mercoledì 23 febbraio 2011

Nonviolenza e solidarieta' ai popoli arabi in rivolta

PEPPE SINI: COI POPOLI IN LOTTA CONTRO I POTERI ASSASSINI. PER LA SCELTA DELLA NONVIOLENZA

Le grandi sollevazioni popolari che stanno provocando la caduta di regimi dispotici in alcuni paesi africani suscitano profonde memorie, sincere trepidazioni ed intense speranze. E convocano ad una solidarieta' attiva e concreta con le popolazioni che a mani nude affrontano regimi assassini per chiedere pane e giustizia, come Renzo Tramaglino a Milano.

E' ovvio che nessuno puo' prevedere gli esiti di queste lotte: per quelli di noi non piu' giovani il ricordo va immediatamente alla rivoluzione algerina, alla Primavera e all'autunno di Praga, alla strage in piazza delle Tre culture a Citta' del Messico come molti anni dopo in piazza Tien An Men a Pechino, alla caduta dello Scia', al 1989, alla guerra di secessione jugoslava. E sappiamo quindi che nulla e' univoco, nulla e' certo, nulla e' scontato. Puo' vincere la repressione piu' brutale. Ed anche dove la lotta popolare abbatte longeve dittature possono vincere con abile trasformismo le medesime nomeklature corrotte e sanguinarie, ovvero le mafie, il militarismo, o nuovi regimi altrettanto o addirittura vieppiu' corrotti e criminali, sostenuti da fanatismi in se stessi totalitari, o proni a poteri ideologici ed economici che non esitano neppure dinanzi al genocidio. Nulla e' univoco, nulla e' certo, nulla e' scontato. Ma gia' aver vinto la paura e la rassegnazione, gia' l'affrontare a mani nude e a viso aperto regimi armati sino ai denti, gia' questo e' un levarsi dell'umanita' di contro all'inumano.

E pur senza ingenuita' ed illusioni, pur con tutta l'attenzione al contesto e alle dinamiche, alle forze in campo ed ai condizionamenti esterni, e fermo restando il bisogno e il dovere di un'analisi concreta della situazione concreta, tuttavia commuove e persuade questo rimettersi in marcia dei popoli, questo collettivo scendere per le strade a sfidare il potere che opprime, questo mobilitarsi di popoli interi che dai tempi della decolonizzazione non si vedeva svilupparsi in forme cosi' massive, cosi' partecipate, cosi' condivise.

E questa lotta a mani nude per il pane e la giustizia, per la dignita' e i diritti di tutte e tutti, e' gia' in nuce la nonviolenza in cammino.

Che possa sconfiggere le tendenze naziste che agiscono nel mondo attuale.
Ed allora sara' anche decisivo il contributo nostro, ovvero cio' che faremo noi che ci troviamo nel versante nord del Mediterraneo.

E quello che dobbiamo fare e' semplice e chiaro.

Primo: recare aiuto al movimento di massa che disarmato si oppone ai poteri corrotti e criminali ed alla loro violenza armata. E questo aiuto sia rigorosamente nonviolento ed esplicitamente a sostegno dei movimenti esplicitamente nonviolenti e per i diritti umani di tutti gli esseri umani, e quindi primariamente e decisivamente ai movimenti delle donne.

Secondo: accogliere ed assistere tutti i profughi, tutti i fuggiaschi, tutti i migranti, tutti: nessun essere umano deve essere abbandonato alla persecuzione, alla schiavitu' e alla morte.

Terzo: contrastare e sconfiggere il regime della corruzione qui, con la forza della verita', della legalita' e della democrazia, con la scelta della nonviolenza.

Quarto: far cessare la partecipazione italiana alla guerra, imporre una politica di smilitarizzazione dei conflitti, di disarmo, di pace con mezzi di pace, nella piu' rigorosa fedelta' al dettato dei principi fondamentali della Costituzione della Repubblica Italiana.

Quinto: cacciare il governo criminale e criminogeno che nel nostro paese ha compiuto un colpo di stato razzista, ed abrogare tutte le misure in cui il colpo di stato razzista si e' concretizzato.

Sesto: contrastare e sconfiggere maschilismo e patrarcato. Senza questa lotta non e' possibile affermare la dignita' e i diritti umani di tutti gli esseri umani. E' questo il cuore della lotta politica nell'attuale momento storico: o si contrasta e si sconfigge il maschilismo e il patriarcato, o tutto e' perduto.

Settimo: riaprire quindi una prospettiva socialista e libertaria, femminista ed ecologista nella riflessione e nell'azione politica per la liberazione dell'umanita', per la civilta' contro la barbarie, per la legalita' che salva le vite, per la democrazia che invera i diritti. Ricominciando da Rosa Luxemburg e da Virginia Woolf, da Mohandas Gandhi e da Nelson Mandela, da Ivan Illich e da Murray Bookchin, da Piero Gobetti e da Antonio Gramsci, da Hannah Arendt e da Shirin Ebadi, da Victor Serge e da Guenther Anders, da Franco Basaglia e da Franca Ongaro Basaglia, da Simone Weil e da Simone de Beauvoir, da Luce Irigaray e da Wangari Maathai, da Paulo Freire e da Vandana Shiva.

Chiamiamo nonviolenza in cammino questa prospettiva politica concreta, che invera le promesse del moderno costituzionalismo, che si nutre delle tradizioni forti del movimento operaio e contadino, dell'anticolonialismo e dell'antirazzismo, del femminismo, dell'ecologia.

Ci attendono ardui doveri, difficili passaggi: sara' necessaria tutta l'intransigenza e tutta la misericordia di cui saremo capaci.

La nonviolenza e' in cammino.

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