lunedì 16 maggio 2011

Chiusi nel bunker antiatomico fino al referendum del 12-13 giugno

Mancano cibo, acqua, e aria fresca. Benvenuti nel day after

E' solo il terzo giorno che siamo qui, e già ci stiamo rendendo conto di quanto il protocollo di radioprotezione che stiamo seguendo ci metta a dura prova. Cibo, acqua e aria sembravano meno preziosi fuori di qui.

Abbiamo scorte di cibo in scatola: a parte la qualità, per far sì che quello che abbiamo ci permetta di arrivare al 12 giugno siamo costretti a razionarle. Rispetto a quanto mangiavamo prima di entrare, le nostre porzioni di oggi si sono praticamente dimezzate. Di acqua per il momento ce n’è, ma è difficile prevedere quanta ne consumeremo da qui ad un mese, e così abbiamo dovuto mettere delle regole per usarla, sia per l'igiene personale sia per la pulizia della casa. Ma –certo- la cosa che ci manca di più è poter spalancare le finestre e respirare aria fresca.

Reclusi qua dentro, la cosa più importante che possiamo fare è informarci su quello che succede nel resto del mondo. Oggi per esempio abbiamo saputo che la TEPCO sta cercando di rintracciare le centinaia di migliaia di tonnellate di acqua radioattiva che ha immesso nei reattori di Fukushima dall’11 Marzo per raffreddarli, e ci siamo chiesti come si faccia a rintracciare l’acqua una volta che è finita nel mare... Come se questo non bastasse, agli allevatori nel raggio di 20 km dalla centrale è stato imposto di uccidere le proprie greggi prima che le carni entrino nel mercato mettendo a rischio la salute di tutti i giapponesi. Un sacrificio inutile che dimostra ancora una volta quanto sia pericolosa la scelta nucleare.

Per fortuna dalla Germania arrivano notizie confortanti: le bozze di un rapporto commissionato dalla cancelliera tedesca Angela Merkel alla Commissione Etica per l'Approvvigionamento dell'Energia raccomandano la chiusura totale di tutte le centrali tedesche entro il 2021. L'esperienza di Fukushima e l'esempio dato dalla Germania sono l'ennesima dimostrazione che un ritorno al nucleare in Italia sarebbe una mossa suicida.

Noi “pazzi” siamo convinti che sia stupido seguire un progetto energetico che in altri Stati si è rivelato fallimentare e che è stato rimesso in discussione in tutti i paesi più sviluppati. Per impedire che l'Italia torni al nucleare, i cittadini sardi hanno in questi giorni l'occasione unica di far sentire la propria voce. Attraverso il referendum hanno infatti la possibilità di esprimersi per primi e dire a nome di tutti che noi il nucleare non lo vogliamo.

Per seguire 24 ore su 24 la vita nel bunker antinucleare www.ipazzisietevoi.org

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