martedì 11 gennaio 2011

Algeria:dichiarazione del Partito Socialista dei Lavoratori (PST)

Tipaza Algeri Oran Djelfa Batna Béjaïa Chlef Bordj… le sommosse che si estendono attraverso il paese sottolineano il fallimento della politica seguita da molti decenni e confermano che la scelta del liberismo contraddice la presa in carico delle necessità elementari delle masse popolari.

Ovunque, i giovani hanno espresso la loro rabbia di fronte all'aumento dei prezzi dei prodotti di base, hanno urlato il loro bisogno di alloggi, hanno mostrato la loro disperazione dinanzi alla penuria di posti di lavoro, hanno palesato la tristezza di una vita senza svaghi, in un paese prigione che l'Europa proibisce loro di lasciare, in una società bloccata, in crisi. Una gioventù così povera in un paese così ricco, ha anche gridato il suo odio verso le nuove classi di arricchiti, il suo rifiuto della corruzione, il suo rifiuto dell'umiliazione e la loro determinazione contro la repressione.

La tradizione della rivolta non è nuova. Baraki e Diar Echems risuonano ancora delle battaglie per la casa. Da molti mesi l'insoddisfazione ribolle. Nei litigi perl'introvabile brik di latte, nella ricerca di una panetteria aperta, si manifestava la propria collera dinanzi ai miliardi rubati, dinanzi ai regali principeschi fatti agli emiri del golfo, ai burocrati algerini o ai signori dell'Europa, tutti, dispensati dalle imposte.

All'origine dell'esplosione, c'è l'aumento dello zucchero, dell'olio e dei prodotti alimentari. Lo spettacolo della legittima sommossa dei giovani della Tunisia ha certamente ispirato Bab el Oued ed Oran. Il modo in cui è stata gestita la distribuzione degli alloggi sociali ha ravvivato l'odio verso la corruzione. Ci chiedono di aspettare ma vediamo alcuni che si arricchiscono senza aspettare.

Gli aumenti salariali ottenuti nel settore pubblico dopo anni di lotte, scioperi, repressione, sono ridicoli per i livelli più bassi, vale a dire per la maggioranza. E questi aumenti non sono ancora attuati ovunque e sono già mangiati dai prezzi più elevati. E i lavoratori privati hanno visto aumenti solo in casi eccezionali.

Tutte i nostri contratti collettivi devono comprendere la scala mobile dei salari: quando i prezzi aumentano il salario deve aumentare altrettanto!

Il valore del dinar è diminuito di venti volte dal 1994, così da offrire quasi gratuitamente gli operai algerini agli investitori. Si proclama la nuova religione della libertà del mercat, ma su ordine del FMI, si è per decreto abbassato il dinar mentre si liberano i prezzi!


Ritorno ai prezzi imposti dallo Stato per tutti i prodotti di base.

I proventi del petrolio vengono destinati a megaprogetti, ma i nostri vecchi sono stati impoveriti ed i nostri giovani non hanno lavoro. Agli uomini d'affari delle grandi potenze piace l'Algeria dei grandi contratti mentre i nostri giovani fuggono su imbarcazioni di fortuna.ILa svolta patriottica tanto annunciata è contraddetta sul campo dai doni per gli Emirati Arabi Uniti e dalle promesse agli europei. Dobbiamo cambiare radicalmente la nostra politica!

I nostri investimenti debbono essere finalizzati allo sviluppo per soddisfare i bisogni della gente: casa, occupazione, salute, trasporti, formazione.
Si rimprovera ai nostri giovani la loro violenza disperata. Ma il potere non lpermette altri modi per essere ascoltati quando al sindacato degli scalpellini è negato il contratto, quando non viene consentito un seminario sulla violenza contro le donne, quando i cortei e gli scioperi subiscono il manganello e la repressione.

Per la libertà di espressione, di organizzazione, di manifestazione e di sciopero!

Algeri, 6 gennaio 2011

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