sabato 19 maggio 2012
2) ONU, USA, NATO visti da Kumarappa, economista gandhiano/2
USA E MONDO
da Kumarappa Papers, 1952, Nmml (tratto dall’antologia Back to Basics, cit)
Kumarappa aveva detto, in un’intervista al Bombay Chronicle, che l’aiuto statunitense era come un cappio al collo dell’India. Qualche tempo dopo, l’ambasciatore Usa Chester Bowles in visita disse: “Il signor Kumarappa deve essere pazzo”. Un’osservazione che fu vista come un insulto alla nazione indiana. Poco dopo, Bowles rilasciò un’intervista alla rivista Blitz. In risposta, Kumarappa scrisse quanto segue.
Mr. Bowles è un ambasciatore, ma è soprattutto un piazzista fuoriclasse. Le sue risposte al Blitz sono spesso state non risposte. Quando è stato attaccato sulla politica Usa, ha messo avanti lo scudo delle Nazioni Unite. Sono sicuro che egli si rende conto dell’assurdità della sua affermazione “le Forze delle Nazioni Unite in Corea non hanno usato armi batteriologiche e chi lo dice mente”, di fronte alle prove portate da noti scienziati. Poi ripete la sua fede nella democrazia e afferma “il diritto di ogni nazione a decidere del proprio governo”. Allora, chiederemmo noi, che ci fanno gli Usa in Corea?
Fa poi riferimento alla storia americana per provare che il suo paese ha lottato per la democrazia e non è mai stato imperialista. Ma le nazioni non nascono imperialiste. Lo diventano. Fino a pochi decenni fa gli Usa erano un paese debitore. Le due ultime guerre sono state un enorme colpo di fortuna per quel paese al quale hanno permesso di diventare una “potenza mondiale”. Ogni riferimento alla storia passata degli Usa è improprio. Un paese può aver lottato per la democrazia all’interno dei propri confini ma essere imperialista all’estero. Possiamo riferirci all’epoca di Cromwell per sostenere chela Gran Bretagnanon è imperialista in questo Ventesimo secolo?
Mr. Bowles dice che gli Usa avrebbero sempre desiderato rimanere fuori dalle guerre. Dunque perché non rimangono a casa invece di mettere naso e armi negli affari di tutti i paesi del mondo? Per l’ambasciatore, senza l’interferenza Usa i giapponesi starebbero cavalcando per tutta l’Asia. E’ proprio un assunto degno del figlio della “Nazione di Dio”.
Mr. Bowles parla anche del pesante prezzo che i cinesi hanno pagato per la loro unificazione come nazione. Ma il prezzo per la disgregazione della Corea? Non è grave, per lui. Certo il generale McArthur deve essere il suo eroe. Ma in Giappone al tempo dell’occupazione Usa, i taxi erano “per soli stranieri”, negli hotel i giapponesi non potevano entrare…
Questo bravo venditore è d’accordo che la corsa agli armamenti porti alle guerre, ma ritiene che le armi degli Stati Uniti portino alla pace. Ci si può illudere a tal punto?
Forse l’ambasciatore avrebbe dovuto seguire l’antica tradizione dei diplomatici: star zitto. Anziché giustificare il non giustificabile.
Fonte http://www.sibialiria.org/
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