è conclusa con un documento finale che include un punto , a nostro giudizio, di grande importanza: impegna l'ONU a tenere nel 2012 una "conferenza iniziale", cui partecipino sia l'Iran che Israele, sulla creazione di una zona libera da armi di distruzione di massa in Medio Oriente, e dà mandato al Segretario generale dell'ONU di nominare un "facilitatore" per favorire la realizzazione di una tale zona denuclearizzata.

La visione del presidente USA Obama di "un mondo senza armi nucleari", pur tra contraddizioni ed ambiguità, può in questo modo continuare il suo cammino e noi, amiche ed amici della pace e della nonviolenza, possiamo interpretarla e supportarla dal basso nel senso di una denuclearizzazione complessiva, sia militare che civile, sulla strada di un necessario disarmo totale.

A tale scopo sarà nostra preoccupazione, di donne e uomini attivi nel contrasto e nella prevenzione di ogni guerra, lavorare, dall'Italia, a sensibilizzare la WRI, l'IFOR, i movimenti antimilitaristi e pacifisti internazionali ed altre ONG. Obiettivo: coinvolgere l'ECOSOC in una conferenza parallela della società civile per un'area euromediterranea denuclearizzata da preparare con la costruzione di una Rete internazionale di "Ambasciate di Pace".

La denuclearizzazione, intesa come disarmo ed insieme come chiusura delle centrali elettronucleari, è un obiettivo che perseguiamo ovunque e comunque, convinti come siamo che atti di disarmo unilaterale siano primi passi indispensabili nella costruzione di un mondo più giusto e felice, tendente alla "violenza zero" anche nei confronti dei cicli naturali.

Questo percorso lo giudichiamo decisivo per contribuire ad attenuare e risolvere, facendo ricorso al metodo della nonviolenza attiva, attriti e conflitti nell'area, a partire da quello israelo-palestinese, oggi pesantemente condizionato dal contenzioso tra Tel Aviv e Teheran.

Riteniamo infine necessario sostenere un cambiamento laico e democratico nel mondo arabo, di fronte alle spontanee rivolte popolari che in questi giorni stanno mettendo in discussione regimi iniqui, corrotti, autoritari, subalterni ad interessi stranieri.


Da Alfonso Navarra, obiettore alle spese militari

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