venerdì 23 settembre 2011

Daniele Taurino,Movimento Nonviolento Litorale romano,su Marcia Perugia-Assisi e nonviolenza

SETTE DOMANDE A DANIELE TAURINO

[Ringraziamo Daniele Taurino (per contatti: nonviolenzalitoraleromano@gmail.com) per questa intervista.

Daniele Taurino e' nato a Roma il 14 aprile 1992. Attualmente vive a Fiumicino. Si e' diplomato nel 2011 al Liceo classico Anco Marzio di Ostia dove era anche rappresentante d'Istituto con la votazione di 100 e lode con una ricerca dal titolo "Principia philosophia reiectionis. La nonviolenza come destino in una societa' impura". Ora studia alla Facolta' di Filosofia della Sapienza. Fino a dicembre sara' un volontario del servizio civile nazionale con Focus-Cds. Fa parte del Movimento Nonviolento, tra i fondatori e responsabile del Centro territoriale sul Litorale Romano]

- "La nonviolenza e' in cammino": Cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?

- Daniele Taurino: Per rispondere a questa domanda sottoscrivo pienamente la risposta del presidente del Movimento Nonviolento Mao Valpiana: "La marcia del 2011 'per la pace e la fratellanza dei popoli' registrera' una grandissima partecipazione popolare, alla ricerca dello spirito originario della marcia 'di tutti e per tutti'. La marcia e' dei marciatori, che esprimeranno con forza e determinazione la volonta' di 'opposizione integrale alla guerra e alla sua preparazione'. Vogliamo che la nostra sia una libera aggiunta nonviolenta al movimento pacifista, come avrebbe voluto Capitini".

- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?

- Daniele Taurino: L'ideologia del dominio sviluppatasi ai primordi della storia pervade ancora oggi cosi' fortemente la cultura contemporanea che ritroviamo i suoi paradigmi perfino in alcune espressioni di apparente critica radicale. E la situazione in Italia non e' certo diversa, anche se sicuramente complicata e distorta da altre logiche. Ma se si riesce a guardare la nostra situazione nazionale con gli occhi di uno "spettatore imparziale" come ci ha insegnato Adam Smith, si puo' responsabilmente asserire che la nonviolenza non corre il rischio di estinzione perche' e' sopravvissuta nella forma di un fiume carsico. Possiamo ben affermare la ricchezza di tutte quelle componenti sociali che non si riconoscono nella cultura dominante e che si manifestano nei movimenti per la nonviolenza, l'ambientalismo, la decrescita e (laddove esistono) l'antispecismo. Se da qualche parte possiamo aspettarci che giunga una nuova, significativa svolta nella storia, e' a essi che dobbiamo guardare.

- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?

- Daniele Taurino: Il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini e' purtroppo ancora una minoranza nella minoranza ma credo che sia l'affluente principale di quel fiume carsico di cui parlavo prima. Naturalmente dovremmo, ed e' un dovremmo che rivolgo in prima analisi a me stesso, come Movimento riuscire ad allontanarci da forme di autoreferenzialita' consce ed inconsce per poter finalmente comunicare efficacemente con l'esterno. La costruzione collettiva di un'identita' nonviolenta fondata sul potere della coscienza liberata e finalmente capace di ascolto, rappresenta una irriducibile alternativa globale all'organizzazione capitalistica dei bisogni e del lavoro, al dominio tecnologico, alle concentrazione distorta del potere. Occorre compiere un rovesciamento, anzi, una tramutazione di prospettive e pensiero; e su questo fronte il Movimento Nonviolento fa e puo' fare ancora molto.

- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?

- Daniele Taurino: Parlo sempre di quello che sara' il mio impegno personale senza pensare che possa essere cio' su cui bisognerebbe tutti concentrare l'attenzione. Allora, cercheremo (parlo a nome del Centro) di radicare sul territorio la cultura e la pratica della nonviolenza creando delle reti propositive fra tutte le altre realta' "belle" che gia' esistono. Capitini scriveva che "una democrazia se rimane immobile si corrompe e si muta": ne capiamo ora l'accento profetico ma pensiamo che non sia troppo tardi per rimediare. Bisogna attivare tutte quelle azioni che permettano a questa Marcia di non essere una inutile marcia. L'associazionismo dei cittadini e' il motore della partecipazione, il veicolo delle solidarieta' e delle responsabilita' comuni. L'auspicata un po' da tutti democrazia partecipativa vive se c'e' un tessuto democratico civile capace di esprimere un libero associazionismo protagonista del dialogo e del conflitto con il livello istituzionale, che viene cosi' forgiato e innovato da questa spinta. In questo contesto non apparirebbe piu' ingenua speranza la concretizzazione reale delle liberta' e delle capacita' dei cittadini all'interno dello svolgimento vitale delle istituzioni e di qui, spostando il confine un po' piu' avanti - come a noi sovente piace -, all'omnicrazia teorizzata dal filosofo Aldo Capitini il passo non e' poi tanto lungo.

- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?

- Daniele Taurino: "La nonviolenza e' apertura all'esistenza, alla liberta' e allo sviluppo di tutti gli esseri, e per cio' interviene anche nel campo sociale e politico, orientandolo". Questa definizione di Capitini mi piace molto e la condivido volentieri. La nonviolenza non puo' non essere all'opposizione della societa' esistente e in questo senso penso che i giovani possano essere, se ben informati, degli ottimi ricettori. Spiegare la nonviolenza e' quasi impossibile, bisogna viverla, e credo quindi che in questo caso l'esempio valga almeno quanto le parole. Un punto su cui mi soffermo sempre particolarmente parlando con una persona che si accosta per la prima volta alla nonviolenza e' il fatto di smentire la credenza di una nonviolenza di tipo passivo, come arma dei piu' deboli. Essa e' invece quel meccanismo attivo che trasforma il nostro rifiuto, la nostra indignazione in quel connubio irrinunciabile di teoria e prassi che e' la base di persuasione verso se stessi e gli altri che si puo' sempre fare qualcosa, che possiamo mettere il peso della nostra coscienza sulla bilancia della Storia.

Da La nonviolenza in Cammino
Centro di Ricerca per la pace di Viterbo
www.peacelink.it

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