sabato 8 gennaio 2011

Pakistan,Nigeria,Costa d' Avorio - fuochi di guerra tra le genti

Da www.Lacomuneonline.it
■Claudio Olivieri | 27 Dicembre 2010

Pakistan, Nigeria, Costa d'Avorio
fuochi di guerra fra le genti

Durante le feste – attutita la bagarre della politica italiota dentro e fuori i palazzi – trovano spazio notizie di vicende delle genti del mondo altrimenti nascoste. Anche in questo caso riportare una notizia per molti media soprattutto televisivi, significa filtrarla e spesso deformarla ad uso e consumo di ideologie dominanti in occidente o in altri luoghi dominati da poteri oppressivi.



Pakistan. A Khar, presso la frontiera fra il Pakistan e l’Afghanistan, in zone dove alcuni villaggi ed alcune popolazioni sono stanche delle prepotenze dei Talebani e cercano di sottrarvisi (senza per questo necessariamente appoggiare l’esercito pakistano o l’invasione occidentale), un kamikaze (forse una donna) si è fatto esplodere in una fila per il pane, provocando la morte di decine di persone, soprattutto donne e bambini. E’ un’altra dimostrazione dell’odio dei Talebani e di Al Qaeda verso la gente comune, in particolare contro chi cerca di sfuggire al loro controllo. La tenaglia dei mostri gemelli - terrorismo da un lato, aggressioni di guerra degli Stati occidentali e pachistani dall’altro - si stringe sulle popolazioni afgana e pachistana. Ma vi sono notizie di villaggi che cercano con coraggio di sottrarsi, sia pure in un modo ancora parziale, a queste logiche.

Nigeria. Attorno all’area di Jos si sono riproposti scontri cruenti fra etnie e popolazioni di religioni diverse. Il Nord musulmano si contrappone al sud cristiano, in gran parte di confessione protestante. Chiese bruciate, assalti a quartieri e villaggi cristiani hanno provocato numerose vittime. Lo sconto fra le diverse comunità è permanente e latente ma spesso torna ad esplodere. In altre occasioni come a Yelwa nel 2004 le milizie cristiane hanno assaltato le comunità islamiche provocando centinaia di vittime. In occidente si è spesso denunciato le aggressioni alle comunità cristiane, e le condizioni terribili contro donne nel Nord musulmano ad opera di tribunali e governi di ispirazione islamica. Questa giusta denuncia ha però spesso omesso di raccontare aggressioni altrettanto gravi e stupri terribili (o violenze verso le donne cristiane cui è proibito di avere rapporti con musulmani) commessi ai danno di villaggi e comunità musulmane.
Le alchimie della politica che prevedono meccanismi di rotazione al governo fra rappresentanti di etnie e fazioni religiose diverse, non solo non funzionano ma spesso aggravano la situazione. La tragica situazione necessiterebbe di una immediata fine delle ostilità, una sottrazione dalla violenza da parte della gente comune, per porre le premesse ad un dialogo interreligioso e fra credenti ed un incontro interetnico.

Costa D’Avorio. La situazione in Costa d’Avorio è sempre più grave. Numerosi scontri fra i sostenitori di Gbabo presidente uscente che non vuole lasciare il potere e Ouattara presunto vincitore delle elezioni, hanno insanguinato il paese. Grandi manovre della Francia dell’Unione africana, e dietro le quinte di altre potenze come gli Usa e la Cina si muovono sulla pelle delle persone. Tutti a parole sostengono Ouattara, ma ogni tanto filtrano notizie di traffici loschi e sostegno che avvengono fra l’occidente ed il potere di Gbabo. L’ipocrisia democratica non riesce nemmeno a capire le ragioni profonde di sfrangiamento e malessere ed incattivimento delle popolazioni ivoriane, pur contribuendo largamente ad aggravarle. Si prospetta la minaccia di un intervento militare attraverso la mediazione dell’Unione africana. Un rimedio all’arroganza di Gbabo che si rivelerebbe peggiore del male.

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