mercoledì 21 dicembre 2011

Intervista del quotidiano L'Avvisatore Marittimo a Marco Palombo, Presidente dell' Associazione Italia Africa

L’AVVISATORE MARITTIMO
Giovedi’ 15 dicembre 2011
Quotidiano indipendente di informazione marittime e di politica economica
SPECIALE AFRICA
PARLA MARCO PALOMBO, PRESIDENTE DELL’ ASSOCIAZIONE ITALIA-AFRICA

Impariamo a credere nell’ Africa
Prospettive? In Algeria, Tunisia e Marocco la ripresa sara’ piu’ veloce

Far conoscere e favorire la diffusione delle energierinnovabili, in particolare quelle solari, nel continente africano, educare all’ uso delle risorse naturali del pianeta e promuovere una cultura di pacifica collaborazione tra le realta’ piu’ industrializzate e quelle in via di sviluppo. Sono questi i principali obiettivi dell’ Associazione Internazionale Italia Africa, creata a Roma il 30 novembre 2010 dall’ attuale presidente Marco Palombo e attiva soprattutto in Africa con progetti gia’ avviati in Senegal e Nigeria.

Dott. Palombo si poteva forse prevedere quanto e’ successo in Nord Africa in questi ultimi mesi ?
Direi di si, perche’ in molti casi, come quello libico, la situazione era arrivata al limite del collasso. E poi dall’ Italia ci siamo sempre fatti un’ idea sbagliata delle popolazioni che soprattutto negli ultimi anni, anche per l’ uso dei nuovi mezzi di comunicazione, hanno raggiunto nella media un buon livello culturale. La nostra colpa, quella dell’ Italia cosi’ come del resto dell’ Europa, e’ stata quella di non avere visto per tempo una situazione che era destinata ad esplodere. Oggi la fase piu’ critica si sta vivendo in Libia dove con la guerra e’ stato distrutto quasi tutto, quella migliore invece e’ forse in Marocco.

Quando potranno riprendere con regolarita’ gli scambi commerciali verso questi paesi ?
Questo e’ molto difficile dirlo non solo perche’ la situazione politica di questi territori e’ in continuo divenire ma anche perche’ ci sono circostanze differenti in tutto il Nord Africa. Indubbiamente ci sono stati e ci saranno grandissimi problemi soprattutto per le piccole e medie imprese che piu’ di altre avranno difficolta’ a riprendersi dalle perdite che hanno avuto in questi mesi di mancato lavoro. Per quanto riguarda la Libia, ad esempio, c’e’ un momento di grandissima difficolta’ perche’ tutto dovra’ essere ricostruito dopo che e’ stato distrutto dalla violenza dei bombardamenti. Diversa e’ invece la situazione in Algeria, Tunisia e Marocco dove si potra’ avere una ripresa piu’ veloce.

E i rapporti con l’ Italia ? D’ ora in avanti miglioreranno rispetto a prima ?
Le relazioni future non potranno che subire un netto miglioramento ma questo avverra’ solamente dopo un momento di comprensibile assestamento. Questi paesi hanno deciso di intraprendere una difficile strada verso regimi democratici che di certo non sortira’ un effetto immediato. Ci vorranno mesi, forse anni ma sicuramente la via intrapresa e’ quella giusta.

L’Italia ha sempre lavorato con i paesi nordafricani adesso e’ arrivato il momento di dialogare con il continente

Perche’ l’ Italia, rispetto ad altri, dovrebbe rappresentare un canale privilegiato nei rapporti con l’ Africa ?
Prima di tutto per la sua posizione geografica. E poi perche’ il nostro passato coloniale, per quanto non sia stata una parentesi edificante, ha avuto un periodo di vita molto limitato. Durante tutto il periodo della Prima Repubblica, l’ Italia ha sempre avuto un rapporto autonomo con tutto il mondo arabo e questo ha favorito l’ instaurarsi di ottimi rapporti. Adesso e’ arrivato il momento di fare molto di piu’ e non solo con tutto il Nord Africa ma con l’ intero continente. Si potrebbero aprire dei vantaggi enormi, da entrambe le parti, basta pensare alle risorse naturali che ci sono in questi territori e che non sempre vengono valorizzate. Mi riferisco anche alla zona subsahariana , un’ area estramamente povera ma con grandi potenzialita’ che non sono state mai sfruttate. A Brazzaville, in Congo, e’ stata costruita una nuova struttura portuale sul fiume per l’ esportazione d’ avorio e di caucciu’ , ci sono allo studio altri progetti e questo potrebbe rappresentare un primo incentivo verso una crescita economica. Non servono grandi investimenti ma scelte intelligenti e mirate, basterebbe davvero poco.

Perche’ un operatore italiano dovrebbe decidere di investire in Africa e non altrove ?
La difficolta’ maggiore, guardando l’ intero continente, e’ sicuramente quella di entrare in contatto con una mentalita’ molto differente dalla nostra e spesso di avere a che fare con governi che soprattutto prima erano deboli e corrotti. Poi in molte aree c’e’ il problema dell’ energia elettrica, spesso discontinua e che non favorisce una corretta produzione industriale. Ma sono terre che hanno ricchezze enormi , abbondanza di materie prima, con una popolazione che cresce anno dopo anno e non vuole piu’ vivere in una condizione di poverta’ e arretratezza. La manodopera costa molto poco , ancora meno rispetto all’ est Europa. Solo in Africa ci sono queste possibilita’ di sviluppo, margini di miglioramento enorme che si possono solo immaginare.

L’Associazione Internazionale Italia Africa e’ nata da poco piu’ di un anno , attualmente di quali progetti vi state occupando ?
Per il momento in Italia siamo attivi nel Lazio, a Roma e presto lo saremo anche in Toscana con un nostro ufficio distaccato . il nostro primo obiettivo e’ quello di portare la cultura dell’ energia rinnovabile in Africa e proprio su questo argomento stiamo lavorando per aprire una scuola in Nigeria, dove formare tecnici ed esperti che possano poi restare e lavorare nel territorio.

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