lunedì 14 gennaio 2013

Mad Max Style di Alfonso Navarra (Parte prima)


Mad Max Style
di Alfonso Navarra

·              Siamo già estinti e non lo sappiamo: è solo questione di tempo.
·              Ci siamo già piazzati sotto il culo le bombe ad orologeria della guerra nucleare e dell’inquinamento radioattivo (il ciclo produttivo atomico ci farà fuori lo stesso anche se un solo missile non dovesse essere mai sparato).
·              Ma abbiamo anche il vecchio sistema energetico fossile (petrolio, gas, carbone) che ci sta sconvolgendo il clima e che ci condurrà verso un ambiente invivibile.
·              Il petrolio tradizionale sta raggiungendo il picco? No problem, lo estraiamo per altri 50 anni attraverso il fracking dagli scisti bituminosi. E ci inquiniamo tutte le falde acquifere: berremo benzina al posto dell’acqua. Si parla di “America Saudita”: nel 2020 gli Stati Uniti diventeranno i primi produttori di petrolio nel mondo (grazie allo “shale oil”) con 11 milioni di barili al giorno di contro ai 9 milioni dell’Arabia.
·              L’Artico si scioglie per via delle troppe emissioni di CO2 ed altri gas serra? Che bello, possiamo estrarre da lì nuovo petrolio (i giacimenti polari sono 1/3 delle riserve) ed aumentare così le emissioni che faranno arrostire il Pianeta.
·              Nel mondo dell’effetto serra a + 7° C di aumento della temperatura media del Pianeta (da 15° a 22° C) l’umanità potrà popolare solo alcune zone vicino ai poli. Gli oceani butteranno fuori enormi zaffate di idrogeno esplosivo. I sopravvissuti saranno presumibilmente organizzati alla selvaggia, Mad Max Style (il film fantascientifico sull’umanità post-atomica). L’élite, come sempre, si sta già preoccupando di come condurre una vita a suo vedere comoda nei bunker sotterranei.
·              Tra le bombe ad orologeria non dimentichiamo nemmeno la Finanza, più che tossica, radioattiva: 600.000 miliardi di dollari di derivati che fanno incombere sulla nostra testa una iper-inflazione mai vista.

La morale della favola? Dobbiamo fare la rivoluzione!

L'intervento completo qui di seguito. E' un po' lungo quindi i frettolosi e gli impazienti sono avvisati...


E’ più facile che prima il mondo salti in aria piuttosto che si rinunci all’atomo.
L’unica soluzione? Una rivoluzione sociale basata sulla forza dell’unità popolare


Una risposta di Alfonso Navarra ad alcuni Scienziati per il disarmo
Fermiamo chi scherza col Fuoco Atomico c/o Campagna Osm-Dpn - via Mario Pichi 1, 20149 Milano
www.osmdpn.it


Non basta una spallata per fare cadere il nucleare nel mondo


·              Da esponenti degli scienziati per il disarmo ci viene rivolto l’invito: “Coordiniamoci a livello internazionale per dare l’ultima spallata al nucleare morente”.
·              La risposta da proporre deve, a nostro parere, mettere in guardia da ogni ottimismo facilone: “E’ più facile, secondo i dati razionali di cui disponiamo, che il mondo salti in aria prima. Gli interessi del sistema di cui il nucleare, nell’intreccio civile e militare, è espressione, sono potentissimi ed al momento dominanti”.
·              Chi crede nei limiti della ragione strumentale può – e deve - invece affidarsi all’ottimismo della volontà ed alle ragioni del cuore: nonostante tutto ciò che l’intelletto ristretto può calcolare e misurare, ce la faremo, supereremo dalla parte giusta il “crinale apocalittico” della Storia

Fukushima ha bloccato il “rinascimento nucleare”

·              Nel 2008 si proclamava, al G20, il “Rinascimento nucleare”.
·              Dopo Fukushima il proclamato rilancio mondiale del nucleare è stato temporaneamente interrotto (e volevamo vedere!), le sconfitte dell’atomo riguardano principalmente Italia e Germania, ma i piani nucleari, pur ridimensionati, vanno avanti in tutto il mondo.
·              Gli USA hanno ripreso a costruire centrali atomiche.
·              I BRICS hanno i piani più massicci, la Cina in modo particolare.
·              In Europa le vecchie potenze, come Gran Bretagna e Francia, non si sognano affatto di rinunciare.
·              Lo stesso Giappone, pur interessato da un nuovo movimento popolare di massa anti-atomo, resta, con il nuovo governo appena eletto, nel circuito atomico.
·              Il fatto non deve meravigliare più di tanto se si considera che il Paese del Sol Levante è la principale “potenza nucleare latente”: in pochissimo tempo potrebbe dispiegare centinaia di testate e dispone della tecnologia missilistica per portarle a bersaglio.

In Europa via libera a 40 nuove centrali atomiche

·              Il programma Energy roadmap 2050, presentato a fine 2011  (15 dicembre 2011) dal commissario Ue per l'Energia Günther Oettinger prevede 40 nuove centrali atomiche entro il 2030.
·              Nel frattempo gli stress-test in materia di sicurezza sulle 143 centrali europee disposti da Bruxelles, hanno dato come responso, questa estate 2012, che solo 17 reattori francesi sono stati trovati con standard insufficienti.
·              Sono previste sovvenzioni alle multinazionali costruttrici degli impianti futuri.
·              L’UE ha anche distratto fondi dall’ambiente per finanziare ITER, progetto di ricerca che coinvolge 39 Paesi, per la fusione nucleare, a Cadarache, in Francia, costo stimato 12,8 miliardi di euro in 10 anni.
·              Sostenere la ricerca per l'energia nucleare, per Bruxelles è quindi una priorità, se non la priorità assoluta.
·              Per far smantellare agli Stati dell'Est i vecchi reattori di fabbricazione sovietica sono inoltre stati stanziati da Bruxelles altri 500 milioni di euro entro il 2020 per Bulgaria, Lituania e Slovacchia.
·             Per i tecnocrati europei, le ansie sulla pericolosità dei reattori sono superabili. E l'energia atomica è una risorsa che, a differenza delle vecchie centrali a carbone, permetterà di produrre grandi quantità di energia, libera dalle inquinanti emissioni di anidride carbonica e a basso costo.

Il nucleare è funzionale alla logica della potenza 

·              The Second Nuclear Age” (Times Book, 2013) è il saggio di Paul Bracken, analista proveniente dalla scuola “realista” di Henry Kissinger, che ci ricorda il ruolo della capacità atomica nel sistema internazionale della potenza.
·              Bracken osserva che, diversamente dagli anni 1950 e 1960, con il ricordo di Hiroshima ancora fresco (e diversamente dalla vicenda euromissili degli anni 1980, aggiungerei) nell’opinione pubblica internazionale si è spenta ogni preoccupazione per tale minaccia.
·           Osserva: “Siete convinti che le armi nucleari non possano essere usate? Allora buona fortuna!

La deterrenza atomica conserva un suo ruolo decisivo

·              La deterrenza nucleare, tanto per cominciare, è ancora considerata – dalla dottrina ufficiale NATO, ad esempio – “la massima garanzia di sicurezza”.
·              Gli Stati Uniti, anche con la presidenza Obama, mantengono il diritto di usare per primi l’arma atomica in un conflitto, continuando così a garantire l’ombrello nucleare americano per gli alleati, in primo luogo NATO.
·              La guerra nucleare preventiva, da incondizionata, nella versione di Bush, viene sottoposta da Obama a valutazioni di tipo giuridico: se forze americane venissero attaccate anche con armi chimiche da un Paese rispettoso del TNP, questi non riceverebbe una risposta atomica.
·              La forza militare ha un ruolo decisivo nei rapporti internazionali (si pensi a come condiziona il “mercato” dell’energia) ed il nucleare è il massimo della forza distruttiva dispiegabile e brandibile da parte di uno Stato.


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