Siria in Parlamento. I nuovi parlamentari eletti il 24-25 febbraio non hanno mai sentito parlare della guerra siriana nelle sedi istituzionali.
I ministri invece hanno partecipato più volte ad incontri internazionali dove sono state discusse decisioni importanti relative a questo sanguinoso e devastante conflitto armato: Terzi a Roma e Dublino, Monti a Bruxelles, prima con i capi di governo dell' UE e una seconda volta con i ministri degli esteri della Nato, la vice-ministro Dassù a Istanbul e in Lussemburgo, Emma Bonino la scorsa settimana a Roma con il segretario di stato USA Kerry.
Il 31 maggio scadrà il pacchetto di sanzioni alla Siria dell' Unione Europea comprendente anche l' embargo alle armi e la Gran Bretagna ha chiesto che non ci sia più nessun vincolo alla fornitura di armi ai gruppi armati anti Assad.
In qualsiasi direzione andrà la discussione saranno varate nuove misure e l' Italia sarà determinante per definirle essendo necessaria l' unanimità.
Il Parlamento italiano discuterà di questo prima dell' incontro dei ministri degli esteri UE previsto per il 27 maggio ? Penso di no, sarebbe però giusto che lo facesse e spero che nei prossimi giorni una discussione, e magari un voto, sia chiesta da moltissime persone.
Marco Palombo
Rete No War
Roma
|
lunedì 13 maggio 2013
Siria-armi,il Parlamento discuterà il nuovo embargo UE alla Siria ?
venerdì 3 maggio 2013
Siria, piccolo digiuno affinchè il Parlamento discuta sul tema dell' embargo UE alle armi.
Mercoledì 8 e Giovedì 9 maggio farò due giorni di digiuno, solo acqua e caffè, per segnalare come ora la priorità necessaria sia chiedere che il Parlamento italiano discuta in generale della guerra siriana e di quanto il governo sosterrà (ed ha sostenuto negli ultimi due mesi) sulla richiesta di Gran Bretagna e Francia di togliere l' embargo UE per le armi, in modo da poter fornire direttamente alle milizie Anti Assad armi più sofisticate.
Sono convintissimo che ora il punto centrale su cui concentrare le forze per fermare la guerra siriana sia il No alle armi ai "ribelli" e chiedere una discussione immediata al Parlamento italiano su questo.
Può darsi che fatti nuovi facciano saltare questa priorità, ma a questo momento vedo QUESTA la priorità.
Così inizio comunicando a voi questa mia iniziativa, convinto di poter sopportare
- due giorni di digiuno, ad acqua e caffè.
- la frustrazione di un eventuale indifferenza a questa mia convinzione o la frustrazione di coinvolgere altri ma di non ottenere poi nessun risultato.
Dopo le elezioni del 24-25 febbraio in sei occasioni il governo Monti ha discusso di Siria in summit internazionali e mai il Parlamento italiano ha ascoltato una comunicazione su quello che l' Italia ha sostenuto in quelle sedi.
28 febbraio - Roma - gruppo Amici della Siria - Per l' Italia il ministro degli esteri Terzi.
14-15 marzo - Bruxelles - capi di governo dell' Unione Europea -Per l'Italia Monti (discussero anche del tema dell' embargo alle armi su richiesta di Hollande).
22 marzo - Dublino - incontro informale dei ministri degli esteri dell'UE - Presente per l' Italia il ministro Terzi.
20 aprile - Istambul - Gruppo paesi "amici della Siria", 11 paesi (occidentali e arabi) - Per l' Italia vice-ministro esteri Dassù.
22 aprile - Lussemburgo - ministri esteri Unione Europea - Per l' Italia Marta Dassù, vice-ministro esteri.
23 aprile - Bruxelles - Ministri degli esteri Nato - Per l' Italia Monti, in veste di ministro esteri
Se non ci sono fatti nuovi i paesi dell' Unione Europea discuteranno, di nuovo, entro dieci giorni se e come rinnovare le sanzioni alla Siria che scadono il 31 maggio.
Marco Palombo
venerdì 5 aprile 2013
Siria, alcune notizie dal 25 marzo al 4 aprile 2013
L’ embargo UE alle armi in Siria sarà discusso ancora una
volta nel mese di maggio. I ministri degli esteri europei decideranno su questo
probabilmente attorno alla metà del mese e si fronteggeranno di nuovo due
posizioni: una, sostenuta da Francia e Gran Bretagna, favorevole a fornire armi
ai gruppi combattenti anti-Assad; l’altra, contraria a modificare le regole
sull’embargo fissate a febbraio 2013, tenuta ferma soprattutto da Austria e
Irlanda. Oltre queste due nette posizioni, troviamo l’ atteggiamento degli
altri paesi europei assai perplesso e indeciso. Come si schiererà l’Italia?
Finora il ministro degli esteri Terzi ha appoggiato la richiesta di Gran
Bretagna e Francia, anche se in modo semi-clandestino, ma Terzi non è più
ministro ed è stato eletto un nuovo Parlamento che non si è ancora occupato
della guerra siriana.
Per questo il pomeriggio di martedì 9 aprile la rete No War
e l’ associazione Peacelink saranno nella piazza di Montecitorio e chiederanno
ai deputati di discutere nell’assemblea la posizione che l’ Italia sosterrà
negli incontri con gli altri paesi dell’Unione Europea. I pacifisti
spiegheranno inoltre che la Siria non ha bisogno di nuove armi ma di pane e
assistenza sanitaria.
La Chiesa Cattolica, l’associazionismo vicino al
centrosinistra e quello cattolico hanno espresso nelle settimane passate la
stessa opinione, ma l’opposizione alla richiesta di Londra e Parigi deve essere
espressa in modo visibile e chiaro. Speriamo che in questa occasione il parere
dei pacifisti riesca ad arrivare all’opinione pubblica e influenzi l’operato
del governo italiano.
25-26 MARZO, LA LEGA ARABA ASSEGNA AGLI OPPOSITORI DI ASSAD
IL SEGGIO DELLA SIRIA
Lunedì 25 e martedì 26 marzo a Doha (Qatar) la Lega Araba ha
assegnato alla Coalizione nazionale siriana (CN) il seggio in rappresentanza
della Siria. Hanno votato contro la decisione Algeria, Iraq e Libano, in questo
paese però il governo è dimissionario da sabato 23 marzo e con molta
probabilità saranno rinviate le elezioni politiche previste nel prossimo
giugno.
La CN è il coordinamento dei gruppi di opposizione ad Assad
nato nel novembre 2012, sempre a Doha, su pressione di Hillary Clinton. Ha
sostituito il CNS come unico riferimento della opposizione riconosciuto
dall’Occidente.
La Coalizione nell’ incontro con la Lega Araba era rappresentata
da Khatib, leader dimissionario eletto nel novembre 2012, e da Hitto, manager
da 25 anni negli USA, eletto il 18 marzo 2013 premier di un governo di
opposizione che dovrebbe (ma ad oggi ancora non ho letto niente di una sua
effettiva nascita) amministrare i territori controllati dai gruppi armati dell’opposizione.
Khatib a Doha ha inaugurato anche la sede diplomatica della
CN ed ha chiesto per la Coalizione il seggio della Siria alle Nazioni Unite e
l’ installazione di missili Patriot della NATO nei territori siriani da loro
controllati.
ANCORA IMPASSE POLITICA, MA LA VIOLENZA CRESCE. RECORD DI
MORTI NEL MARZO 2013 ?
Nell’ ultimo mese di marzo 6.000 cittadini siriani sarebbero
rimasti uccisi in episodi di violenza, il mese più cruento dei due anni di
crisi e guerra in Siria. La cifra è stata diffusa dall’opposizione tramite il
suo Osservatorio di Londra, è quindi una notizia non sicurissima. Lo stesso
Osservatorio per esempio stima che nei due anni di guerra siano rimasti uccisi
120.000 siriani, una cifra doppia rispetto alle ultime stime delle Nazioni
Unite. Riporto però questa notizia da Londra perché dalle ultime cronache ho l’
impressione che l’intensità degli scontri sia cresciuta davvero.
“Siria: comincia l’ ultimo atto” è il titolo di un articolo
di G. Chiesa che potete leggere al link
Riporta notizie che sono circolate nelle ultimissime
settimane sulle forniture occidentali di armi alle milizie dell’ opposizione e
cita anche una conferenza avvenuta a Roma al Centro di Studi Americani dove
l’ambasciatore statunitense Hof ha spiegato, in inglese ad una platea composta
soprattutto da persone appartenenti agli ambienti diplomatici, la strategia USA
per intervenire militarmente in Siria. L’incontro era presieduto da Giuliano
Amato.
Spero che il pessimismo dell’ articolo non rispecchi la
situazione siriana reale, ma soprattutto, al di là dei miei auspici, non sono
convinto delle affermazioni del giornalista riguardo all'opposizione siriana.
LE DIVISIONI TRA GLI OPPOSITORI AL GOVERNO SIRIANO RIMANGONO
Secondo me, le difficoltà e le divisioni, anche violente,
dell' opposizione al governo di Assad rimangono tutte e:
- come ho scritto
nelle righe precedenti, a quindici giorni dalla elezione di Hitto non ho ancora
letto niente sulla nascita di un governo siriano di opposizione.
- non mi convince
neanche la notizia che questo governo inizi a operare all’ estero per entrare
poi in territorio siriano quando sarà possibile. La sua sede di lavoro all’
interno della Siria era stata decisa appositamente per tentare di sanare la
frattura esistente tra opposizione politica all’estero, spesso benestante, e
l’opposizione armata all’interno del paese.
Le reazioni dell’ Esercito libero siriano alla nomina del
premier sono state contraddittorie, un primo messaggio di assenso e una successiva
presa di distanza e, soprattutto, in questo momento, nella galassia dei gruppi
dell’opposizione armata sembra prevalere la componente legata agli ambienti
religiosi radicali, che non accetterebbe mai di seguire le indicazioni di un
governo sotto tutela occidentale.
La stessa elezione di Hitto è stata letta da qualcuno come
una rivincita del CNS, egemonizzato dalla Fratellanza Musulmana, e ci sono
stati dissensi plateali. 12 membri, su 66, del coordinamento della CN non hanno
partecipato al voto e altri 70 esponenti dell' opposizione hanno firmato una
lettera critica verso questa nomina.
Anche le dimissioni di Khatib, poco chiare, potrebbero essere
una risposta a questo passaggio. Non c'e' una coerenza nelle posizioni espresse
da Khatib negli ultimi mesi, comunque la sua nomina a novembre 2012 e' stato
sicuramente un tentativo di trovare un equilibrio tra l' opposizione più
gradita agli USA e i Fratelli Musulmani, rappresentati dal CNS.
In conclusione il tentativo di formare un governo dell'
opposizione, annunciato dal mese di novembre 2012, non lo considero ancora
riuscito e questo è un segnale di enormi difficoltà politiche che non
impediscono però un forte attacco militare sostenuto dall' estero con uomini e
mezzi.
WASHINGTON POST: CONCLUSO L'ADDESTRAMENTO DI 3.000 MILITARI DELL'
ESERCITO LIBRO SIRIANO DA PARTE DEGLI STATI UNITI
Sono state diffuse più volte notizie sull' addestramento in
Giordania di militari anti-governativi da parte degli Stati Uniti. Il
Washington Post torna sull' argomento e scrive ancora di 3.000 combattenti
dell'Esercito libero siriano pronti ad essere utilizzati dopo essere stati
istruiti dall' esercito USA. Il giornale scrive di 3.000 ufficiali, la mia
impressione è che queste “rivelazioni” siano pilotate, per abituare l' opinione
pubblica a una guerra condotta insieme ad alleati scomodi, considerati vicini
ad Al Qaeda, e non sono neanche sicuro che i combattenti antigovernativi non
legati al radicalismo islamico siano poi così tanti.
venerdì 29 marzo 2013
Hugo Chavez-Roma, 3 aprile, documentario e testimonianzadell' ambasciatore venezuelano in Italia sul fallito golpe contro Chavez del 2002
Rete No War e AssociazioneNazionale di Amicizia Italia-Cuba
ricordano il comandante Hugo Chavez
Mercoledì 3 aprile
alle ore 18.00
alla sala Metodista
Via Firenze, 38 - (traversa di Via Nazionale)
Roma
Sara' proiettato il documentario in lingua originale e sottotitoli in italiano
LA REVOLUCION NO SERA' TRASMITIDA
di Kim Bartley e Donnacha O' Brian
Sul tentato colpo di stato in Venezuela dell' 11 aprile 2002
Sarà presente e porterà la sua testimonianza
l'Ambasciatore in Italia della Repubblica Bolivariana del Venezuela
Julian Isaìas Rodriguez Diaz
martedì 26 marzo 2013
Siria, notizie al 24 marzo
Da www.sibialiria.org
Siria, notizie al 24 marzo
di Marco Palombo
ARMI ALL’ OPPOSIZIONE ANTI-ASSAD: LONDRA E PARIGI FERMATE, PER ORA, DAGLI ALTRI PAESI DELL’ UNIONE EUROPEA
Austria e Irlanda con fermezza, Germania e Spagna con prudenza e i paesi scandinavi, tradizionalmente meno bellicosi delle due potenze europee, hanno fermato a Dublino venerdì 22 marzo il tentativo di Francia e Gran Bretagna di modificare subito l’ embargo alle armi in Siria.
Per cambiare le sanzioni, deliberate nella forma attuale solo il 4 marzo, era necessaria l’ unanimità e forse l’ opposizione è stata più decisa del previsto.
A fine maggio, quando il pacchetto di sanzioni dovrà essere rinnovato, l’ unanimità sarà ancora necessaria ma questa volta per definire le norme che entreranno in vigore, nuove o le vecchie confermate, e Francia e Gran Bretagna avranno maggiori margini di manovra potendo bloccare scelte non gradite.
La decisa opposizione alla fornitura di armi, trapelata questa volta in modo inconsueto, incoraggia però a tentare di costruire da subito uno schieramento contrario alla richiesta francese e inglese. Richiesta insistente, iniziata a novembre, ripetuta a fine febbraio e riproposta immediatamente l’ 11 marzo riuscendo a far discutere il tema il 14 marzo a Bruxelles al summit dei capi di governo e all’ incontro informale dei ministri degli esteri a Dublino il 22 marzo.
DOMENICA 24, DIMISSIONI DI KHATIB, CAPO DELLA COALIZIONE SIRIANA
Domenica 24 sono state annunciate le dimissioni di Khatib dal ruolo di leader della Coalizione Nazionale Siriana, un passo che era ritenuto probabile da qualche settimana. Le motivazioni ufficiali parlano di una sua forte critica all’ indifferenza della comunità internazionale che non vuole aiutare i “ribelli” a difendersi e di una sua preferenza per una posizione fuori dai ruoli istituzionali che gli permetterebbe maggiore libertà di movimento. La notizia è arrivata mentre stavo ultimando la stesura di queste righe, mi riprometto di approfondire il tema in settimana e riferire nel prossimo notiziario.
HITTO ELETTO PREMIER DEL GOVERNO DI OPPOSIZIONE CHE AMMINISTRERA’ LE ZONE OCCUPATE DAI RIBELLI
Lunedi 18 il manager Ghassam Hitto è stato eletto capo del governo di opposizione che dovrebbe amministrare le zone controllate dai gruppi anti-Assad. Hitto e’ un tecnico siriano di 50 anni che ha lavorato 25 anni negli Stati Uniti e nel 2012 si è unito all’ opposizione anti-governativa in Turchia. La sede di questo governo dovrebbe essere in Siria ma la sua nascita e il suo operato non saranno facili.
Le maggiori difficoltà nasceranno dal difficile rapporto tra opposizione politica, quasi tutta all’ estero, e gruppi armati che operano in Siria, dall’ autonomia e indipendenza dei singoli gruppi armati e dalla presenza tra questi di formazioni vicine agli ambienti religiosi più radicali.
La formazione di questo organismo è attesa dal novembre 2012 quando su invito degli Stati Uniti fu creato il coordinamento della Coalizione Nazionale Siriana che sostituì il Consiglio Nazionale Siriano come unico referente dell’ occidente in Siria (l’ acronimo CNS è rimasto uguale causando qualche confusione). Nei mesi passati sono saltate due riunioni che avrebbero dovuto eleggere il capo di questo governo, la prima attorno al 20 gennaio, la seconda il 1 marzo. Le prime notizie sull’ atteggiamento dell’Esercito Libero Siriano verso la nomina di Hitto sono contraddittorie, le capiremo meglio nel corso della settimana.
A GINEVRA VOTATO IL RAPPORTO SULLA SIRIA PRESENTATO AL CONSIGLIO DIRITTI UMANI DELL’ONU L’11 MARZO
Venerdì 22 marzo c’e’ stato anche il voto del Consiglio diritti umani delle Nazioni Unite sul rapporto della commissione CoI sui crimini di guerra in Siria. Nel Consiglio i paesi membri dell’ ONU sono presenti a turno e i 47 paesi del Consiglio attuale hanno espresso 41 voti a favore del rapporto, 5 astensioni, India, Kazakistan, Uganda, Ecuador e Filippine e il voto contrario del Venezuela.
Tra i favorevoli ci sono stati alcuni distinguo e l’ Ecuador questa volta si è astenuto mentre a settembre nella votazione sul rapporto precedente aveva votato a favore.
Al link http://www.sibialiria.org/wordpress/?p=1343
potete leggere una cronaca dell’ iter di questo rapporto a Ginevra e una ricostruzione della discussione e del giudizio del Consiglio sulla Libia in occasione della guerra del 2011, un richiamo che spiega bene l’ importanza e la funzione di questi passaggi internazionali che si svolgono nel disinteresse generale e con poca informazione. All’ opinione pubblica arriva in forma di spot pubblicitario solo la sintesi delle conclusioni degli organismi internazionali senza che nessuno entri nel merito dei lunghissimi testi e dei modi con i quali sono costruiti.
NELLA SETTIMANA DI DUBLINO ALLARME ARMI CHIMICHE, COME NEI GIORNI PRECEDENTI IL VOTO DEI PAESI NATO SUI PATRIOT IN TURCHIA
In settimana era stato denunciato da parte dei ribelli e del governo l’uso di armi chimiche. Secondo l’Avvenire i ribelli avevano denunciato che, colpendo per errore un campo di milizie civili sue alleate, un bombardamento con armi chimiche dell’ esercito governativo aveva ucciso 25 persone. Il governo aveva a sua volta accusato l’ opposizione di aver utilizzato queste armi. I servizi segreti statunitensi hanno smentito nei giorni successivi che ci siano prove di uso di armi proibite. L’ ultimo allarme per le armi chimiche era avvenuto in coincidenza con il voto dei paesi NATO sull’ installazione dei missili Patriot in Turchia, anche questa volta la Germania e altri paesi non erano completamente convinti della scelta. Il tema riempì per una settimana le cronache dei media, poi svanì nel nulla dopo il voto sull’ installazione dei missili.
BREVI
LETTERA DI GREGORIOUS III A PAPA FRANCESCO: Il Patriarca della Chiesa Cattolica Greco-Melchita Gregorious III Laham ha scritto a Papa Francesco per invitarlo a seguire e possibilmente a intervenire nella guerra siriana. L’ esponente religioso ha spiegato come dall’ Argentina Papa Bergoglio seguisse le vicende dei cristiani orientali e conosca bene le loro vicissitudini .
UCCISO ANZIANO SCEICCO SUNNITA PRO ASSAD: in un attentato suicida in una moschea di Damasco ha perso la vita lo sceicco sannita Al Buti di 90 anni, sostenitore del governo siriano. Nell’ esplosione provocata da un attentatore kamikaze sono morte piu’ di 40 persone e 80 sono rimaste ferite.
LIBANO, DIMISSIONARIO IL GOVERNO: Il primo ministro libanese Miqati ha annunciato venerdì in serata le dimissioni del suo governo. Il Libano è senza governo per la seconda volta in sei mesi. I motivi delle dimissioni sono divergenze sull’ organizzazione delle prossime elezioni legislative e sull’ incarico a uno dei comandanti dei servizi di sicurezza. Il Libano è il paese vicino più coinvolto nella guerra siriana e sul suo territorio avvengono da mesi scontri armati, attentati e rapimenti legati alla guerra siriana.
http://www.sibialiria.org/wordpress/?p=1346
Siria, notizie al 24 marzo
di Marco Palombo
ARMI ALL’ OPPOSIZIONE ANTI-ASSAD: LONDRA E PARIGI FERMATE, PER ORA, DAGLI ALTRI PAESI DELL’ UNIONE EUROPEA
Austria e Irlanda con fermezza, Germania e Spagna con prudenza e i paesi scandinavi, tradizionalmente meno bellicosi delle due potenze europee, hanno fermato a Dublino venerdì 22 marzo il tentativo di Francia e Gran Bretagna di modificare subito l’ embargo alle armi in Siria.
Per cambiare le sanzioni, deliberate nella forma attuale solo il 4 marzo, era necessaria l’ unanimità e forse l’ opposizione è stata più decisa del previsto.
A fine maggio, quando il pacchetto di sanzioni dovrà essere rinnovato, l’ unanimità sarà ancora necessaria ma questa volta per definire le norme che entreranno in vigore, nuove o le vecchie confermate, e Francia e Gran Bretagna avranno maggiori margini di manovra potendo bloccare scelte non gradite.
La decisa opposizione alla fornitura di armi, trapelata questa volta in modo inconsueto, incoraggia però a tentare di costruire da subito uno schieramento contrario alla richiesta francese e inglese. Richiesta insistente, iniziata a novembre, ripetuta a fine febbraio e riproposta immediatamente l’ 11 marzo riuscendo a far discutere il tema il 14 marzo a Bruxelles al summit dei capi di governo e all’ incontro informale dei ministri degli esteri a Dublino il 22 marzo.
DOMENICA 24, DIMISSIONI DI KHATIB, CAPO DELLA COALIZIONE SIRIANA
Domenica 24 sono state annunciate le dimissioni di Khatib dal ruolo di leader della Coalizione Nazionale Siriana, un passo che era ritenuto probabile da qualche settimana. Le motivazioni ufficiali parlano di una sua forte critica all’ indifferenza della comunità internazionale che non vuole aiutare i “ribelli” a difendersi e di una sua preferenza per una posizione fuori dai ruoli istituzionali che gli permetterebbe maggiore libertà di movimento. La notizia è arrivata mentre stavo ultimando la stesura di queste righe, mi riprometto di approfondire il tema in settimana e riferire nel prossimo notiziario.
HITTO ELETTO PREMIER DEL GOVERNO DI OPPOSIZIONE CHE AMMINISTRERA’ LE ZONE OCCUPATE DAI RIBELLI
Lunedi 18 il manager Ghassam Hitto è stato eletto capo del governo di opposizione che dovrebbe amministrare le zone controllate dai gruppi anti-Assad. Hitto e’ un tecnico siriano di 50 anni che ha lavorato 25 anni negli Stati Uniti e nel 2012 si è unito all’ opposizione anti-governativa in Turchia. La sede di questo governo dovrebbe essere in Siria ma la sua nascita e il suo operato non saranno facili.
Le maggiori difficoltà nasceranno dal difficile rapporto tra opposizione politica, quasi tutta all’ estero, e gruppi armati che operano in Siria, dall’ autonomia e indipendenza dei singoli gruppi armati e dalla presenza tra questi di formazioni vicine agli ambienti religiosi più radicali.
La formazione di questo organismo è attesa dal novembre 2012 quando su invito degli Stati Uniti fu creato il coordinamento della Coalizione Nazionale Siriana che sostituì il Consiglio Nazionale Siriano come unico referente dell’ occidente in Siria (l’ acronimo CNS è rimasto uguale causando qualche confusione). Nei mesi passati sono saltate due riunioni che avrebbero dovuto eleggere il capo di questo governo, la prima attorno al 20 gennaio, la seconda il 1 marzo. Le prime notizie sull’ atteggiamento dell’Esercito Libero Siriano verso la nomina di Hitto sono contraddittorie, le capiremo meglio nel corso della settimana.
A GINEVRA VOTATO IL RAPPORTO SULLA SIRIA PRESENTATO AL CONSIGLIO DIRITTI UMANI DELL’ONU L’11 MARZO
Venerdì 22 marzo c’e’ stato anche il voto del Consiglio diritti umani delle Nazioni Unite sul rapporto della commissione CoI sui crimini di guerra in Siria. Nel Consiglio i paesi membri dell’ ONU sono presenti a turno e i 47 paesi del Consiglio attuale hanno espresso 41 voti a favore del rapporto, 5 astensioni, India, Kazakistan, Uganda, Ecuador e Filippine e il voto contrario del Venezuela.
Tra i favorevoli ci sono stati alcuni distinguo e l’ Ecuador questa volta si è astenuto mentre a settembre nella votazione sul rapporto precedente aveva votato a favore.
Al link http://www.sibialiria.org/wordpress/?p=1343
potete leggere una cronaca dell’ iter di questo rapporto a Ginevra e una ricostruzione della discussione e del giudizio del Consiglio sulla Libia in occasione della guerra del 2011, un richiamo che spiega bene l’ importanza e la funzione di questi passaggi internazionali che si svolgono nel disinteresse generale e con poca informazione. All’ opinione pubblica arriva in forma di spot pubblicitario solo la sintesi delle conclusioni degli organismi internazionali senza che nessuno entri nel merito dei lunghissimi testi e dei modi con i quali sono costruiti.
NELLA SETTIMANA DI DUBLINO ALLARME ARMI CHIMICHE, COME NEI GIORNI PRECEDENTI IL VOTO DEI PAESI NATO SUI PATRIOT IN TURCHIA
In settimana era stato denunciato da parte dei ribelli e del governo l’uso di armi chimiche. Secondo l’Avvenire i ribelli avevano denunciato che, colpendo per errore un campo di milizie civili sue alleate, un bombardamento con armi chimiche dell’ esercito governativo aveva ucciso 25 persone. Il governo aveva a sua volta accusato l’ opposizione di aver utilizzato queste armi. I servizi segreti statunitensi hanno smentito nei giorni successivi che ci siano prove di uso di armi proibite. L’ ultimo allarme per le armi chimiche era avvenuto in coincidenza con il voto dei paesi NATO sull’ installazione dei missili Patriot in Turchia, anche questa volta la Germania e altri paesi non erano completamente convinti della scelta. Il tema riempì per una settimana le cronache dei media, poi svanì nel nulla dopo il voto sull’ installazione dei missili.
BREVI
LETTERA DI GREGORIOUS III A PAPA FRANCESCO: Il Patriarca della Chiesa Cattolica Greco-Melchita Gregorious III Laham ha scritto a Papa Francesco per invitarlo a seguire e possibilmente a intervenire nella guerra siriana. L’ esponente religioso ha spiegato come dall’ Argentina Papa Bergoglio seguisse le vicende dei cristiani orientali e conosca bene le loro vicissitudini .
UCCISO ANZIANO SCEICCO SUNNITA PRO ASSAD: in un attentato suicida in una moschea di Damasco ha perso la vita lo sceicco sannita Al Buti di 90 anni, sostenitore del governo siriano. Nell’ esplosione provocata da un attentatore kamikaze sono morte piu’ di 40 persone e 80 sono rimaste ferite.
LIBANO, DIMISSIONARIO IL GOVERNO: Il primo ministro libanese Miqati ha annunciato venerdì in serata le dimissioni del suo governo. Il Libano è senza governo per la seconda volta in sei mesi. I motivi delle dimissioni sono divergenze sull’ organizzazione delle prossime elezioni legislative e sull’ incarico a uno dei comandanti dei servizi di sicurezza. Il Libano è il paese vicino più coinvolto nella guerra siriana e sul suo territorio avvengono da mesi scontri armati, attentati e rapimenti legati alla guerra siriana.
http://www.sibialiria.org/wordpress/?p=1346
mercoledì 20 marzo 2013
Dublino, venerdì 22 Terzi deciderà con gli altri ministri degli esteri UE sulla richiesta della Gran Bretagna di togliere l' embargo per le armi ai ribelli. Il nuovo Parlamento discuterà di questo ?
Da http://www.sibialiria.org/
Siria, alcune notizie al 17 marzo 2013
a cura di Marco Palombo
UE – VENERDI 22 MARZO I MINISTRI DEGLI ESTERI DECIDERANNO SULLA RICHIESTA DI FRANCIA E GRAN BRETAGNA DI ABOLIRE L’EMBARGO AL LE ARMI PER L’OPPOSIZIONE.
IL NUOVO PARLAMENTO DISCUTERA’ LA POSIZIONE DELL’ITALIA ?
Dai primi giorni della passata settimana Gran Bretagna e Francia hanno iniziato a chiedere insistentemente che l' Unione Europea tolga l' embargo alle armi in Siria, rinnovato parzialmente solo il 4 marzo. La questione è stata già posta da Hollande e Cameron al summit dell’Unione Europea il 14 marzo ( la quasi totalità dei giornali italiani non ha scritto niente della discussione avvenuta) ma ha trovato perplessità da parte della Merkel e di altri paesi e la scelta è stata lasciata all’ incontro informale dei ministri degli esteri dell’ Unione che si svolgerà a Dublino venerdì 22 e sabato 23 marzo. Gli ambasciatori, probabilmente lunedì al settimanale Consiglio Europeo degli esteri, prepareranno una bozza con una posizione comune a tutti i paesi.
La Gran Bretagna e la Francia in questo momento appaiono isolati, l’ Italia aveva sempre appoggiato la loro richiesta ma le posizioni espresse da Terzi in occasione dell’ incontro a Roma del 28 febbraio con 11 paesi cosiddetti “Amici della Siria”, sono state contestante da Lapo Pistelli, responsabile esteri del Partito Democratico, e dalla Rete Disarmo che raccoglie tutto l’ associazionismo pacifista cattolico o vicino al centrosinistra.
“Non armi ma pane alla popolazione siriana”
“Le associazioni aderenti alla Rete Italiana per il Disarmo condannano qualsiasi decisione di allentamento dell'embargo di armi sulla Siria e chiedono all'uscente ministro Terzi di astenersi dal sostenere questa ipotesi, in vista dell'incontro del "Gruppo di alto livello sulla Siria" in programma il 28 febbraio a Roma..”…..
Articolo integrale al link:
http://www.disarmo.org/rete/a/37824.html
Le associazioni che aderiscono alla Rete Disarmo:
ACLI – Agenzia per la Pace Sondrio – Amnesty International – Archivio Disarmo – ARCI – ARCI Servizio Civile – Associazione Obiettori Nonviolenti – Associazione Papa Giovanni XXIII – Associazione per la Pace – ATTAC – Beati i costruttori di Pace – Campagna Italiana contro le Mine – Campagna OSM-DPN – Centro Studi Difesa Civile – Conferenza degli Istituti Missionari in Italia – Coordinamento Comasco per la Pace – FIM-Cisl – FIOM-Cgil – Fondazione Culturale Responsabilità Etica – Gruppo Abele – ICS – Libera – Mani Tese – Movimento Internazionale della Riconciliazione – Movimento Nonviolento – OPAL – OSCAR Ires Toscana – Pax Christi – PeaceLink – Rete di Lilliput – Rete Radiè Resch – Traduttori per la Pace – Un ponte per…
Ma chi deciderà la posizione italiana? Il Parlamento è ormai insediato, discuterà questa scelta prima o dopo l’ incontro dei ministri degli esteri europei ?
IL DOPPIO BINARIO DELL' OCCIDENTE.
“UNICA SOLUZIONE UN NEGOZIATO”, MA INTANTO CRESCE L' INTENSITA' DELLA GUERRA, CIOE' CRESCE L'AIUTO MILITARE DALL'ESTERO ALL'OPPOSIZIONE ARMATA.
A)”Il gioco d’ azzardo di John Kerry”(e dell’ Occidente)
“Il gioco d’ azzardo di John Kerry” è il titolo di un articolo di T.Meyssan http://www.megachip.info/rubriche/67-cronache-internazionali/9925-il-gioco-dazzardo-di-john-kerry.html dove viene spiegato come Kerry, che ufficialmente sta discutendo una soluzione pacifica con la Russia, favorisca la guerra e i grandi aiuti che vengono dati ai ribelli. Ricordo che la forza egemone dell' opposizione politica siriana è costituita dai Fratelli Musulmani mentre il gruppo militare più grande e meglio organizzato è il Fronte Al Nusra che viene considerato vicino ad Al Qaeda.
Un aiuto degli USA ai gruppi armati viene raccontato da una fonte certamente non antiamericana. Il 5 marzo G.Olimpio, corrispondente dagli USA da dove segue e scrive sulla guerra siriana, scriveva sul Corriere della Sera un articolo su un villaggio-fantasma in Giordania dove gli Stati Uniti addestrano gli oppositori di Assad alla guerra urbana.
Mentre domenica 17 marzo su Il Manifesto M.Giorgio scrive “..Poi è la stessa CNN, con ottimi rapporti con gli Casa Bianca, a rivelare che giovedì un primo gruppo di circa 300 “ufficiali” ribelli ha fatto ritorno in Siria al termine di un corso di addestramento militare in Giordania, pagato e gestito dagli Stati Uniti…”
B) 11 Marzo, Brahimi all’ UE: “Negoziato o distruzione”, poi colloquio informale e non pubblico.
Ma possiamo attribuire la doppiezza di Kerry anche all’ Unione Europea e all’ ONU. Questa è l’ impressione che ho avuto dall’ incontro dell’11 marzo tra Brahimi e i ministri degli Esteri dell’ Unione Europea. Per l’ Italia partecipava la sottosegretaria Dassù (Terzi era impegnato con la vicenda dei marò) e in una dichiarazione a radio Radicale qualche giorno dopo ha detto (ho sentito solo la diretta audio, quindi posso sbagliare): “E’ stato un pranzo informale quindi non posso parlare più di tanto”, ”Per Brahimi è necessario il negoziato o sarà la distruzione totale del paese”, ”Però (secondo noi n.d.r.)ancora non ci sono le condizioni per questo”. Ha taciuto poi sulle richieste della Gran Bretagna di togliere l’ embargo alle armi riferendo solo la posizione ufficiale dell' UE, che lo stesso giorno la GB ha dichiarato di non accettare più, e attribuendo solo ai paesi del Golfo la richiesta di armare i ribelli.
c) Discusso un rapporto sulla Siria dalla Commissione diritti umani delle Nazioni Unite
Anche le dichiarazioni della commissione indipendente CoI che ha preparato un rapporto sulla Siria per la commissione diritti umani della Nazioni Unite a Ginevra sembrano sulla stessa lunghezza d’onda del “doppio binario”. Secondo il rapporto discusso l' 11 marzo entrambe le parti agiscono con una violenza inaccettabile, ricordo che il giorno prima al Qaeda aveva rivendicato l’ uccisione di 40 militari siriani ed era difficile affermare qualcosa di diverso, viene sottolineato però, almeno dal comunicato dell’ ONU, solo il ruolo dei Comitati popolari che avrebbero compiuto massacri su ordine del governo. Poca attenzione mediatica questa volta sul rapporto, ma la Dal Ponte il 18 febbraio in una conferenza stampa sullo stesso aveva dichiarato che la Siria andrà, prima o dopo, davanti alla Tribunale Penale Internazionale ma questo lo può fare solo il Consiglio di Sicurezza. E l’ 11 marzo è stata fatta dalla commissione la richiesta di riferire proprio al Consiglio di Sicurezza. A questo link un commento approfondito di M.Correggia sul rapporto ONU:
http://www.sibialiria.org/wordpress/?p=1334
c) 28 febbraio, incontro a Roma dei paesi “Amici della Siria”, Kerry,Terzi e Khatib contestati da una piccola azione nonviolenta censurata da quasi tutti i media.
A Roma, all’ incontro dei cosiddetti Paesi “Amici della Siria”, durante la conferenza stampa del segretario di stato USA Kerry, del ministro Terzi e di Khatib, capo della Coalizione Siriana, una attivista della rete No War Roma ha innalzato un cartello dove accusava USA, UE e stati arabi di boicottare la pace e aiutare gruppi armati terroristi. Ha ricordato poi, in inglese, a Kerry tutte le ultime guerre USA dall’Iraq alla Libia. L’ azione la potete vedere in questo video ma in Italia è stata conosciuta solo dai lettori del Manifesto e Avvenire e da chi si informa con media alternativi.
Il video http://www.youtube.com/watch?v=kDGXn8BBaqw
Qui l’attivista racconta la sua azione
http://www.sibialiria.org/wordpress/?p=1324
NB. Ho messo a questo notiziario il titolo “Alcune notizie dalla Siria” perché non ho potuto, per ragioni di tempo, occuparmi di altri temi importanti come per esempio le diverse posizioni all’ interno della opposizione siriana. Ma ho ritenuto comunque utile inviare queste informazioni anche se non danno un quadro completo della situazione.
Marco Palombo
Siria, alcune notizie al 17 marzo 2013
a cura di Marco Palombo
UE – VENERDI 22 MARZO I MINISTRI DEGLI ESTERI DECIDERANNO SULLA RICHIESTA DI FRANCIA E GRAN BRETAGNA DI ABOLIRE L’EMBARGO AL LE ARMI PER L’OPPOSIZIONE.
IL NUOVO PARLAMENTO DISCUTERA’ LA POSIZIONE DELL’ITALIA ?
Dai primi giorni della passata settimana Gran Bretagna e Francia hanno iniziato a chiedere insistentemente che l' Unione Europea tolga l' embargo alle armi in Siria, rinnovato parzialmente solo il 4 marzo. La questione è stata già posta da Hollande e Cameron al summit dell’Unione Europea il 14 marzo ( la quasi totalità dei giornali italiani non ha scritto niente della discussione avvenuta) ma ha trovato perplessità da parte della Merkel e di altri paesi e la scelta è stata lasciata all’ incontro informale dei ministri degli esteri dell’ Unione che si svolgerà a Dublino venerdì 22 e sabato 23 marzo. Gli ambasciatori, probabilmente lunedì al settimanale Consiglio Europeo degli esteri, prepareranno una bozza con una posizione comune a tutti i paesi.
La Gran Bretagna e la Francia in questo momento appaiono isolati, l’ Italia aveva sempre appoggiato la loro richiesta ma le posizioni espresse da Terzi in occasione dell’ incontro a Roma del 28 febbraio con 11 paesi cosiddetti “Amici della Siria”, sono state contestante da Lapo Pistelli, responsabile esteri del Partito Democratico, e dalla Rete Disarmo che raccoglie tutto l’ associazionismo pacifista cattolico o vicino al centrosinistra.
“Non armi ma pane alla popolazione siriana”
“Le associazioni aderenti alla Rete Italiana per il Disarmo condannano qualsiasi decisione di allentamento dell'embargo di armi sulla Siria e chiedono all'uscente ministro Terzi di astenersi dal sostenere questa ipotesi, in vista dell'incontro del "Gruppo di alto livello sulla Siria" in programma il 28 febbraio a Roma..”…..
Articolo integrale al link:
http://www.disarmo.org/rete/a/37824.html
Le associazioni che aderiscono alla Rete Disarmo:
ACLI – Agenzia per la Pace Sondrio – Amnesty International – Archivio Disarmo – ARCI – ARCI Servizio Civile – Associazione Obiettori Nonviolenti – Associazione Papa Giovanni XXIII – Associazione per la Pace – ATTAC – Beati i costruttori di Pace – Campagna Italiana contro le Mine – Campagna OSM-DPN – Centro Studi Difesa Civile – Conferenza degli Istituti Missionari in Italia – Coordinamento Comasco per la Pace – FIM-Cisl – FIOM-Cgil – Fondazione Culturale Responsabilità Etica – Gruppo Abele – ICS – Libera – Mani Tese – Movimento Internazionale della Riconciliazione – Movimento Nonviolento – OPAL – OSCAR Ires Toscana – Pax Christi – PeaceLink – Rete di Lilliput – Rete Radiè Resch – Traduttori per la Pace – Un ponte per…
Ma chi deciderà la posizione italiana? Il Parlamento è ormai insediato, discuterà questa scelta prima o dopo l’ incontro dei ministri degli esteri europei ?
IL DOPPIO BINARIO DELL' OCCIDENTE.
“UNICA SOLUZIONE UN NEGOZIATO”, MA INTANTO CRESCE L' INTENSITA' DELLA GUERRA, CIOE' CRESCE L'AIUTO MILITARE DALL'ESTERO ALL'OPPOSIZIONE ARMATA.
A)”Il gioco d’ azzardo di John Kerry”(e dell’ Occidente)
“Il gioco d’ azzardo di John Kerry” è il titolo di un articolo di T.Meyssan http://www.megachip.info/rubriche/67-cronache-internazionali/9925-il-gioco-dazzardo-di-john-kerry.html dove viene spiegato come Kerry, che ufficialmente sta discutendo una soluzione pacifica con la Russia, favorisca la guerra e i grandi aiuti che vengono dati ai ribelli. Ricordo che la forza egemone dell' opposizione politica siriana è costituita dai Fratelli Musulmani mentre il gruppo militare più grande e meglio organizzato è il Fronte Al Nusra che viene considerato vicino ad Al Qaeda.
Un aiuto degli USA ai gruppi armati viene raccontato da una fonte certamente non antiamericana. Il 5 marzo G.Olimpio, corrispondente dagli USA da dove segue e scrive sulla guerra siriana, scriveva sul Corriere della Sera un articolo su un villaggio-fantasma in Giordania dove gli Stati Uniti addestrano gli oppositori di Assad alla guerra urbana.
Mentre domenica 17 marzo su Il Manifesto M.Giorgio scrive “..Poi è la stessa CNN, con ottimi rapporti con gli Casa Bianca, a rivelare che giovedì un primo gruppo di circa 300 “ufficiali” ribelli ha fatto ritorno in Siria al termine di un corso di addestramento militare in Giordania, pagato e gestito dagli Stati Uniti…”
B) 11 Marzo, Brahimi all’ UE: “Negoziato o distruzione”, poi colloquio informale e non pubblico.
Ma possiamo attribuire la doppiezza di Kerry anche all’ Unione Europea e all’ ONU. Questa è l’ impressione che ho avuto dall’ incontro dell’11 marzo tra Brahimi e i ministri degli Esteri dell’ Unione Europea. Per l’ Italia partecipava la sottosegretaria Dassù (Terzi era impegnato con la vicenda dei marò) e in una dichiarazione a radio Radicale qualche giorno dopo ha detto (ho sentito solo la diretta audio, quindi posso sbagliare): “E’ stato un pranzo informale quindi non posso parlare più di tanto”, ”Per Brahimi è necessario il negoziato o sarà la distruzione totale del paese”, ”Però (secondo noi n.d.r.)ancora non ci sono le condizioni per questo”. Ha taciuto poi sulle richieste della Gran Bretagna di togliere l’ embargo alle armi riferendo solo la posizione ufficiale dell' UE, che lo stesso giorno la GB ha dichiarato di non accettare più, e attribuendo solo ai paesi del Golfo la richiesta di armare i ribelli.
c) Discusso un rapporto sulla Siria dalla Commissione diritti umani delle Nazioni Unite
Anche le dichiarazioni della commissione indipendente CoI che ha preparato un rapporto sulla Siria per la commissione diritti umani della Nazioni Unite a Ginevra sembrano sulla stessa lunghezza d’onda del “doppio binario”. Secondo il rapporto discusso l' 11 marzo entrambe le parti agiscono con una violenza inaccettabile, ricordo che il giorno prima al Qaeda aveva rivendicato l’ uccisione di 40 militari siriani ed era difficile affermare qualcosa di diverso, viene sottolineato però, almeno dal comunicato dell’ ONU, solo il ruolo dei Comitati popolari che avrebbero compiuto massacri su ordine del governo. Poca attenzione mediatica questa volta sul rapporto, ma la Dal Ponte il 18 febbraio in una conferenza stampa sullo stesso aveva dichiarato che la Siria andrà, prima o dopo, davanti alla Tribunale Penale Internazionale ma questo lo può fare solo il Consiglio di Sicurezza. E l’ 11 marzo è stata fatta dalla commissione la richiesta di riferire proprio al Consiglio di Sicurezza. A questo link un commento approfondito di M.Correggia sul rapporto ONU:
http://www.sibialiria.org/wordpress/?p=1334
c) 28 febbraio, incontro a Roma dei paesi “Amici della Siria”, Kerry,Terzi e Khatib contestati da una piccola azione nonviolenta censurata da quasi tutti i media.
A Roma, all’ incontro dei cosiddetti Paesi “Amici della Siria”, durante la conferenza stampa del segretario di stato USA Kerry, del ministro Terzi e di Khatib, capo della Coalizione Siriana, una attivista della rete No War Roma ha innalzato un cartello dove accusava USA, UE e stati arabi di boicottare la pace e aiutare gruppi armati terroristi. Ha ricordato poi, in inglese, a Kerry tutte le ultime guerre USA dall’Iraq alla Libia. L’ azione la potete vedere in questo video ma in Italia è stata conosciuta solo dai lettori del Manifesto e Avvenire e da chi si informa con media alternativi.
Il video http://www.youtube.com/watch?v=kDGXn8BBaqw
Qui l’attivista racconta la sua azione
http://www.sibialiria.org/wordpress/?p=1324
NB. Ho messo a questo notiziario il titolo “Alcune notizie dalla Siria” perché non ho potuto, per ragioni di tempo, occuparmi di altri temi importanti come per esempio le diverse posizioni all’ interno della opposizione siriana. Ma ho ritenuto comunque utile inviare queste informazioni anche se non danno un quadro completo della situazione.
Marco Palombo
Siria. Gargamella per armi UE a ribelli.Riuscirà a non dirlo?
Siria. Bersani favorevole a togliere le ambargo UE per le armi ai ribelli. Riuscirà a non dirlo?
Venerdì 22 marzo i ministri degli esteri dell’ Unione
Europea discuteranno a Dublino (in modo informale ma queste discussioni
dovrebbero essere ufficiali e pubbliche) della richiesta di Francia e Gran Bretagna
di togliere l’ embargo per le armi ai “ribelli” siriani (in realtà nell’
opposizione armata ad Assad combattono migliaia di non siriani).
La richiesta è pressante, insistente. L’ Unione aveva deciso
il 4 marzo di prorogare parzialmente l’ embargo ma già il 13 marzo la Gran Bretagna
dichiarava che, se l’ embargo non fosse stato tolto, avrebbe fornito ugualmente
le armi all’ opposizione armata ad Assad. Il 14 marzo il tema è stato posto da
Hollande al summit di Bruxelles, alcuni paesi erano contrari (ma si sono
dichiarati prudentemente solo perplessi) e la decisione è stata affidata all’
incontro dei ministri degli esteri a Dublino.
L’ Unione non si spaccherà certamente sulla Siria(anche se
spero di essere smentito) in questo momento difficilissimo per le sue politiche
economiche e cederà a Francia e Gran Bretagna. Dall’ incontro uscirà nuovamente
una posizione AMBIGUA che sarà, com’e’ necessario, approvata poi all’
unanimità.
Non era stato ambiguo Benedetto XVI che aveva sempre
auspicato per la Siria il negoziato e non le armi e c’e’ un documento netto del
28 febbraio anche della rete Disarmo che comprende tutte le associazione pacifiste
cattoliche o vicine al centro-sinistra.
“Non
armi ma pane alla popolazione siriana”
“Le associazioni aderenti alla Rete Italiana per il Disarmo
condannano qualsiasi decisione di allentamento dell'embargo di armi sulla Siria
e chiedono all'uscente ministro Terzi di astenersi dal sostenere questa
ipotesi, in vista dell'incontro del "Gruppo di alto livello sulla
Siria" in programma il 28 febbraio a Roma..”…..
Articolo integrale al link:
Le associazioni che aderiscono alla Rete Disarmo:
ACLI – Agenzia per la Pace Sondrio – Amnesty International –
Archivio Disarmo – ARCI – ARCI Servizio Civile – Associazione Obiettori
Nonviolenti – Associazione Papa Giovanni XXIII – Associazione per la Pace –
ATTAC – Beati i costruttori di Pace – Campagna Italiana contro le Mine –
Campagna OSM-DPN – Centro Studi Difesa Civile – Conferenza degli Istituti
Missionari in Italia – Coordinamento Comasco per la Pace – FIM-Cisl – FIOM-Cgil
– Fondazione Culturale Responsabilità Etica – Gruppo Abele – ICS – Libera –
Mani Tese – Movimento Internazionale della Riconciliazione – Movimento
Nonviolento – OPAL – OSCAR Ires Toscana – Pax Christi – PeaceLink – Rete di
Lilliput – Rete Radiè Resch – Traduttori per la Pace – Un ponte per…
Ma ora la sinistra del centrosinistra e parte dell’associazionismo
non dicono esplicitamente che vogliono le armi ma appoggiano l’ opposizione siriana che vuole le armi.....
Così Pisapia (sindaco vendoliano di Milano) e Lotti (portavoce
a Marzo della Tavola della Pace,a Febbraio della politica estera di Rivoluzione
Civile (sic!)) hanno appoggiato la marcia dell’ opposizione siriana a Milano. http://www.perlapace.it/index.php?id_article=9190&PHPSESSID=jda9mcc6d19q4fjp6c7kug90c3
I nuovi protagonisti del circo mediatico, parlamentari del
Movimento 5 stelle e papa Francesco, hanno invaso l’ informazione in questi
giorni ma sono ancora confusi e felici per il nuovo ruolo e probabilmente poco
informati dell’ impegno finalizzato ad aumentare la guerra siriana delle grandi
potenze Francia e Gran Bretagna, con l’ aiuto esplicito di Terzi, l’ aiuto silenzioso
di Bersani, e il silenzio servile di SeL e di parte dell’associazionismo pacifista.
La mia risposta alla domanda del titolo “Riuscirla a non
dirlo ?” è dunque “Temo di si”, ma l’ esperienza di questi mesi insegna che
comunque, con estrema difficoltà, ci si può opporre alla violenza della guerra,
ai silenzi e manipolazioni mediatiche, e
si può diffondere qualche notizia un po’
più vera.
Così il comitato contro la guerra di Milano si è espresso
contro la scelta di Pisapia con questo documento ospitato dal sito Marx21, che
appoggiava come Lotti la lista Rivoluzione Civile (le ambiguità abituali della
sinistra spiegano molto delle sue sconfitte di questi anni).
Il 28 febbraio la
rete No War ha contestato, ignorata da quasi tutti i media, la conferenza
stampa di Kerry, Terzi e Khatib, capo (fino a ieri) dell’ opposizione siriana.
Video
della contestazione: http://www.youtube.com/watch?v=kDGXn8BBaqw
Qui l’attivista della rete No War racconta la sua azione
Allora, in questi pochi giorni che ci separano dall’
incontro di venerdì a Dublino, proviamo a chiedere ai nostri neo parlamentari e
al nuovo Papa di pronunciarsi su questo tema, sapendo che qualcuno tace per
inesperienza e non conoscenza del tema e qualcuno per calcolo.
Probabilmente non
diranno una parola sulla guerra siriana tra le loro dichiarazioni che
inonderanno i media, ma questo servirà ad informare qualche persona in più su
un tema importantissimo.
Marco
lunedì 11 marzo 2013
Siria, un altro rapporto infondato sarà approvato dall' ONU a Ginevra - di Marinella Correggia
L’11 marzo davanti al Consiglio dei diritti umani dell’Onu basato a Ginevra
nel quale siedono a turno poco più di 40 stati membri, la Commissione COI (di
inchiesta “indipendente” sulla Siria) presenta il suo lunghissimo rapporto sulla
situazione nel paese. E’ basato su racconti di parte e contiene molte accuse non
verificate, fondate solo su !testimonianze” raccolte per skype, al telefono, o
presso persone segnalate dall’opposizione armata (chiamata però “attivisti”). Né
esso contiene una condanna dell’ingerenza armata e finanziaria praticata da
Occidente e petromonarchie (più Turchia e vari paesi arabi: fratelli-coltelli)
che è la vera ragione della tragedia siriana (senza questa illegale fornitura di
armi, finite in mano a gruppi violenti quando non jihadisti) i negoziati di pace
avrebbero avuto qualche chance. Ma appunto la pace è stata boicottata.
E’ ovvio che il rapporto sarà approvato: perché solo ad aver studiato per mesi e mesi le “notizie” sulla Siria e le falsificazioni circa gli eventi e i responsabili, si può riuscire a contrastarlo. Ma nessuna missione all’Onu può aver compiuto questo lavoro di scavo. E’ poi risultato evidente che le missioni nemmeno hanno letto il rapporto COI. Lo compreranno a scatola chiusa.
Siccome purtroppo noi l’abbiamo faticosamente studiato (mentre altri nel mondo avrebbero avuto tutti i mezzi per farlo, è toccato a noi), il nostro tentativo è stato di portare a Ginevra (pazienza per le spese, pazienza per il tormento) le nostre osservazioni. A settembre in occasione del precedente rapporto invece di prendere il treno per Ginevra abbiamo mandato per email le osservazioni e poi telefonato. Ma un contatto diretto con le missioni, sarebbe stato più efficace? Ci abbiamo provato, stavolta.
E’ però difficile avvicinare i delegati dei vari paesi non conoscendone le facce e potendo avvicinarli solo in brevi momenti di pausa nella sala riunioni XX del Consiglio (inoltre gli uscieri non permettono di distribuire documenti dentro la sala stessa). Comunque ecco qui di seguito quel che si è cercato di distribuire, in lingue sparse e approssimative (quasi niente è in italiano per mancanza di tempo, abbiam preferito provare a scrivere subito in altre lingue, l’italiano non serve all’Onu). Il primo documento è un riassunto sintetico, che speriamo domani in extremis di dare ancora a qualcuno prima della discussione. Pare che sia il massimo della lettura alla quale si possa aspirare da parte dei delegati delle varie missioni statali. Gli altri tre sono più dettagliati e si riferiscono il primo alla metodologia, il secondo alla critica alle “notizie” presenti, il terzo alle omissioni.
PRIMO DOCUMENTO. RIASSUNTO (IN SPAGNOLO)
INFORME COI-Siria Fuentes parciales, noticias y denuncias no fidedignas, noticias y denuncias omitidas, contraddiciones........
..............SECONDO DOCUMENTO. OSSERVAZIONI METODOLOGICHE GENERALI (in italiano, inglese, francese spagnolo)
Rapporto COI (18 febbraio 2013). Fonti di parte, notizie e denunce non verificate, notizie e denunce omesse
Osservazioni e commenti da parte della rete No War (Italia)
Nota.
La Rete No War Roma è formata da attivisti per la pace e ricercatori indipendenti che da anni in modo indipendente e volontario si occupano di “verità contro le guerre”, contrastando la propaganda di fonti di informazione di parte a tutti i livelli: media, attori non governativi, parti in causa nei conflitti e loro schieramenti.
Il nostro obiettivo, anche nel caso della Siria, è operare affinché le armi – la causa di questa tragedia – tacciano al più presto e vada, come sostiene anche la Commissione Coi, per una soluzione negoziale. La quale viene favorita dal riconoscere le responsabilità delle varie parti, in modo obiettivo, ascoltando tutte le parti (e i loro sostenitori) ed evitando di dar corso a denunce non verificate.
Abbiamo letto l’ultimo rapporto della Commissione, così come facemmo con il precedente (v XXXX link). Ci proponiamo di inviare al più presto a voi e alle missioni presso il Consiglio dei diritti umani un’analisi precisa di diversi punti (quelli per i quali abbiamo elementi di conoscenza elaborati nel corso dei mesi passati). Intanto, però, vi mandiamo alcune osservazioni circa il metodo, le fonti, gli episodi da voi esaminati e le vostre conclusioni.
Le fonti del rapporto
Le vostre fonti sono per vostra stessa ammissione parziali, in parte per cause non dipendenti dalla vostra responsabilità (mancato ingresso nel paese). 1) Interviste. Avete intervistato, come in precedenza da voi indicato (vedi rapporto novembre 2011), “attivisti” dentro e fuori la Siria, appartenenti all’opposizione. Ricordiamo che questi attivisti e i cosiddetti “giornalisti cittadini” si sono resi responsabili di molti episidi di disinformazione e manipolazione. Avete intervistato, nei paesi limitrofi, i rifugiati che hanno lasciato la Siria. In genere essi si schierano con l’opposizione: anche le vittime possono essere di parte o influenzate o “formate” da una delle parti e questo può inficiare la loro testimonianza. Fra di loro membri della Free Syrian Army e loro famiglie. Riteniamo che lo standard della prova non possa ritenersi sufficiente di fronte a narrazioni così parziali. Oppure avreste dovuto intervistare anche membri dell’esercito o dell’amministrazione governativa…
All’interno del paese, avete intervistato persone via skype o al telefono, ma ci domandiamo se non vi siano state segnalate soprattutto da esponenti dell’opposizione. Notiamo anche interviste (forse attraverso giornalisti) a un membro del fronte Al Nusra. 2) Fonti Ong e media. In varie circostanze queste fonti hanno fatto ricorso anch’esse a fonti di parte. 3) Video, mappe ecc. Come indicheremo in seguito, spesso i video rivelano una sola cosa: che ci sono state delle vittime.
Le fonti ignorate dal rapporto
Se la Commissione si fosse rivolta ad altre fonti, avreste ricevuto denunce (di crimini contro l’umanità e crimini di guerra) rivolte all’opposizione armata. Gli stessi media mainstream hanno dovuto riferire di molti casi di presa di scudi umani, occupazione di quartieri, esecuzioni, violenze, massacri, torture ecc. Le testimonianze possono venire da sfollati interni, da gruppi delle minoranze e non solo, da esponenti religiosi anche a livello di base, da esponenti di minoranze etniche o religiose, perfino da oppositori non armati o da oppositori armati delusi. Possiamo fornirvi riferimenti.
Le conclusioni e il doppio standard
Si conclude ovviamente che occorre una soluzione negoziata e non militare al conflitto. Tuttavia, ecco alcune osservazioni. Il vostro rapporto, per via delle fonti, mantiene un doppio standard a favore delle forze armate dell’opposizione e a sfavore delle “forze governative” (esercito nazionale e forze di sicurezza e quelli che chiamate shabbiha e quelli che vengono chiamati in Siria “Comitati popolari”). E’ evidente la tendenza a sminuire gli atti negativi delle prime. Ad esempio, più volte sostenete che gli “attacchi governativi ai civili” fanno parte di una strategia deliberata, mentre lo negate per gli attacchi dell’opposizione.
Troviamo anche inquietanti le osservazioni, nel rapporto, circa la fornitura di appoggio in armi all’opposizione. Non risulta con chiarezza il fatto che questa ingerenza armata aiuta la prosecuzione della guerra e sfavorisce di fatto il negoziato. Inoltre, il rapporto sembra rammaricarsi per il fatto che la fornitura di armi non ha contribuito a unificare i gruppi armati…
Le notizie e denunce non verificate
Indichiamo qui elementi che approfondiremo nei dettagli.
Massacri. Per alcuni degli episodi da voi segnalati, le circostanze e i responsabili non sono accertati e altre fonti capovolgerebbero gli assunti. Inoltre dopo il 15 gennaio si sono verificati massacri oggetto di manipolazione quanto ad attribuzione di responsabilità.
Attacchi indiscriminati. Per alcuni degli episodi da voi segnalati, le circostanze non sono accertate e altre fonti capovolgerebbero gli assunti o sosterrebbero che i gruppi armati hanno fatto ricorso agli scudi umani asserragliandosi in aree civili. Altri racconti non paiono plausibili né sono suffragati da video che dicano qualcosa: si pensi agli “attacchi aerei alle panetterie e alle code per il pane”. Si nota anche un doppio standard nel riferire, ad esempio, dell’uso di infrastrutture civili da parte di armati.
Altri crimini. Analoghe osservazioni – circa lo scarso fondamento e/o il doppio standard – per le denunce di crimini quali torture, stupri, violenze sui bambini, attacchi a infrastrutture e saccheggi di proprietà civili…
Notizie e denunce omesse
Massacri ignorati. Diversi episodi di uccisione di massa di civili non sono compresi nell’elenco.
Sanzioni. Nel contesto delle osservazioni sulla situazione sociale e umanitaria, ci pare che molto più spazio avrebbe dovuto essere dato all’impatto delle sanzioni internazionali, pur più volte denunciato come concausa di povertà e distruzione della nazione.
Attacchi indiscriminati. Non sono citati diversi casi di presa di scudi umani, uso di ostaggi, occupazione di interi villaggi, distruzione di beni, pur confermati da varie fonti.
Osservazione circa i componenti della Commissione
Facciamo notare che non offre garanzie di obiettività la Commissaria Karen Koning Abuzayd visto il ruolo che ricopre in una organizzazione che è emanazione di regimi implicati nella guerra in Siria, quali .......
L' articolo integrale si può leggere al link
http://www.sibialiria.org/wordpress/?p=1334
E’ ovvio che il rapporto sarà approvato: perché solo ad aver studiato per mesi e mesi le “notizie” sulla Siria e le falsificazioni circa gli eventi e i responsabili, si può riuscire a contrastarlo. Ma nessuna missione all’Onu può aver compiuto questo lavoro di scavo. E’ poi risultato evidente che le missioni nemmeno hanno letto il rapporto COI. Lo compreranno a scatola chiusa.
Siccome purtroppo noi l’abbiamo faticosamente studiato (mentre altri nel mondo avrebbero avuto tutti i mezzi per farlo, è toccato a noi), il nostro tentativo è stato di portare a Ginevra (pazienza per le spese, pazienza per il tormento) le nostre osservazioni. A settembre in occasione del precedente rapporto invece di prendere il treno per Ginevra abbiamo mandato per email le osservazioni e poi telefonato. Ma un contatto diretto con le missioni, sarebbe stato più efficace? Ci abbiamo provato, stavolta.
E’ però difficile avvicinare i delegati dei vari paesi non conoscendone le facce e potendo avvicinarli solo in brevi momenti di pausa nella sala riunioni XX del Consiglio (inoltre gli uscieri non permettono di distribuire documenti dentro la sala stessa). Comunque ecco qui di seguito quel che si è cercato di distribuire, in lingue sparse e approssimative (quasi niente è in italiano per mancanza di tempo, abbiam preferito provare a scrivere subito in altre lingue, l’italiano non serve all’Onu). Il primo documento è un riassunto sintetico, che speriamo domani in extremis di dare ancora a qualcuno prima della discussione. Pare che sia il massimo della lettura alla quale si possa aspirare da parte dei delegati delle varie missioni statali. Gli altri tre sono più dettagliati e si riferiscono il primo alla metodologia, il secondo alla critica alle “notizie” presenti, il terzo alle omissioni.
PRIMO DOCUMENTO. RIASSUNTO (IN SPAGNOLO)
INFORME COI-Siria Fuentes parciales, noticias y denuncias no fidedignas, noticias y denuncias omitidas, contraddiciones........
..............SECONDO DOCUMENTO. OSSERVAZIONI METODOLOGICHE GENERALI (in italiano, inglese, francese spagnolo)
Rapporto COI (18 febbraio 2013). Fonti di parte, notizie e denunce non verificate, notizie e denunce omesse
Osservazioni e commenti da parte della rete No War (Italia)
Nota.
La Rete No War Roma è formata da attivisti per la pace e ricercatori indipendenti che da anni in modo indipendente e volontario si occupano di “verità contro le guerre”, contrastando la propaganda di fonti di informazione di parte a tutti i livelli: media, attori non governativi, parti in causa nei conflitti e loro schieramenti.
Il nostro obiettivo, anche nel caso della Siria, è operare affinché le armi – la causa di questa tragedia – tacciano al più presto e vada, come sostiene anche la Commissione Coi, per una soluzione negoziale. La quale viene favorita dal riconoscere le responsabilità delle varie parti, in modo obiettivo, ascoltando tutte le parti (e i loro sostenitori) ed evitando di dar corso a denunce non verificate.
Abbiamo letto l’ultimo rapporto della Commissione, così come facemmo con il precedente (v XXXX link). Ci proponiamo di inviare al più presto a voi e alle missioni presso il Consiglio dei diritti umani un’analisi precisa di diversi punti (quelli per i quali abbiamo elementi di conoscenza elaborati nel corso dei mesi passati). Intanto, però, vi mandiamo alcune osservazioni circa il metodo, le fonti, gli episodi da voi esaminati e le vostre conclusioni.
Le fonti del rapporto
Le vostre fonti sono per vostra stessa ammissione parziali, in parte per cause non dipendenti dalla vostra responsabilità (mancato ingresso nel paese). 1) Interviste. Avete intervistato, come in precedenza da voi indicato (vedi rapporto novembre 2011), “attivisti” dentro e fuori la Siria, appartenenti all’opposizione. Ricordiamo che questi attivisti e i cosiddetti “giornalisti cittadini” si sono resi responsabili di molti episidi di disinformazione e manipolazione. Avete intervistato, nei paesi limitrofi, i rifugiati che hanno lasciato la Siria. In genere essi si schierano con l’opposizione: anche le vittime possono essere di parte o influenzate o “formate” da una delle parti e questo può inficiare la loro testimonianza. Fra di loro membri della Free Syrian Army e loro famiglie. Riteniamo che lo standard della prova non possa ritenersi sufficiente di fronte a narrazioni così parziali. Oppure avreste dovuto intervistare anche membri dell’esercito o dell’amministrazione governativa…
All’interno del paese, avete intervistato persone via skype o al telefono, ma ci domandiamo se non vi siano state segnalate soprattutto da esponenti dell’opposizione. Notiamo anche interviste (forse attraverso giornalisti) a un membro del fronte Al Nusra. 2) Fonti Ong e media. In varie circostanze queste fonti hanno fatto ricorso anch’esse a fonti di parte. 3) Video, mappe ecc. Come indicheremo in seguito, spesso i video rivelano una sola cosa: che ci sono state delle vittime.
Le fonti ignorate dal rapporto
Se la Commissione si fosse rivolta ad altre fonti, avreste ricevuto denunce (di crimini contro l’umanità e crimini di guerra) rivolte all’opposizione armata. Gli stessi media mainstream hanno dovuto riferire di molti casi di presa di scudi umani, occupazione di quartieri, esecuzioni, violenze, massacri, torture ecc. Le testimonianze possono venire da sfollati interni, da gruppi delle minoranze e non solo, da esponenti religiosi anche a livello di base, da esponenti di minoranze etniche o religiose, perfino da oppositori non armati o da oppositori armati delusi. Possiamo fornirvi riferimenti.
Le conclusioni e il doppio standard
Si conclude ovviamente che occorre una soluzione negoziata e non militare al conflitto. Tuttavia, ecco alcune osservazioni. Il vostro rapporto, per via delle fonti, mantiene un doppio standard a favore delle forze armate dell’opposizione e a sfavore delle “forze governative” (esercito nazionale e forze di sicurezza e quelli che chiamate shabbiha e quelli che vengono chiamati in Siria “Comitati popolari”). E’ evidente la tendenza a sminuire gli atti negativi delle prime. Ad esempio, più volte sostenete che gli “attacchi governativi ai civili” fanno parte di una strategia deliberata, mentre lo negate per gli attacchi dell’opposizione.
Troviamo anche inquietanti le osservazioni, nel rapporto, circa la fornitura di appoggio in armi all’opposizione. Non risulta con chiarezza il fatto che questa ingerenza armata aiuta la prosecuzione della guerra e sfavorisce di fatto il negoziato. Inoltre, il rapporto sembra rammaricarsi per il fatto che la fornitura di armi non ha contribuito a unificare i gruppi armati…
Le notizie e denunce non verificate
Indichiamo qui elementi che approfondiremo nei dettagli.
Massacri. Per alcuni degli episodi da voi segnalati, le circostanze e i responsabili non sono accertati e altre fonti capovolgerebbero gli assunti. Inoltre dopo il 15 gennaio si sono verificati massacri oggetto di manipolazione quanto ad attribuzione di responsabilità.
Attacchi indiscriminati. Per alcuni degli episodi da voi segnalati, le circostanze non sono accertate e altre fonti capovolgerebbero gli assunti o sosterrebbero che i gruppi armati hanno fatto ricorso agli scudi umani asserragliandosi in aree civili. Altri racconti non paiono plausibili né sono suffragati da video che dicano qualcosa: si pensi agli “attacchi aerei alle panetterie e alle code per il pane”. Si nota anche un doppio standard nel riferire, ad esempio, dell’uso di infrastrutture civili da parte di armati.
Altri crimini. Analoghe osservazioni – circa lo scarso fondamento e/o il doppio standard – per le denunce di crimini quali torture, stupri, violenze sui bambini, attacchi a infrastrutture e saccheggi di proprietà civili…
Notizie e denunce omesse
Massacri ignorati. Diversi episodi di uccisione di massa di civili non sono compresi nell’elenco.
Sanzioni. Nel contesto delle osservazioni sulla situazione sociale e umanitaria, ci pare che molto più spazio avrebbe dovuto essere dato all’impatto delle sanzioni internazionali, pur più volte denunciato come concausa di povertà e distruzione della nazione.
Attacchi indiscriminati. Non sono citati diversi casi di presa di scudi umani, uso di ostaggi, occupazione di interi villaggi, distruzione di beni, pur confermati da varie fonti.
Osservazione circa i componenti della Commissione
Facciamo notare che non offre garanzie di obiettività la Commissaria Karen Koning Abuzayd visto il ruolo che ricopre in una organizzazione che è emanazione di regimi implicati nella guerra in Siria, quali .......
L' articolo integrale si può leggere al link
http://www.sibialiria.org/wordpress/?p=1334
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giovedì 7 marzo 2013
Associazione 3 Febbraio, appello per i profughi dalla Libia messi in strada a da1 Marzo
EMERGENZA PROFUGHI:
AUTORGANIZZIAMO L’ACCOGLIENZA UNIAMO LA SOLIDARIETA’
Dal primo marzo 2013 i profughi della guerra di Libia, scatenata dalla NATO nel 2011, saranno messi per strada come da circolare del governo. Sono persone alle quali è stato tolto ogni progetto di futuro da una guerra alla quale l’Italia ha partecipato, rendendosi corresponsabile di una grave emergenza umana.
La mobilitazione unitaria, decisa e dignitosa di migliaia di fratelli ha portato all’ottenimento del permesso di soggiorno per motivi umanitari per tutti i profughi dalla Libia. Non basta, vogliamo che sia riconosciuto a tutti il diritto d’asilo. Le procedure burocratiche però sono lente, i soldi stabiliti come buonuscita, solo 500 euro, non arriveranno prima di settimane e quindi lo scenario che si profila è drammatico. Inoltre pensiamo che sia impossibile vivere per degli esseri umani con tale somma. Questa è l’accoglienza dello stato: disumana e indegna.
Migliaia di persone si troveranno quindi in una situazione di assoluta precarietà, che sarà lenita solo dalla solidarietà della gente e dell’associazionismo. Di tutto questo c’è ora più che mai bisogno. Ogni persona buona, ogni associazione di solidarietà, ogni parrocchia, gruppo di amici o di vicini di casa può fare qualcosa: aiutare e accogliere una persona, conoscerla e farsi conoscere, toglierla dalla condizione inumana cui la condanna la fine dell’assistenza statale. Chiediamo a tutti voi una mano: associazioni o singoli disponibili ad un gesto di solidarietà possono contattarci e provare ad affrontare insieme questa emergenza.
Tutti insieme, nella misura delle scelte e delle possibilità, possiamo contribuire a migliorare la vita di queste persone. Questa è la nostra priorità. Allo stesso tempo continueremo ad impegnarci per aprire una vertenza con le istituzioni a livello nazionale per i diritti dei profughi. Finora sono stati spesi per questa emergenza un miliardo e trecento milioni di euro che sono andati ad ingrossare le tasche dei proprietari delle strutture, neanche un euro è andato ai profughi come risarcimento dei danni della guerra.
I milioni di euro spesi per le guerre devono invece ritornare alla gente e essere utilizzati per l’accoglienza.
• No alle spese militari
• Sì all’accoglienza
• Solidarietà a fianco di tutti i porfughi
Adesioni: Associazione Antirazzista Interetnica 3 Febbraio, Alex Zanotelli, Forum Antirazzista Napoli
Per adesioni A3F: 3465708065
Associazione Antirazzista e Interetnica ‘3 Febbraio’ - Roma
a3froma@ymail.com - 3291607779 - www.a3f.org
martedì 5 marzo 2013
Rete No War Roma, la contestazione a Kerry, Terzi e Khatib. Roma 28 febbraio 2013
Il 28 febbraio, in occasione dell' incontro di 11 paesi "Amici della Siria" al quale hanno partecipato il Segretario di Stato degli Stati Uniti Kerry, alcuni ministri degli esteri dei paesi dell' Unione Europea, esponenti dei paesi del Golfo e Khatib, capo della Coalizione Nazionale Siriana, l' opposizione ad Assad creata a Doha (Qatar) a inizio novembre 2012 dagli Stati Uniti, una attivista della rete No War Roma ha mostrato a Terzi, Kerry e Khatib che avevano appena concluso le loro dichiarazioni una cartello che contestava l' attività in Siria degli Stati Uniti dell' Unione Europea e dei paesi del Golfo.
A questo link potete vedere un filmato di 16 secondi che ripreso da Sky da un mediattivista siriano ha avuto ad oggi 28.000 visulizzazioni
link
http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=wh0tVqPm7VM
Questo video della CBS invece è più lungo , 33 secondi, e mostra tutta l' azione dell' attivista giornalista Marinella Correggia.
link
http://www.youtube.com/watch?v=o8r9-9AUaIo
Intanto alcuni, troppo pochi, attivisti della rete No War dimostravano in Piazza Mancini ricevendo molto consenso e attenzione, atteggiamento purtroppo insolito, dai passanti.
link
http://italian.irib.ir/analisi/resoconti-da-roma/item/121978-italia-riunione-sulla-siria-2-pacifista-italiana-entra-nella-storia-dicendo-no-alla-guerra-video
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domenica 24 febbraio 2013
Rinnovabili, soprattutto solare: in Italia ora è possibile una rapida rivoluzione
Il V° conto energia per gli impianti fotovoltaici terminerà sicuramente prima della fine dell’ estate. Infatti non sarà più valido un mese dopo il raggiungimento di 6,7 miliardi di euro di incentivi annui e il 23 febbraio 2013 il contatore del sito del GSE che somma gli incentivi annui di tutti i conti energia che sono stati in vigore dal 2005 segna 6.565.400.000 euro.
Secondo le indicazioni politiche presenti nel maggio 2011, solo due anni fa ma da quel momento due governi hanno terminato il loro mandato, una volta scaduto questo conto energia non dovrebbero essere più concessi incentivi a coloro che installano impianti fotovoltaici.
Con il V° conto energia un impianto domestico con 3 kw di potenza di picco, che in Italia produce in media qualcosa in più di 3.000 KWh di energia elettrica l’ anno, riscuote almeno 500-700 euro annui di incentivi statali che in linea di massima ripagano in 10 anni il costo dell’ impianto e assicurano per i rimanenti 10 anni di incentivi un guadagno di alcune migliaia di euro. Il passaggio da questo conto energia che assicura più di 10.000 euro di incentivo a un impianto fotovoltaico domestico medio, ad una legislazione che preveda zero euro di incentivo pare senza dubbio esagerato e sarebbe auspicabile fossero istituite altre forme di aiuto economico a chi vuole usare questa tecnologia non inquinante.
Ma l’ aiuto alla tecnologia fotovoltaica, e rinnovabile in generale, non deve essere necessariamente solo un incentivo economico a chi la installa. Uno studio del Lawrence Berkeley National Laboratory spiega perché un impianto fotovoltaico “chiavi in mano” in Germania costi 3 $/W e negli USA invece ben 6,19 $/W. Secondo il rapporto questo avviene non tanto perché gli installatori tedeschi pagano meno dei colleghi statunitensi moduli, componenti e manodopera: la differenza si ha sui cosiddetti “soft costs” come procedure autorizzative, acquisizione di clienti, marketing e advertising, che sono più alte negli States, dove cittadini e istituzioni sono meno abituati al solare. La conclusione è che “ quando le rinnovabili entrano nella cultura e nella quotidianità di un popolo e delle istituzioni i costi calano sensibilmente ”. Insomma se ci fosse più, e migliore, informazione, se si diffondesse una conoscenza popolare delle energie rinnovabili, si risparmierebbero incentivi, polemiche e una spesa maggiore per le bollette elettriche.
In occasione del referendum del 2011 contro le centrali nucleari si saldò un fronte contrario all’ atomo che comprendeva imprese del settore delle rinnovabili, ambientalisti, forze politiche e sociali, comitati territoriali. Il risultato fu un successo nettissimo e da anni non veniva raggiunto il quorum in occasione dei referendum.
Questo fronte che si è unito contro il nucleare è però solitamente frammentato e soprattutto sono diverse le conoscenze e le competenze dei diversi segmenti che lo compongono. Così tutto il settore degli addetti alle imprese delle rinnovabili ignora in genere i problemi gravissimi del clima, il processo del picco petrolifero e l’ inquinamento del carbone e delle altre fonti fossili. Gli ambientalisti superstiti, ma ancora diffusi in tutta Italia, ignorano invece il livello già notevole raggiunto dalla tecnologia rinnovabile che potrebbe già ora sostituire gran parte degli impianti da fonti fossili.
Con la presenza in Parlamento delle decine di deputati del Movimento 5 Stelle, Sinistra Ecologia e Liberta e, speriamo, Rivoluzione Civile potrebbe riproporsi il processo virtuoso che si è verificato in occasione del referendum nucleare e potrebbe nascere una poderosa campagna nel paese per una legge che aiuti lo sviluppo del Fotovoltaico. In questo modo l’ eccezionale risultato ottenuto dall’ Italia in questi 7-8 anni di conti energia, il 6% dell’ energia elettrica totale oggi è prodotta da impianti fotovoltaici, potrebbe trasformarsi in una vera e propria rivoluzione e il nostro paese, in un momento difficile della sua economia, potrebbe diventare un esempio per questo cambio di paradigma che è ineluttabile e necessario.
Ma ne riparleremo, e lo capiremo, nelle prossime settimane appena i nuovi entrati in Parlamento si saranno ambientati un minimo nel nuovo compito. Ci saranno deputati competenti e altri meno, ma Rivoluzione Civile, Sinistra Ecologia e Libertà e soprattutto il Movimento 5 Stelle daranno al tema della rivoluzione energetica in Italia una spinta eccezionale e in questo momento inaspettata, una situazione completamente diversa da quella presente in Parlamento la precedente legislatura.
http://blog.libero.it/infoenergia/
domenica 17 febbraio 2013
Video incontro "Ditelo prima !" organizzato dalla Rete No War e peacelink con candidati alle prossime elezioni politiche
A questo link è possibile vedere la registrazione dell' incontro sul tema della guerra e spese militari " Ditelo prima! " organizzato il 15 febbraio dalla rete No War e Peacelink con candidati alle prossime elezioni politiche .
http://www.livestream.com/peacelinkonair
Intervenuti Movimento 5 Stelle, Partito Comunista dei Lavoratori , Sinistra Ecologia e Libertà, Rivoluzione Civile.
Hanno introdotto Marinella Correggia (Rete No War e www.sibialiria.org ) e Nella Ginatempo (Rete No War)
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sabato 16 febbraio 2013
No War : Unione Europea illegale se arma ribelli siriani
COMUNICATO STAMPA
ALL’UNIONE EUROPEA:E’ UN ATTO ILLEGALE ARMARE LE OPPOSIZIONI SIRIANE! Agite invece per la pace!
TERZI, MINISTRO DIMISSIONARIO, NON PUÒ PRENDERE UNA DECISIONE COSI’ GRAVE!
I gruppi pacifisti Rete No War-Roma, Peacelink e Comitato contro la guerra-Milano hanno mandato al ministro Terzi e agli europarlamentari italiani una protesta preventiva rispetto all'ipotesi che il 18 febbraio alla riunione dei ministri degli Esteri europei si decida di armare gli oppositori in Siria, come richiesto dalla Gran Bretagna, rimuovendo dunque l'embargo sulle armi in vigore nei confronti del paese.
Armare attori impegnati contro un governo riconosciuto è un atto illegale dal punto di vista del diritto internazionale. In particolare i gruppi chiedono al ministro dimissionario Terzi di non appoggiare un atto così grave. I gruppi in questione chiedono invece all'Unione Europea, premio Nobel per la pace, di rimuovere le sanzioni civili che colpiscono la popolazione siriana, e di agire per il dialogo e una soluzione negoziale.
Qui di seguito il testo mandato a Terzi e agli europarlamentari.
Condanniamo con fermezza ogni tentativo da parte dei Ministri degli Esteri dell'Unione Europea, che si riuniscono il 18 febbraio a Bruxelles, di rendere formalmente possibile l’invio di armi all’opposizione siriana come proposto dalla Gran Bretagna. Finora questo appoggio armato diretto è stato ostacolato da un embargo europeo sulle armi dirette in Siria. Lo scorso dicembre l’embargo è stato prorogato per soli tre mesi, in sede UE. Chiediamo che esso sia rinnovato.
Chiediamo invece di rimuovere le sanzioni economiche civili, che colpiscono il popolo siriano.
Ricordiamo ai rappresentanti politici dei cittadini europei, nonché recipienti del Premio Nobel per la pace 2012, che è vietato dal diritto internazionale riconoscere e ancor più armare gruppi che si oppongono a un governo riconosciuto.
Invitiamo, come cittadini italiani, il ministro “tecnico” del governo dimissionario italiano a non prendere decisioni così gravi che impedirebbero qualunque spiraglio negoziale. Se l'infausta proposta UE dovesse essere approvata e se dovessero essere inviate armi europee ad alimentare il conflitto, il sangue dei siriani, che scorrerà sempre di più, sarà anche sulle mani dei cittadini europei.
Ricordiamo inoltre al ministro Terzi che l’art. 286 del Codice penale italiano punisce con l’ergastolo “Chiunque commette un fatto diretto a suscitare la guerra civile nel territorio dello Stato” [c.p. 4], norma che, per analogia, dovrebbe applicarsi anche a paesi terzi. In Siria, armare i gruppi dell’opposizione equivale a fomentare la guerra civile e settaria che essi portano avanti, invece di sostenere il piano di pace di Kofi Annan, fatto suo dall'attuale inviato ONU Lakhdar Brahimi.
Rete No War-Roma (www.sibialiria.org )
Peacelink (www.peacelink.it
Comitato contro la guerra-Milano
ALL’UNIONE EUROPEA:E’ UN ATTO ILLEGALE ARMARE LE OPPOSIZIONI SIRIANE! Agite invece per la pace!
TERZI, MINISTRO DIMISSIONARIO, NON PUÒ PRENDERE UNA DECISIONE COSI’ GRAVE!
I gruppi pacifisti Rete No War-Roma, Peacelink e Comitato contro la guerra-Milano hanno mandato al ministro Terzi e agli europarlamentari italiani una protesta preventiva rispetto all'ipotesi che il 18 febbraio alla riunione dei ministri degli Esteri europei si decida di armare gli oppositori in Siria, come richiesto dalla Gran Bretagna, rimuovendo dunque l'embargo sulle armi in vigore nei confronti del paese.
Armare attori impegnati contro un governo riconosciuto è un atto illegale dal punto di vista del diritto internazionale. In particolare i gruppi chiedono al ministro dimissionario Terzi di non appoggiare un atto così grave. I gruppi in questione chiedono invece all'Unione Europea, premio Nobel per la pace, di rimuovere le sanzioni civili che colpiscono la popolazione siriana, e di agire per il dialogo e una soluzione negoziale.
Qui di seguito il testo mandato a Terzi e agli europarlamentari.
Condanniamo con fermezza ogni tentativo da parte dei Ministri degli Esteri dell'Unione Europea, che si riuniscono il 18 febbraio a Bruxelles, di rendere formalmente possibile l’invio di armi all’opposizione siriana come proposto dalla Gran Bretagna. Finora questo appoggio armato diretto è stato ostacolato da un embargo europeo sulle armi dirette in Siria. Lo scorso dicembre l’embargo è stato prorogato per soli tre mesi, in sede UE. Chiediamo che esso sia rinnovato.
Chiediamo invece di rimuovere le sanzioni economiche civili, che colpiscono il popolo siriano.
Ricordiamo ai rappresentanti politici dei cittadini europei, nonché recipienti del Premio Nobel per la pace 2012, che è vietato dal diritto internazionale riconoscere e ancor più armare gruppi che si oppongono a un governo riconosciuto.
Invitiamo, come cittadini italiani, il ministro “tecnico” del governo dimissionario italiano a non prendere decisioni così gravi che impedirebbero qualunque spiraglio negoziale. Se l'infausta proposta UE dovesse essere approvata e se dovessero essere inviate armi europee ad alimentare il conflitto, il sangue dei siriani, che scorrerà sempre di più, sarà anche sulle mani dei cittadini europei.
Ricordiamo inoltre al ministro Terzi che l’art. 286 del Codice penale italiano punisce con l’ergastolo “Chiunque commette un fatto diretto a suscitare la guerra civile nel territorio dello Stato” [c.p. 4], norma che, per analogia, dovrebbe applicarsi anche a paesi terzi. In Siria, armare i gruppi dell’opposizione equivale a fomentare la guerra civile e settaria che essi portano avanti, invece di sostenere il piano di pace di Kofi Annan, fatto suo dall'attuale inviato ONU Lakhdar Brahimi.
Rete No War-Roma (www.sibialiria.org )
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Comitato contro la guerra-Milano
mercoledì 13 febbraio 2013
Khatib, Coalizione Siriana, disposto ad incontrare Assad ?
Questa,se confermata, è una notizia nuova e importante. Si dovrebbe trattare solo di un messaggio su facebook, ma il silenzio generale su una affermazione del genere e' una grande omissione interessata.
marco
Il leader dell'opposizione siriana Ahmad Moaz Al-Khatib pronto a parlare con Assad
Redazione Online
11.02.2013, 15:55
Il capo della Coalizione Nazionale dell'opposizione siriana Ahmad Moaz Al-Khatib si è mostrato disponibile ad avere colloqui con il presidente Bashar Assad. Il tema dei colloqui dovrebbe essere quello di cercare soluzioni per il passaggio di potere col "minimo spargimento di sangue e meno danni", ha scritto Al-Khatib sulla sua pagina ufficiale su Facebook. Il luogo di incontro proposto è nel nord del Paese, dato che secondo l'oppositore "le autorità sono preoccupate dal conservare la loro sovranità e temono di lasciare il territorio siriano."
http://italian.ruvr.ru/2013_02_11/Il-leader-dellopposizione-siriana-Ahmad-Moaz-Al-Khatib-pronto-a-parlare-con-Assad/
Siria, due massacri manipolati e altri due occultati
Due massacri manipolati e altri due occultati
12 febbraio 2013
di Marinella Correggia, Pierangela Zanzottera
Fra gennaio e gli inizi di febbraio 2013 si sono verificati in Siria diversi massacri, insieme a svariate esplosioni e stragi compiute da kamikaze (attentati che si sono intensificati, forse una strategia da parte dei gruppi armati per assumere più peso nei negoziati?). Invece di far tacere le armi e aprirsi al dialogo, c’è chi mostra tutta la volontà di intensificare la guerra.
In particolare a fine gennaio si sono verificate due tragedie, in perfetta coincidenza con un appuntamento istituzionale internazionale (in questo caso si trattava della presentazione della relazione di Lahdar Brahimi sugli ultimi incontri a proposito di Siria di fronte al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite).
Tuttavia i nostri media, esattamente come quasi tutti i media internazionali, ne hanno selezionato uno solo, trattandolo alla loro maniera, e hanno scelto di passare l'altro sotto silenzio. E’ accaduto anche per altri due massacri.
Perché? Sembra essere una domanda più che legittima in questa situazione di propaganda mediatica.
In ognuno dei casi si tratta di vittime civili, molte vittime civili (tra le 60 e le 100 persone); tutte le stragi sono avvenute nei pressi di luoghi chiave di questa crisi siriana.
Allora, viene da chiedersi, con quale criterio è stato deciso di dare spazio a una notizia piuttosto che un'altra? Vediamone le differenze.
I corpi sul fiume Queiq, ad Aleppo…
Quello che è accaduto ad Aleppo è abbastanza noto, in particolare a chi segue, anche solo approssimativamente, la tragedia siriana: almeno 80 corpi, tra cui 5 bambini, sono stati ritrovati sulle rive del piccolo fiume Queiq, nella zona di Bustan al-Qasr, si trattava per lo più di giovani, molti con le mani legate, uccisi da colpi ravvicinati (in genere alla testa). Le fonti dell’opposizione che hanno ripreso i corpi in un video e lo hanno diffuso, hanno parlato di un nuovo crimine del governo di Assad, e media hanno accreditato questa versione. Poiché la zona del rinvenimento si trova nelle mani dei gruppi armati dell’opposizione (http://www.reuters.com/article/2013/01/29/us-syria-crisis-idUSBRE90S0GU20130129) i portavoce di questi gruppi, e il solito l’Osservatorio siriano per i diritti umani con base a Londra, hanno sostenuto che i corpi fossero arrivati lì portati al fiume, che prima di giungere a Bustam al-Qasr, attraverso quartieri in mano governativa. Il portavoce dell’Unione dei Comitati di coordinamento Mohammad al-Halabi ha detto: “E’ il massacro numero 113 ad Aleppo e tutti sono stati perpetrati contro sunniti”. Un altro miliziano, Abu Sada, ha dichiarato (http://internacional.elpais.com/internacional/2013/01/29/actualidad/1359464297_719664.html): “Stamattina siamo stati informati dai residenti circa la presenza dei corpi nel rio: quando abbiamo iniziato a toglierli ci siamo accorti che erano oltre 50”. E secondo un altro miliziano, Abu Anas, “sono stati uccisi nella zona controllata dal regime e gettati nel fiume, magari diversi giorni fa perché la corrente non è forte”.
Il giorno dopo, la stessa Reuters e il francese Le Figaro hanno riportato la versione dei media ufficiali siriani, i quali hanno mostrato che la portata del rio non era tale da trascinare corpi per interi quartieri, tanto più che in alcuni punti erano state poste delle grate di ferro. Inoltre alcune famiglie avrebbero identificato i corpi di loro parenti, rapiti da gruppi jihadisti.
Già il 23 gennaio, in effetti, alcuni siti siriani (è bene precisare non filogovernativi) avevano segnalato che il gruppo terrorista Jabhat al-Nusra aveva occupato alcuni edifici e strutture, tra cui una scuola, nel quartiere di Bustan al-Kasr, mentre altre zone limitrofe erano finite sotto il controllo delle bande della Brigata al-Tawhid e del Levante. Fonti locali avevano denunciato in quell'occasione il rapimento di 400-500 persone, la maggior parte dei quali simpatizzanti del governo.
Una cinquantina di loro sarebbero stati giustiziati sommariamente dai gruppi islamisti e sepolti nelle zone agricole di Karam-Kasser in una fossa comune.
…e il massacro di ‘Amiriyah
In un piccolo villaggio, a circa 25 chilometri a est di Homs, dopo lunghi giorni di assedio, le brigate jihadiste di al-Faruq e Khaled Bin al-Walid (entrambe divenute note nel corso di questi mesi per crimini agghiaccianti commessi contro le minoranze religiose di Homs) hanno preso d'assalto la popolazione uccidendo e ferendo un centinaio di persone, come segnalato da fonti mediche dell'ospedale locale che ha accolto le vittime (http://www.youtube.com/watch?v=MB6tZ6kOl14;http://www.youtube.com/watch?v=vFBA63CvmyQ).
Secondo un sopravvissuto, intervistato dal giornale giordano online Akhbar al-Balad, 20 vetture dotate di mitragliatrici hanno preso d'assalto il villaggio di 'Amiriyah e hanno aperto il fuoco indiscriminatamente sui civili. Fortunatamente molte donne e bambini erano stati fatti fuggire nelle ore immediatamente precedenti attraverso strade secondarie nel vicino villaggio di Ghasibiyye.
Un altro superstite ha raccontato che era stato richiesto l'intervento dell'esercito siriano, ma le forze dell'ordine sono arrivate troppo tardi (http://www.youtube.com/watch?v=SnVpvG0Zoc).
Su una delle tante pagine Facebook dedicate alla "rivolta", qualcuno ha scritto che "il villaggio alawita è stato ripulito", confermando la tesi secondo la quale la popolazione è stata, ancora una volta sterminata, unicamente perché di fede alawita.
E proprio in questo "dettaglio" sta la piccola-grande differenza tra la prima e la seconda strage: nel primo caso si trattava di vittime sunnite, quindi – per quei superficiali e generalisti che ritengono che tutti i sunniti debbano obbligatoriamente sostenere il cambio di governo in Siria – "utili" ai fini della campagna mediatica contro il governo siriano; nel secondo caso, dove
tutte le vittime sono alawite, "fratelli di sangue" del presidente siriano Bashar al-Assad, queste morti non sono considerate utilizzabile mediaticamente nel gioco di ambiguità e, quindi, non abbastanza degne di essere denunciate dai nostri media.
Il massacro degli operai…
Da una strage manipolata a una trascurata a una sottaciuta.
Giovedì 7 febbraio un attentatore suicida alla guida di un minibus si è scagliato contro un convoglio di autobus che stavano riportando alle loro abitazioni dei lavoratori.
Ci sono voluti l'equivalente di due tonnellate di esplosivo per spezzare la vita di queste persone.
La maggior parte delle vittime proveniva dai villaggi di Tal-Durra e Al-Kafat, inizialmente si parlava di 30 morti e 200 feriti, ma già la mattina successiva il bilancio delle vittime è salito a 100 (addirittura 113 per altre fonti) e dei 200 feriti molti sono ancora in gravissime condizioni.
Le bande criminali hanno sparato anche contro l'ambulanza che stava accorrendo per prestare i primi soccorsi.
Nei ventidue mesi di tragedia siriana, si sono già verificati molti casi di attentati a bus che trasportavano lavoratori. Uno dei primi risale al 6 settembre 2011, quando un minibus che stava portando al lavoro ingegneri della ditta petrolifera cittadina è stato colpito da un attentato. Allora il bilancio era stato di 4 morti e 6 feriti, tutti cristiani e alawiti, provenienti da un quartiere notoriamente filogovernativo.
Ora l'esito degli attentati è diventato ben più grave: oltre 100 vite spezzate e immediatamente dimenticate, che si vanno ad unire alle centinaia di 'Amiriyah, alle centinaia di Aleppo, ai dispersi di Aqrab, al numero impressionante di morti, dispersi, rapiti di cui nessuno sembra volersi ricordare.
…e la strage degli universitari di Aleppo
Il 15 gennaio, primo giorno degli esami semestrali universitari, esplosioni vicino alla Facoltà di Architettura e al dormitorio dell’università di Aleppo (nel quale avevano trovato ricovero anche diversi civili costretti a lasciare le loro abitazioni nelle aree residenziali colpite dagli scontri) causano 83 morti e oltre 160 feriti. L’università si trova in una zona controllata dal governo. L’Osservatorio siriano per i diritti umani, organo dell’opposizione, da Londra non fornisce dettagli circa le cause. La portavoce del Dipartimento di Stato Usa Victoria Nuland attribuisce la strage a un bombardamento dell’aviazione, ripetendo le accuse dei Comitati di coordinamento locale (Ccl) dell’opposizione; le sue parole sono definite “blasfeme” dal ministro degli esteri russo Lavrov. Il governo accusa gruppi terroristi.
Fonti vicine all’opposizione sostengono che si sia trattato di un attacco aereo ma erroneo, non intenzionale (vero obiettivo sarebbero stati dei miliziani armati), oppure che il pilota abbia fatto defezione, o infine che a fare la strage siano stati i gruppi dell’opposizione, ma con una traiettoria deviata.
http://www.sibialiria.org/wordpress/?p=1289
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martedì 12 febbraio 2013
Napoli, 15 febbraio, Assemblea contro la guerra No War Napoli - Giù le mani dalla Siria -
Assemblea contro la guerra -
Interventi
Mostafa El Ayoubi - Caporedattore della rivista “Confronti
Rete No War Napoli Comitato “Giù le mani dalla Siria”
Venerdì 15 - ore 16, 30
via Mezzocannone 16
Napoli
Basta
guerre
Basta spese militari
Contro l’imperialismo
del governo italiano
Il
vergognoso “ordine del giorno” del Parlamento italiano che autorizza l’invio di
istruttori militari, aerei, finanziamenti e “supporto logistico” per la nuova
guerra nel Mali necessita di una pronta mobilitazione contro il
ruolo imperialista del nostro Paese.
Una
politica di aggressione che ha già determinato la distruzione della Libia e che
si estrinseca oggi anche nell’appoggio diplomatico, militare ed economico ai
mercenari che stanno insanguinando la Siria (tra l’altro, quegli stessi
“jihadisti” che a febbraio saranno ospitati ufficialmente alla Farnesina e che
oggi l’Occidente dichiara di volere combattere in Mali).
Contro
questa politica criminale, costellata da distruzioni, morti, crescenti spese
militari, assolutamente insufficiente è la mobilitazione dei movimenti che pure
si battono contro il governo Monti-Bersani-Alfano-Casini, forse perché, tra
questi, (così come è stato ieri per la Libia e oggi per la Siria) c’è ancora chi
si illude che dalla distruzione (in un modo o nell’altro) di un qualche “stato
canaglia” possa sprigionarsi un’altra “primavera araba”.
E così
non pochi hanno chiuso gli occhi sulle infami manovre del nostro governo che ha
dapprima rotto le relazioni diplomatiche con Damasco, poi comminato sanzioni
(che hanno gettato nella fame la popolazione siriana), poi riconosciuto
ufficialmente i “ribelli” (prima quelli del CNS ora quelli della Coalizione)
quali “legittimi rappresentanti del popolo siriano”, poi ha inviato, più o meno
nascostamente, soldi, armi e mercenari (come i quattro arrestati ad agosto alla
frontiera con il Libano), poi ha negato il visto di ingresso a parlamentari
siriani venuti ad incontrare loro colleghi italiani, poi ha spalleggiato la
Turchia nelle sue provocazioni ed appoggiato lo schieramento dei Patriot ai
confini con la Siria.
A
giustificazione della propria indifferenza, se non del proprio appoggio, non
pochi continuano a dare credito alle “notizie” di “armi di distruzioni di massa”
in mano ad Assad o ai “bombardamenti indiscriminati sulla popolazione” che
continuano ad inondare i nostri mass media; ignorando o sottacendo volutamente
le ormai centinaia di autobombe fatte esplodere (nei mercati, nelle strade,
davanti gli ospedali...) dai “ribelli”, le migliaia di civili inermi assassinati
per non essersi schierati contro Assad, le centinaia di migliaia di profughi che
scappano dalla guerra e dalla pulizia etnica e religiosa imposta dai “ribelli”.
Non c’è
dubbio che Assad, come ieri Gheddafi o Saddam, si è macchiato di crimini verso
il proprio popolo, ma i maggiori terroristi e dittatori (del capitale) sono i
nostri governanti che vestendo i panni della difesa della democrazia
intervengono con le armi più micidiali non per colpire i regimi o i
fondamentalisti islamici, con cui hanno abbondantemente collaborato e
collaborano quando gli conviene, bensì per mettere le mani sulle risorse e le
massa di proletari di questi Paesi da sfruttare per il loro profitto e, nello
stesso tempo, ostacolare una efficace lotta per un cambiamento non subordinato
agli interessi occidentali e all’islamismo reazionario.
La
lotta contro gli attacchi del governo alle nostre condizioni di vita e di
lavoro e contro i tagli che rendono precaria la nostra stessa sopravvivenza,
deve andare di pari passo con l’opposizione alla politica imperialista di
distruzione e sfruttamento verso i popoli di questi Paesi.
Per
discutere su questi punti e rilanciare un movimento contro la guerra, la Rete No
War di Napoli, facendo proprio l’appello “Giù le Mani dalla Siria” dell’estate
2012 indice una
ASSEMBLEA
15 febbraio 2013, ore
16,30
Napoli, via Mezzocannone
16,
Interventi:
Mostafa
El Ayoubi - Caporedattore della rivista “Confronti”
Rete No
War Napoli Comitato “Giù
le mani dalla Siria”
Siamo anche su Facebook nel Gruppo “Siria: No ad un’altra Libia”
sabato 9 febbraio 2013
"Ditelo prima!". Roma 15 febbraio, i 4 punti della rete No War per una politica estera davvero di pace
"Ditelo prima!”. I quattro punti della Rete No War per una politica estera davvero di pace
6 febbraio 2013
Contributo all'incontro “Ditelo Prima!” indetto per il15-2-2013, ore
17, presso il CESV a Roma, tra NoWar-Roma, NoMUOS-Roma, Peacelink e i candidati al Parlamento sensibili al tema della pace
17, presso il CESV a Roma, tra NoWar-Roma, NoMUOS-Roma, Peacelink e i candidati al Parlamento sensibili al tema della pace
Ancora una volta la guerra è tornata nella storia. Dietro il cavallo di troia dei diritti umani, l'Italia si lancia in ripetute guerre “umanitarie”, ultimo travestimento delle conquiste imperialiste. Una politica estera di pace, invece, dovrebbe avere, come primo caposaldo, il rifiuto di ogni ingerenza armata in paesi terzi, comunque motivata, anche da presunte o vere violenze contro i diritti umani. La violenza non si combatte con la violenza bensì, ha insegnato Mandela, con i mezzi pacifici.
La nostra piattaforma di pace si articola in quattro punti. Ognuno rappresenta una svolta decisiva.
1. Svolta rispetto ai conflitti armati in cui l'Italia è (o è stata) coinvolta. Bisogna:
– MALI: condannare l'attacco della Francia (nemmeno “autorizzato” dall'ONU!) invece di sostenerlo;
– AFGHANISTAN: ritirarsi ora, risarcire il paese, invece di continuare a uccidere per un anno o più;
– SIRIA: premere per un cessate il fuoco e il negoziato tra tutte le forze, anziché fornire aiuti militari ai gruppi armati e un appoggio politico-economico al loro braccio politico (il CNS, poi la “Coalizione”);
– LIBIA: riconoscere i crimini nostri e della NATO, commessi in spregio al mandato ONU; risarcire le vittime; considerare rifugiati gli esuli; svelare gli interessi dietro le falsità raccontate in coro dai media.
INFINE: ripudiare la "guerra permanente" americana, rifiutando ogni collaborazione. Ad es., chiudendo le basi USA come quelle “Africom” a Vicenza e a Napoli, create per le future guerre USA in Africa.
2. Svolta nell'impiego delle risorse economiche per la difesa dell'Italia Bisogna:
– perseguire una politica di disarmo con la riconversione delle industrie belliche italiane;
– cancellare o rivedere i progetti più onerosi: caccia F-35 e JSF, elicotteri NH-90, navi Fremm, ecc.;
– revocare la L.244/12 che consente di riordinare le forze armate da forze di difesa in forze offensive.
– perseguire una politica di disarmo con la riconversione delle industrie belliche italiane;
– cancellare o rivedere i progetti più onerosi: caccia F-35 e JSF, elicotteri NH-90, navi Fremm, ecc.;
– revocare la L.244/12 che consente di riordinare le forze armate da forze di difesa in forze offensive.
3. Svolta nella tutela del territorio nazionale italiano Bisogna:
– usare i risparmi (punto 2) per bonificare i territori nazionali contaminati (Sardegna, Taranto, ecc.);
– negare a paesi terzi l'uso dei poligoni di tiro e ogni altra attività che contamini il territorio italiano;
– vietare sul territorio nazionale lo stoccaggio di armi nucleari o la costruzione dei nocivi radar MUOS.
– usare i risparmi (punto 2) per bonificare i territori nazionali contaminati (Sardegna, Taranto, ecc.);
– negare a paesi terzi l'uso dei poligoni di tiro e ogni altra attività che contamini il territorio italiano;
– vietare sul territorio nazionale lo stoccaggio di armi nucleari o la costruzione dei nocivi radar MUOS.
4. Svolta nella conduzione della politica estera italiana Bisogna:
– passare da “membro” a “partner” della NATO per non essere trascinati in guerre decise da altri;
– richiedere l'estradizione dei 23 agenti CIA condannati dai tribunali italiani e latitanti negli USA;
– recuperare il ruolo di “protagonista della pace” che l'Italia svolse durante parte del Rinascimento,
quando inventò la diplomazia internazionale e riuscì ad appianare tante controversie nel mondo.
– passare da “membro” a “partner” della NATO per non essere trascinati in guerre decise da altri;
– richiedere l'estradizione dei 23 agenti CIA condannati dai tribunali italiani e latitanti negli USA;
– recuperare il ruolo di “protagonista della pace” che l'Italia svolse durante parte del Rinascimento,
quando inventò la diplomazia internazionale e riuscì ad appianare tante controversie nel mondo.
Basta giocare di rimessa! Basta sudditanza! Basta guerre! Per una politica estera attiva di pace!
Dal sitio www.sibialiria.org
informazioni nowar@gmx.com
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