giovedì 15 novembre 2012
Siria, le notizie della settimana dal 5 al 14 novembre 2012
DOPO UNA SETTIMANA DI INCONTRI IN QATAR NASCE LA “COALIZIONE SIRIANA”
Domenica 11 novembre c’è stato l’ annuncio ufficiale della nascita della Coalizione Siriana, comitato che unisce molti gruppi dell’ opposizione ad Assad. Presidente é Moaz al Khatib, imam di Damasco in esilio dal mese di luglio, vice presidenti: Riad Sief, imprenditore ed ex deputato, e l’ attivista per i diritti umani femminili Suhair al Atassi. La Coalizione Siriana ha chiesto all’Unione Europea e agli USA il riconoscimento ufficiale e finanziamenti per armi ed altro, costituirà un esecutivo in esilio che “governerà“ subito, cosi e’ stato detto, le zone liberate. La Coalizione rifiuta ogni dialogo con Assad, giudica la lotta armata l’ unica strada possibile per cambiare le cose in Siria e il Presidente Moaz al Khatib chiede un intervento diretto degli eserciti occidentali, come in Libia e Irak.
Prima i paesi del Golfo poi tutta la Lega Araba con l’astensione di Algeria ed Iraq hanno riconosciuto la nuova opposizione. Brahimi ha partecipato, non so se in questa occasione ma sicuramente in questi giorni, ad un incontro della Lega Araba e mi sembra un segnale inquietante. Subito é arrivato il riconoscimento della Coalizione siriana da parte di Francia e USA. L’ Italia per il momento non compie questo passo ma ha salutato con soddisfazione la costituzione del nuovo comitato di opposizione ed ospiterà un incontro degli Amici della Siria, il gruppo di paesi che si riunisce periodicamente da molti mesi per discutere del cambio di governo a Damasco.
QUALCHE OPPOSITORE RIMANE FUORI DALL’ACCORDO CON AMBIGUITA’ CHE VENGONO IMPORTATE ANCHE IN ITALIA
Alcuni gruppi dell’ opposizione siriana non hanno aderito alla accordo ma non si conosce il loro seguito reale e comunque tengono un atteggiamento ambiguo per non scontrarsi frontalmente con chi potrebbe guidare un eventuale dopo Assad con l’ appoggio politico dell’ Occidente e della Lega Araba. Dovrebbe essere rimasto fuori il Coordinamento Nazionale, rappresentato da Mennaa, che unisce ambienti diversi, e sono sicuramente fuori i curdi del Pyd, partito vicino al PKK, che nei giorni della tregua a fine ottobre hanno avuto ad Aleppo un duro scontro armato con brigate ribelli. Si sono pronunciati contro l’ accordo il National Coordinating Committe e la Syrian Democratic Platform. In sostanza per il momento non avrebbe aderito chi a fine settembre ha organizzato a Damasco la Conferenza per la salvezza della Siria alla presenza di diplomatici russi, cinesi, algerini e di altri paesi. L' esistenza di questa aerea, abbastanza indefinita, giustifica la non opposizione di alcuni pacifisti italiani alle milizie armate contro Assad. Un aiuto non da poco per la guerra.
ALCUNE REAZIONI ALLA NASCITA DELLA “COALIZIONE SIRIANA”
Per il governo siriano e’ una dichiarazione di guerra contro Damasco, mentre al contrario il nunzio apostolico in Siria Mario Vicari ha affermato che l’ unificazione dell’ opposizione é un evento positivo e “speriamo che porti ad un dialogo con il governo”. Ma tra gli elementi costitutivi della coalizione c’é quello di escludere qualsiasi ipotesi di trattativa con Assad. Tra i dodici punti dell’ accordo trovato a Doha uno dice esplicitamente che i gruppi che hanno costituito la Coalizione siriana e quelli che aderiranno “Si impegnano a non negoziare con il regime”. E’ una dichiarazione di guerra a chi in questo momento e’ il rappresentante dello stato siriano anche alle Nazioni Unite.
UNA BREVE CRONACA DELLA SETTIMANA A DOHA
Nei giorni 5-6-7-Novembre si e’ riunito il Consiglio nazionale Siriano che finora e’ stato l’ unico interlocutore dell’ occidente. E’ stato eletto prima un consiglio direttivo di 40 persone, tutti uomini. Per le proteste delle donne e di altri attivisti e’ stata rimandata l’ elezione dell’esecutivo di 11 membri e poi del Presidente. Dopo due giorni e’ stato eletto presidente il cristiano ed ex comunista Georges Sabra. Erano presenti a Doha i ministri degli esteri turco Davutoglu e quello egiziano Kamel Amr, ministro degli esteri anche nel precedente governo del suo paese. Una persona evidentemente non sgradita a Washington.
Il giorno 8 novembre doveva essere approvato un documento presentato da Riad Sief che sostanzialmente anticipava quelle che sono state poi le conclusioni della Coalizione Siriana e sulla base di quel testo sarebbe dovuta essere formalizzata la nascita di un nuovo comitato unitario dell’ opposizione. Ma i Fratelli Musulmani, che controllano il CNS, hanno bocciato questo percorso appoggiato dagli Stati Uniti e nello stesso giorno é stata riportata la notizia dell’ uscita dei Comitati locali di Coordinamento dal Consiglio Nazionale Siriano per l’ eccessiva influenza nel CNS della componente organizzata sunnita. Da venerdì a domenica é stato poi trovato un accordo tra il Consiglio nazionale e gli altri gruppi dopo momenti di incertezza superati per le pressioni dei paesi occidentali e del Golfo. Domenica é stato infine dato l’ annuncio ufficiale della nascita della Coalizione Nazionale Siriana.
CITTA’ DEL VATICANO
Benedetto XVI aveva chiesto anche domenica 4 novembre, all’ Angelus in San Pietro, una soluzione politica alla guerra siriana ma la missione vaticana in Siria che prevedeva una delegazione di 4 cardinali per portare la solidarietà, materiale ed umana, all’ intero popolo si e’ trasformata in una permanenza di qualche giorno del Cardinale Sarah in Libano con visite ai campi degli sfollati e una denuncia dell’ emergenza umanitaria che paradossalmente piace molto a chi fomenta la guerra.
NUOVO INCONTRO ERDOGAN-AHMADINEJAD E IPOTESI DI TAVOLO NEGOZIALE TRA IRAN-RUSSIA-EGITTO E TURCHIA
Non so se questa strada e’ stata superata dagli eventi successivi , la riporto ugualmente. Giovedì 8 Novembre colloquio tra Erdogan e Ahmadinejad, in Indonesia, a margine del Forum per la democrazia di Bali. Mentre Ankara non abbandona l’ ipotesi di un tavolo negoziale tra Tehran e Mosca, finora alleate di Damasco, ed Egitto, che é dalla parte dei ribelli sunniti.
MERCOLEDI’ 14 LA VARIABILE DELLA CRISI SIRIANA MENO PREVEDIBILE E’ ISRAELE
Il 14 novembre, quando scrivo le ultime righe, la tensione a Gaza é altissima. Ma gia’ questa mattina il Foglio di Giuliano Ferrara, sempre ben informato dalle sue fonti mediorientali, ha scritto di rotta di collisione tra Qatar ed Israele, con il paese di Tel Aviv che riterrebbe molto pericoloso il Qatar perche’ recentemente ha finanziato Hamas e perché in Siria, come in Libia, l’ emirato finanzia i gruppi armati più estremisti. Il Foglio aggiunge poi che in Israele non si riterrebbe scontata la caduta a breve di Assad, l’ informazione proviene da una fonte interna israeliana.
http://www.sibialiria.org/wordpress/?p=1148
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