mercoledì 16 novembre 2011

Novembre 2011,crisi finanziaria/economica dell' Occidente e guerre, a che punto e' la notte.

Dopo molte settimane di proteste contro il mondo della finanza possiamo provare a inquadrare un minimo la situazione.

La crisi finanziaria e' grave in Europa ma anche negli USA. Ancora pero' le tempeste finanziarie degli ultimi tre-quattro mesi non hanno avuto conseguenze complete sull' economia reale.

Cioe' la crisi dell' economia reale e' gravissima, ma e' sempre quella di qualche mese fa, le tempeste finanziarie ed i tagli in arrivo probabilmente provocheranno una nuova recessione; una diminuzione della produzione rispetto ai mesi scorsi. Cioe' un ulteriore aggravamento della crisi dell' economia reale.

Ci sono proteste ancora abbastanza generiche , e' stato individuato il mondo dele borse e della finanza come responsabile o corresponsabile della crisi, ma ancora mancano proposte economiche alternative chiare e con un seguito forte.

Il tentativo piu' forte di combattere le politiche economiche correnti, neoliberiste, e' stata la proposta del referendum greco che ha terrorizzato l' oligarchia economica e politica, ma e' stato per il momento neutralizzato.

La protesta e' latente, sotterranea, diffusa. In Italia gli incidenti del 15 ottobre sono bastati, insieme alla decisione di Alemanno di negare le strade di Roma alle proteste, a bloccare sul nascere una opposizione piu' vasta.

Come ha detto giustamente un sindacalista dell' USB, manifestazioni pro o contro Berlusconi hanno occuppato il centro di Roma, ma studenti e lavoratori non possono percorrere gli stessi luoghi per manifestare contro le politiche economiche che ormai non solo solo di Berlusconi ma di tutta la Ue e di tutta la politica nelle istituzioni. Il TG3, La7, Repubblica continuano ad attaccare Berlusconi ma sono ormai militanti nel difendere le politiche economiche della Bce, Ue,di Monti.

Ma questo tappo potrebbe saltare in Italia e nel mondo occidentale e altre politiche economiche potrebbe essere rivendicate da strati di popolazione di dimensioni notevoli.

La crisi finanziaria sta per investire anche la Francia e questo avrebbe contraccolpi enormi, soprattutto nell' opinione pubblica che capirebbe che non e' una crisi provocata da poche cicale greche o berlusconiane, quindi minoranze particolari,

MA E' CRISI DELL' INTERA UNIONE EUROPEA E DELLE SUE POLITICHE NEOLIBERISTE PRESENTATE ED IMPOSTE COME SENZA ALTERNATIVE.

A questo punto temo davvero che

-la crisi sempre piu' grave in arrivo,
-la finanza ormai vista come responsabile o corresponsabile,
-la possibilita' che strati ampi di popolazione si aggreghino non su sola protesta ma anche per politiche diverse, di redistribuzione di ricchezza

provochino l' arrivo di diversivi fortissimi per la pubblica opinione, come successe nel 2001 con l' attentato delle torri gemelle. Per esempio qualche nuova guerra impedirebbe nell' occidente lo scontro di diversi interessi che ormai stanno capendo di essere in conflitto tra loro.

marco

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