Spagna - Perchè ha successo il movimento 15M
di Jan Martínez Ahrens
19 / 5 / 2011
Le azioni dei partiti in campagna elettorale è stata in parte superata da un movimento nato a margine del sistema. Nel periodo fonale prelettorale, quando le formazioni politiche di solito anno fuoco alle polveri per attirare l'attenzione sulle loro proposte, un gruppo di insoddisfatti, contestatari e cyberattivisti hanno attirato l'interesse generale e la simpatia di centinaia di migliaia di persone, sollevando un messaggio di indignazione e di un richiesta utopica e cioè "non siamo mercanzia nelle mani di banchieri e politici".
Gli argomenti non gli mancano. Due sono evidenti: l'acutezza della crisi, con la disoccupazione giovanile al 43%, e il disincanto per una classe politica incapace di offrire una narrazione coinvolgente per l'elettorato e piena di dirigenti interessati solo a fare affermazioni senza possibilità di domande. Una classe politica che non ha mostrato nessun tentennamento ad includere nelle liste (peraltro chiuse) imputati in casi di corruzione.
A questo clima di erosione economica e perdita di credibilità si è aggiunto un processo elettorale ben lontano dal bioritmo reale. Nel tempo della più grande crisi economica della democrazia perdono interesse, soprattutto nelle grandi città, i dibattiti sulle elezioni comunali e regionale (a proposito , qualcuno se ne ricorda qualcuna di interessante?).
I cittadini hanno un occhio sulle elezioni generali, cioè s un possibile un cambiamento di ciclo. Quindi, l'attenzione del pubblico, di fronte allo spettacolo noioso di cui erano testimoni, si è rivolta in fretta verso questo collettivo e le loro richieste. In generale si tratta di proclami non molto elaborati, ma proprio per questo facili e comprensibili. Frutto della ribellione di una generazione che vede affondare il proprio presente.
Con la premessa di una rivoluzione etica, protestano con la fiducia giovanile contro l'innaturale e superato modello economico, contro l'accumulazione di potere da parte di pochi, contro la disoccupazione, contro la" dittatura partitocrática "in particolare del PP e il PSOE.
Con questo messaggio a banda larga, il movimento ha giocato a fondo il gioco della comunicazione. Innanzitutto, utilizzando le nuove tecnologie, specialmente Twitter, che ha permesso loro di superare le tradizionali barriere per convocare le loro azioni. In secondo luogo, ha generato un universo orizzontale e di azione cosciente, collegato in modo permanente e immediata.
In questo gigantesco movimento di informazioni ha catturato l'attenzione di migliaia di persone, soprattutto giovani che subiscono i danni della precarietà o della disoccupazione, e che hanno visto svanire le loro possibilità di futuro rispetto alle generazioni precedenti.
Il risultato è un collettivo decentrato che è cresciuto dai margini e guadagnando visibilità con la turbina dei social network. Pur mettendo in evidenza alcuni guru digitali iperattivi, questo amalgama manca di leader tradizionali perché ognuno (e così ognuno lo sente) ha la sua storia e le ragioni per essere lì, e perché molti di loro intendono la loro partecipazione alla protesta, non solo come partecipazione al accampamento ma, soprattutto, anche nel raccontare, condividere la loro situazione attraverso le reti. E 'la loro forma di ribellione.
Il successo della prima chiamata, la risposta politica goffa, l'errore degli sgomberi anziché fermare il tutto hanno incoraggiato il concentramento.
La questione ora è che cosa accadrà dopo l'M-22.
Riusciranno a sopravvivere?
La ribellione sarà neutralizzata dai grandi partiti?
Si ibernerà tutto di nuovo nel letargo elettorale fino alle prossime elezioni generali.
E poi, se non c sarà risposta a tutti i problemi che sono sollevati, il tutto si risveglierà ancora più forte.
Traduzione dal El Pais
Fonte www.globalproject.info
giovedì 19 maggio 2011
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