martedì 20 settembre 2011

Solo pacifisti "indipendenti" possono impedire il proseguimento della partecipazione italiana alla guerra libica.

La missione e' finanziata indicando il termine del 30 settembre perche' la Lega aveva insistito su questo punto. In questi giorni di estrema difficolta' per l' economia e la politica italiana la questione va seguita, capita negli aspetti legislativi e fatta conoscere all' opinione pubblica.

Nessuna forza politica ha interesse all' emergere di questo aspetto, neanche la FdS che pure sulla guerra libica ha preso posizioni giuste. Infatti nel momento che la Marcegaglia sembra voler attaccare direttamente il governo, nel centrosinistra ci sono posizioni diverse sul dopo Berlusconi, evidenziare la posizione del PD a favore della missione non aiuta l' ipotesi di una "Nuova Unione" tra Idv,SeL,Pd, con l' appoggio esterno FdS.

Il precedente finanziamento alle missioni scadeva il 30 giugno e fu varato un Decreto Legge dal Consiglio dei Ministri il 12 luglio, quindi e' possibile rimandare l' iniziativa legislativa,che credo obbligata, di almeno 15 giorni.

La questione deve essere posta allora dai pacifisti che sono fuori dagli ambienti politici del centro-sinistra, perche' un dibattito sulla missione non aiuta certo chi lavora per la "nuova alleanza" .

Ma questo e' un problema dei partiti, il problema dei pacifisti e' cosa fare per la pace, quindi come fermare la guerra e anche, importantissimo, come favorire negoziati e l' uscita il meno cruenta possibile dalla guerra civile.

Non dimentichiamo la drammatica situazione economica mondiale che non e' una crisi ma e' un passaggio epocale per molte questioni.
E nuovi equilibri mondiali, l' impossibilita' ,anche per i limiti energetici, di una rapida ripresa economica generalizzata e sostenuta, l' incapacita' delle classi dirigenti, politiche ma anche intellettuali,di capire alcuni problemi del mondo attuale, potrebbero allargare i rischi di guerra ad aree piu' vaste.
Subito la Siria, Iran, Israele...

Quindi l' impegno per la pace e per spingere l' opinione pubblica a preoccuparsi dei rischi reali di guerre ancora piu' vaste

e' molto piu' importante

dei problemi di "un nuovo Ulivo"

Torna in cima

Nessun commento:

Posta un commento