In questo momento Berlusconi e' in evidente difficolta'. Non e' la prima volta che appare prossimo all' uscita di scena come protagonista politico ed e' sempre riuscito a rimanere in sella; puo' contare su tanti alleati, su una potenza mediatica imponente sotto il suo controllo diretto, su fedeli e influenti appoggi tipo Bruno Vespa o il Corriere della Sera che pero' rimarranno sulla scena anche dopo la sua uscita dall' arena politica. Tuttavia le difficolta' attuali appaiono piu' difficili da superare rispetto alle precedenti. Il dovere chiedere sacrifici in nome di una grave crisi economica smentisce tante sue affermazioni del passato e questa volta lo potrebbero capire anche le persone piu' semplici e piu' sensibili alla sua propaganda. La sua arroganza verso chi non lo omaggia (compreso l' alleato Fini) non e' gradita neanche alla Confindustria che vorrebbe spremere gli strati piu' deboli senza indispettire i possibili oppositori con atteggiamenti inutilmente offensivi. Berlusconi sta ,tra le altre cose, infastidendo tutto il mondo dell' informazione mettendogli bavagli vari per difendere i suoi interessi personali mentre l' alleanza con l' informazione serve ora alla Confindustria e ai moderati di ogni tipo per fare ingoiare provvedimenti impopolari.
Anche la Comunita' Europea che impone scelte dure a tutta Europa credo che non sia contenta che in Italia queste misure siano chieste dal nostro che rischia di aumentare l' ostilita' della popolazione anche con l' ostentazione dei suoi lussi e della sua eccessiva ricchezza.
Le reazioni alla manovra in Italia sono appena cominciate ma questa, inserita in un contesto sociale gia' provato, proposte da una persona invisa ad una parte rilevante dell' opinione pubblica, compreso l'elettorato del centrosinistra moderato schieramento che invece in tutta Europa difende le misure impopolari ,rischia di ricevere un rifiuto di massa, quasi una disubbidienza civile. E questo rifiuto rischia di essere condiviso anche dalla Confindustria e altri ambienti moderati che mal digeriscono la sua arroganza.
Siamo quasi all' inizio di giugno e l' Italia vorrebbe pensare alle vacanze e ai mondiali di calcio, le citta' cominceranno tra poco a svuotarsi progressivamente. La stagione favorisce il disinteresse verso la politica e l' impegno, ma potrebbe essere una estate anomala. In fondo e' da un po' che tutti diciamo che non ci sono piu' le stagioni di una volta.
sabato 29 maggio 2010
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