sabato 24 aprile 2010

Dalla Grecia arrivera' il primo test sulle reazioni alla crisi.Rabbia o depressione?Esplosione o implosione?

"Il rischio di implosione sociale è alto: la disoccupazione salirà quest'anno all'11,3%, due punti in più del 2009, quella giovanile sfiora il 30%. Il Pil, dopo il -2% del 2009, scenderà anche nel 2010 per l'Fmi di un altro 2% . E se persino l'Hellenic Postbank - banca a parziale controllo pubblico - compra credit default swap (è successo a fine anno scorso) per assicurarsi contro il rischio di un fallimento greco, i motivi di ottimismo sono proprio pochi.

"Cosa accadrà? Una volta avrei consigliato di chiedere lumi all'oracolo di Delfi, a qualche decina di chilometri da qua". scherza Dimitris Voloudakis, mentre sorseggia un Ouzo consolatorio al bar dell'hotel Grande Bretagne, picchettato qualche ore prima dai manifestanti del Pame. Il terzo millennio però non è più epoca da indovini mitologici. Basta e avanza la Goldman Sach (Cassandra che ha dimostrato di saper fiutare dove tira il vento anche da questi parti): "I soldi di Bruxelles e del fondo non basteranno - ha vaticinato la banca Usa - Magari non sarà subito, ma Atene dovrà ristrutturare il suo debito chiedendo uno sconto ai creditori". Le tragedie in effetti sono capolavori in più atti. Oggi, in Grecia, siamo al primo. Il rischio, se Goldman ha visto giusto, è che in camerino a prepararsi per il seguito ci siano il Portogallo, l'Irlanda, la Spagna, l'Italia e - forse - persino l'euro. La Germania - se (e non è detto) vuole davvero il lieto fine - farà bene a ragionare senza troppi calcoli di convenienza al prossimo capitolo del copione. "

Questa e'la parte finale di un articolo sulla crisi greca di Repubblica.it.Implosione o esplosione, il disagio sociale che , in misura diversa, attanaglia e attanagliera' l' Europa (e il mondo)dovremo indirizzarlo verso obiettivi adeguati e non lasciare che la depressione o la rabbia siano l' unica reazione. La crisi sta crescendo, soprattutto in Europa. Il disagio attuale, che i governanti danno come punto piu' basso della crisi a cui seguira' una risalita, e'destinato invece,inevitabilmente, a crescere. Che obiettivi dare a chi e' in forte difficolta' e deve pensare soprattutto a se stesso e alla sua famiglia? Venti-trenta anni di liberismo e di deriva della sinistra hanno reso quasi nulle le difese e sembra impossibile una azione collettiva per difendere le condizioni di vita della parte piu' debole della societa'.Sembra piu' probabile una lotta tra poveri, un mors tua vita mea tra le persone che si contendono lo stesso spazio.Non si vede all' orizzonte un' azione collettiva, nei singoli paesi e a livello europeo, per ridurre lo spazio di chi e' ricchissimo e aumentare quello di chi ha meno.

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