Almeno trecento persone, tra cui moltissimi tunisini e immigrati di altri paesi arabi, hanno partecipato alla manifestazione davanti all'Ambasciata tunisina a Roma. Per circa tre ore si sono alternati interventi al megafono che hanno denunciato il corrotto regime di Ben Alì e il sostegno che questi ha ricevuto per 23 anni anche dall'Italia e dalla Francia. Il clima era però quello di una festa per la prima vittoria ottenuta dal movimento popolare con la cacciata del presidente-dittatore che ha retto il paese in un clima di repressione poliziesca durissima. Alla manifestazione è giunta anche la notizia che il portavoce del Partito Comunista Operaio di Tunisia Hammami e gli altri arrestati sono stati liberati ieri sera tardi. La manifestazione era stata promossa da tutte le organizzazioni della sinistra di classe a Roma. Anche a Bologna circa 200 persone aderenti a varie organizzazioni politiche e sociali si sono radunate questo pomeriggio in Piazza Nettuno per partecipare al presidio in solidarietà alla lotta tunisina e algerina. Il presidio ha sfilato in corteo procedendo su via Ugo Bassi tornando poi verso piazza Maggiore passando di fronte alla Prefettura, istituzione in città che rappresenta lo Stato italiano, fino a ieri amico e partner commerciale del regime dittatoriale tunisino.
L’indizione del presidio ha violato il divieto di manifestare stabilito dall’anti-democratico protocollo prefettizio in vigore in questa città che impedisce ai cittadini nel fine settimana di portare istanze politiche e sociali nel centro cittadino.
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