Questo piccolo articolo dell’ Avvenire, venerdi’ 4 maggio,
riporta ben quattro notizie da approfondire:
- la prima e’ quella che da il titolo al pezzo, la fonte e’ l’
Osservatorio siriano dei diritti umani ,
- la seconda e’ l’ uccisione in un agguato del figlio di un
oppositore, che ieri aveva firmato con altri un manifesto “per rilanciare il dialogo nazionale senza
interferenze straniere”
- la terza e’ la dichiarazione del portavoce delle missione
ONU secondo il quale “la missione sta avendo effetto”,
- l' ultima e’ l’ accusa dell’ ambasciatore siriano in
Libano a Qatar e Arabia Saudita di essere dietro il carico di armi sequestrato
nelle stive di una nave che stava raggiungendo il Libano dopo essere partita
dalla Libia.
Queste notizie, non molto evidenziate graficamente nell’
articolo,gli spazi tra i diversi temi li ho messi io, mi sembrano importanti e non allineate con la narrazione dei media ufficiali occidentali
sulla Siria.
marco
Raid al campus di Aleppo: uccisi 4 studenti
Di Federica Zoja
Aleppo, prima citta’ della Siria settentrionale, nel mirino
delle forze governative. Nella notte fra mercoledi’ e giovedi’, durante l’ irruzione
della polizia nel campuus universitario della citta’ quattro studenti sono
rimasti uccisi e altri 28 feriti.
A riferirlo e’ stato l’ Osservatorio siriano per i diritti
umani, organizzazione non governativa ,secondo cui le forze di Bashar-el-Assad
hanno compiuto anche 200 arresti. A seguito del bliz, l’ ateneo ha sospeso ogni
attivita’. Da Aleppo e’ giunto l’ appello dei vescovi di Siria che, riuniti nei
giorni scorsi, hanno espresso una ferma condanna della violenza.
Nel frattempo, in una giornata che ha lasciato sul terreno
22 vittime, un misterioso commando armato ha assassinato Ismail Haidar, figlio
di Ali Haider, leader del partito Nazional-sociale siriano (Psss), uno dei
principali dell’ opposizione di regime: secondo il quotidiano filo-governativo Al-Baath, che ne ha dato la
notizia, Ismail e un suo amico sono satati crivellati di proiettili lungo la
strada che collega Homs, nel centro del paese, a Masyaf, un centinaio di
chilometri a Nord-ovest. Intervistato, il padre della vittima ha respinto le
condoglianze, “perche’ il sangue di mio figlio, non vale piu’ di quello di
qualunque altro cittadino siriano”. Ieri Ali Haidar e altri oppositori avevano
firmato un manifesto comune per “rialanciare il dialogo nazionale senza
interferenze straniere “.
Nonostante i diffusi episodi di violenza, Neeraj Singh,
portavoce a Damasco della missione di monitoraggio dell’ Onu in Siria (Unsmis),
ha dichiarato: “Abbiamo osservato che la presenza della missione sta avendo
effetto”. Attualmente la missione conta 50 membri, ma nei prossimi giorni e’
destinata ad aumentare fino a 300 unita’. Singh ha ammesso comunque che “Il
cessate il fuoco non e’ stabile”. Ieri il capo della missione, il generale
norvegese Robert Mood, e’ giunto ad Homs.
Da parte di Damasco, nuove accuse ad Arabia Saudita e Qatar,
monarchie ritenute responsabili di armare l’ opposizione. L’ ambasciatore
siriano in Libano, Ali Abdel-Karim Ali, ha accusato Riad e Doha di essere
dietro al carico di armi nascosto nelle stive di una nave intercettata venerdi’
al largo delle coste libanesi, la Luftallah
II, salpata dalla Libia e giunta in Libano dopo una tappa ad Alessandria d’Egitto. La Marina libanese l’ ha
intercettata prima che facesse rotta per un porto siriano.
Dall’ Avvenire di venerdi’ 4 maggio
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