BRAHIMI A DAMASCO ILLUSTRA UN PIANO DI PACE AD ASSAD…..E AL
CAIRO A KHATIB, CAPO DELLA COALIZIONE SIRIANA
Il 23 dicembre l’ incaricato dell’ ONU e Lega Araba per la
crisi siriana Lakhdar Brahimi e’ arrivato a Damasco passando via terra dal
Libano a causa dei combattimenti attorno all’aeroporto della capitale siriana.
Il giorno successivo ha incontrato Assad e, secondo notizie diffuse dal
quotidiano francese Le Figaro che avrebbe ricevuto informazioni da una fonte
ben introdotta, ha illustrato al presidente siriano un piano di pace concordato
con USA e Russia. Il percorso proposto prevederebbe un governo transitorio fino
alle elezioni presidenziali del 2014, formato da esponenti delle opposizioni e persone appartenenti ad aree politiche che
in questo momento appoggiano il governo.
Alle prossime elezioni Assad, che
e’ l’attuale presidente della repubblica di Siria, non ripresenterebbe la propria
candidatura, uscendo dalla vita politica siriana. Il piano pero’non sarebbe
stato accettato da Assad, che gia’ lo conosceva, perche’ il presidente
rifiuterebbe di essere costretto da stranieri a non candidarsi nel suo paese.
Anche Khatib, presidente della Coalizione Nazionale Siriana, si e’ detto
contrario alla proposta perche’ questa lascerebbe in carica Assad fino al 2014
mentre l’ opposizione siriana non prende in considerazione nessuna ipotesi che
non preveda l’ uscita definitiva e immediata di Assad dalla politica siriana e
dalla Siria. Khatib aveva incontrato il mediatore Brahimi il 22 dicembre al
Cairo, incontro anche questo molto poco pubblicizzato.
Il percorso illustrato da Brahimi e’ quasi identico alle
conclusioni della Conferenza di Pace di Ginevra del 30 giugno 2012, approvate
dai presenti (membri permanenti del
Consiglio di Sicurezza e alcuni paesi della regione medio orientale) ma respinte
di fatto dall’opposizione piu’ intransigente e dagli Stati Uniti che volevano
assolutamente l’ abbandono di Assad e rifiutavano anche la presenza iraniana
tra i paesi negoziatori. Le Figaro aveva scritto il 13 dicembre di questa missione
natalizia di Brahimi a Damasco, definendo il piano un ultimatum posto ad Assad
in accordo con Russia e USA; in Italia l’ articolo del quotidiano francese era
stato ripreso solo dall’ agenzia missionaria FIDES. Sempre Le Figaro il 21 dicembre
aveva invece raccontato di un Brahimi che minacciava le dimissioni dal suo
ruolo di mediatore per le resistenze di Assad al piano proposto, ma come
abbiamo visto le resistenze al piano da parte della Coalizione Siriana sono
ancora maggiori. Il 24 dicembre sul sito delle Nazioni Unite e’ stata
pubblicata la smentita ufficiale del diplomatico a questa notizia di minaccia
di dimissioni. Da notare l’ assenza di paesi dell’ Unione Europea nelle
cronache di questa iniziativa, paesi che invece finora si sono molto impegnati
nel sostegno alla Coalizione Nazionale Siriana.
CONTEMPORANEAMENTE ALLA VISITA DI BRAHIMI DENUNCE DELL’ OPPOSIZIONE PER PRESUNTE STRAGI GOVERNATIVE
E PER MORTI CAUSATE DA IMPRECISATI GAS
LETALI.
Si e’ nuovamente
ripetuta la coincidenza tra importanti trattative e presunti clamorosi atti di
violenza del governo. Un bombardamento aereo avrebbe ucciso un centinaio di
siriani in coda davanti ad un panificio ad Halfaya (300 uccisi, tra cui donne e
bambini, nella prima versione fatta circolare dalla tv saudita al Arabya), a
Homs si sarebbe verificata un'altra strage di 15 persone sempre in fila per
acquistare pane, ancora a Homs sette persone sarebbero state uccise da un gas
sconosciuto (quest’ ultima notizia diffusa dalla tv del Qatar al Jazeera). I
racconti sono pieni di incongruenze e con dettagli che cambiano continuamente.
I particolari degli episodi sono stai approfonditi da Marinella Correggia in un
articolo su Sibialiria “La strage del pane a Natale” http://www.sibialiria.org/wordpress/?p=1240 . Io voglio segnalare solo la
contemporaneita’ tra queste denunce e la presenza di Brahimi a Damasco per
illustrare un piano di pace sgradito all’opposizione siriana, e probabilmente
anche ai suoi alleati europei e del Golfo, e l’ utilizzo da parte della
Coalizione di questi episodi non chiari come argomento per sostenere l’
impossibilita’ di trattative con Assad.
ALLARME DELL’ ONU PER VIOLENZE SU BASE ETNICA E RELIGIOSA.
Il 21 dicembre le Nazioni Unite hanno diffuso un comunicato
stampa di Adama Dieng, consigliera dell’ ONU per la prevenzione dei genocidi e
della violenza settaria, dove si denunciano violenze su base etnica e religiosa
e si esprime il timore che nel prossimo futuro queste possano aumentare
rispetto alla situazione attuale. Le minoranze cristiane, alawite, armene
ortodosse, turcomanne, curde, a torto o ragione sono accusate di appoggiare il
governo di Assad e anche quando non prendono posizione nel conflitto in corso
sono attaccate per spingerle a schierarsi contro il governo siriano. Il 20
dicembre la commissione per i diritti umani presieduta dal Prof. Pinheiro ha
denunciato l’ uso di bambini nelle attivita’di guerra dei ribelli con compiti
operativi e rischiosi e la presenza di molti combattenti stranieri particolarmente
addestrati. La commissione ha affermato di non ritenere possibile alcuna
soluzione militare e che l’ unica strada che puo’ portare alla fine delle
violenze e’ un negoziato tra le parti coinvolte.
Intanto Abu Abdel Rahman, sceicco importante esponente del Fronte al
Nusra, ha dichiarato al quotidiano algerino Echorouk che i mujahedin insieme ad
altri combattenti puntano alla creazione di uno stato islamico nelle zone da
loro controllate. Mentre il capo della Coalizione Nazionale Siriana ha definito
un errore degli Stati Uniti aver inserito il Fronte al Nusra nella lista dei
gruppi terroristi stilata dal Dipartimento di Stato USA. Sul Corriere della Sera G.Olimpo ha descritto
la Brigata al Nusra con queste parole: “…..secondo le
analisi dell'intelligence Al Nusra è formata da siriani, jihadisti iracheni e
volontari stranieri. Nello schieramento ribelle rappresenta — sempre secondo
gli 007 — tra il 7 e il 9 per cento. Alterna la guerriglia a tattiche
terroristiche, ha fondi ampi dal Golfo, i suoi mujaheddin sono tra i più abili
nel combattimenti. Per tre ragioni: sono bene addestrati, molti di loro hanno
avuto precedenti esperienze belliche, dispongono di denaro. Molto forte
nell'est e nel nord della Siria, Al Nusra ha conquistato ampie fette di
territorio. E gode di simpatie tra molti ribelli, alcuni dei quali per spirito
di emulazione si atteggiano a jihadisti…”,
Infine il gruppo armato che detiene l’ ingegnere italiano Mario
Belluomo, rapito attorno al 15 dicembre insieme a due colleghi russi, ha
richiesto un riscatto di 530.000 euro. I tre lavoravano all’ acciaieria Hmisho nella
provincia di Latakia.
IL CAMMINO DIPLOMATICO E ORGANIZZATIVO DELLA COALIZIONE
NAZIONALE SIRIANA PIU’ LENTO DEL PREVISTO
La Coalizione Nazionale Siriana nata l’ 11 novembre a Doha
aveva elencato al momento della sua partenza molti obiettivi che 45 giorni dopo
ancora non si sono concretizzati. Era stata auspicata l’unificazione dei gruppi armati dell’ opposizione e la creazione
di un comando centrale militare collegato ad un governo provvisorio. Di governo
provvisorio ancora non si parla e dubbi sull’Esercito Libero Siriano sono
emersi anche a Marrakesh all’ incontro dei paesi Amici della Siria. Nessuna
conseguenza ha avuto anche il proposito di amministrare le zone controllate dai
ribelli con il governo provvisorio. Inoltre il riconoscimento della Coalizione
da parte della Comunita’ internazionale e’ stato piu’ di facciata che altro. Il
12 dicembre, all’ incontro dei paesi amici della Siria a Marrakesh, piu’ di 100
paesi hanno votato un documento che definisce la Coalizione Nazionale Siriana
l’ unica legittima rappresentante della Siria, ma alla dichiarazione in quella
sede quasi tutti i governi hanno aggiunto pochi passi concreti.
L’ Italia non
mi risulta abbia compiuto atti ufficiali a parte una breve dichiarazione, l’11 dicembre,
di Terzi davanti alle commissioni esteri di Camera e Senato riunite per
discutere altre questioni. Una dichiarazione quella del ministro con un grande
utilizzo del modo condizionale: “Se si verificasse che….allora il governo
potrebbe.…”. L’ unica frase chiara l’ ha pronunciata Massari, inviato del ministro
per il Medio Oriente, a Marrakesh il 12 dicembre ma in un contesto non
istituzionale e senza alcuna conseguenza giuridica. Il consiglio dei ministri
che nel frattempo si e’ riunito cinque volte non ha piu’ fatto dopo quell’
appuntamento nessun accenno alla crisi siriana
GLI SCONTRI NEL CAMPO
PROFUGHI PALESTINESE DI YARMOUK A DAMASCO
Negli ultimi 10 giorni si sono verificati scontri armati nel
campo profughi palestinese di Yarmouk a Damasco e molte famiglie palestinesi
sono fuggite dal campo. Le notizie sono contradditorie. Finora i profughi
palestinesi, presenti in Siria sin dal 1948, avevano avuto un buon rapporto con
il governo siriano e godevano di diritti simili a quelli dei cittadini siriani,
a differenza dei palestinesi ospitati in Libano che sono esclusi dalla societa’
libanese. Un rapporto quello dei palestinesi con il governo siriano forse
ancora piu’ stretto di quello tenuto con le organizzazione storiche della loro
terra. Ma in occasione della crisi attuale alcuni gruppi si sarebbero uniti ai
ribelli e sicuramente in questi giorni nel campo profughi le opposte fazioni si
sono scambiate colpi di armi da fuoco. L’ Esl ha dichiarato che il campo era
controllato dai ribelli e l’esercito bombardava alcune sue zone con l’
aviazione, i bombardamenti sono confermati da altre fonti mentre le dimensioni
non sono chiare.
L’ allarme per le violenze era stato dato anche dall’Unrwa ,
agenzia ONU per i rifugiati palestinesi, che descriveva i 150.000 presenti nel
campo come assediati e per qualche giorno ha avuto grossi problemi a fare
arrivare al campo materiale per aiuti ai profughi. Ma il ministro degli esteri
siriano ha inviato una lettera al Segretario generale delle Nazioni Unite e al
Presidente del Consiglio di Sicurezza raccontando invece di un attacco al campo
da parte di brigate ribelli, in particolare del Fronte al Nusra. Il governo
siriano assicura che ha tentato di tenere fuori i palestinesi dal conflitto in
corso e responsabilita’ dei ribelli nel coinvolgere i palestinesi nel conflitto
sarebbero indicate anche dall’ espulsione dal Consiglio Nazionale Palestinese
dell’ OLP del leader del Fronte, Ahmad Jibril, per aver preso parte agli
scontri nonostante la scelta dell’ OLP di non intervenire negli affari interni
della Siria. Alcuni giornali arabi avanzano l’ ipotesi che si voglia
approfittare della guerra siriana per disperdere ulteriormente un ampio
segmento di profughi palestinesi.
LUNGA INTERVISTA DEL MINISTRO DEGLI ESTERI RUSSO LAVROV A
RUSSIA TODAY SULLA CRISI SIRIANA
La tv russa Russia Today ha fatto una lunga intervista al ministro
degli esteri russo Lavrov, puo’ essere letta integralmente in lingua inglese a
questo link : http://rt.com/politics/lavrov-interview-rt-syria-628/
L’ intervista fa la storia dell’ iniziativa russa nella
crisi siriana dal 2011, quando questa ancora non si era trasformata in una guerra civile molto cruenta. Lavrov spiega
come l’ opposizione armata ad Assad compia da tempo rapimenti, attentati
terroristici e abbia in genere comportamenti fuori da ogni diritto
internazionale. Attivita’ che non possono essere giustificate da errori o
azioni violente di Assad. I comportamenti di stampo terrorista non possono
essere ammessi per terroristi “buoni” ed essere stigmatizzati se effettuati da
terroristi non amici. Fare questa distinzione e’ pericoloso non solo per la
Siria, ma per tutto il Medio Oriente e la comunita’ internazionale. Il ministro
continua spiegando di non voler difendere Assad. Secondo Lavrov il governo ha
compiuto numerosi errori, per fermare le proteste ha usato la forza in modo
sproporzionato e le forze di sicurezza siriane non erano preparate ad affrontare
manifestazioni dei quel tipo ma erano
addestrate solo per combattere contro nemici esterni.
La Russia ha sempre tenuto ferma la sua linea sulla
necessita’ di un negoziato e nella ricerca di tenere sempre aperto un dialogo
tra le parti. Nell’ agosto 2011 ha voluto che il Consiglio di Sicurezza si
interessasse del conflitto siriano, poi si e’ impegnata a convincere la Siria
ad accettare il piano della Lega Araba poi interrotto nel dicembre 2011 dopo la
prima relazione che denunciava violenze anche da parte degli oppositori. Mosca ha lavorato anche per il piano Annan
dell’ aprile 2012, anche questo fatto accettare con fatica al governo siriano
ma boicottato sin dall’ inizio dall’ opposizione e i suoi alleati. Infine la
Russia ha appoggiato e continua a lavorare al percorso che ha portato alla
Conferenza di Ginevra del 30 giugno 2012. Le proposte uscite da quell’ evento
erano state approvate da tutti ma i paesi occidentali hanno voluto assolutamente
una risoluzione del Consiglio di Sicurezza ONU che a fine luglio e’ stata
bloccata dal veto russo cinese. Per il diplomatico la Coalizione Siriana e’
nata da un accordo che esclude ogni possibilita’ di trattativa con Assad ma la
Clinton ha dichiarato che questa premessa era necessaria per arrivare all’
unificazione delle varie opposizioni, i contenuti dell’ unificazione in seguito
sarebbero stati modificati. Questo non e’ avvenuto e, secondo Lavrov, nessuno lavora affinche’ questo avvenga in
futuro. Il ministro ha continuato esprimendo la convinzione che sia necessario
unificare completamente tutte le opposizioni ma che queste si debbano muovere
sulla linea uscita dalla Conferenza di Ginevra del giugno 2012.
Ha concluso poi
con un accenno ai missili Patriot della NATO installati in Turchia che potrebbero
servire non solo per garantire la sicurezza di questo paese. La Russia aveva
fatto delle proposte diverse per aiutare Ankara a non esporsi a rischi ma non
sono state accettate. Comportamento
legittimo quello turco ma resta il sospetto che la funzione dei sistemi missilistici
non si esaurisca nel contenimento delle tensioni tra Siria e Turchia.
BREVI
-Il 23 dicembre Israele ha dichiarato che non esiste alcun
pericolo di uso di armi chimiche da parte del governo siriano; il giorno
seguente e’ arrivata la denuncia non verificata di uso di gas sconosciuti a
Homs che avrebbero ucciso sette persone.
-Il quinto incontro
dei paesi Amici della Siria, gruppo organizzato dai paesi occidentali e del
Golfo, avverra’ in Italia nel primo trimestre 2013.
-A fine mese in Kuwait si terra’ una conferenza sull’
emergenza umanitaria siriana.
-Il 22 dicembre e’ stato approvato dal consiglio dei ministri
italiano il decreto legge che rifinanzia le missioni militari all’ estero fino
al 30 settembre 2013. Il ministro della Difesa Di Paola ha dichiarato che, se
il miliardo di euro stanziato per le missioni dell’ anno 2013 non dovesse
essere sufficiente, sarebbe sicuramente integrato con altri finanziamenti.
Fonte www.sibialiria.org