lunedì 11 gennaio 2010

Cronaca quasi in diretta della carica e del presidio antirazzista del 9 gennaio all' Esquilino.

Non so quanti eravamo al presidio all' Esquilino, direi 150 persone. Due striscioni contro i cie, uno striscione di bambini , una bandiera della fiom, una bandiera di sinistra e liberta', una biandera della pace, una bandiera "clandestino" ,una ventina (se non sbaglio) di compagni di socialismo rivoluzionario, il comitato antirazzista di monteverde con il suo striscione. Ad un certo punto alcune decine di partecipanti hanno cercato di dirigersi verso il viminale, sono stati fatti avanzare. E' rimasto in piazza dell' Esquilino il gruppo di Socialismo rivoluzionario, il comitato antirazzista di Monteverde, la bandiera della pace.Dopo qualche minuto chi era andato verso il viminale e' tornato indietro di corsa disperdendosi un po, gli agenti li andavano dietro. Gli agenti si sono fermati davanti allo striscione del comitato antirazzista di Monteverde, alla bandiera della pace, e ai compagni di Socialismo Rivoluzionario che non si sono mai mossi.. Chi era andato verso il Viminale si dirige nelle strade verso Piazza Vittorio e San Lorenzo, in realta' sono almeno un terzo delle persone che erano al presidio. Salutiamo gli amici rimasti in piazza. Vengo all' internet point e trovo gia' i lanci di agenzia che parlano di cariche e tensione. Nessun media parlera' dei venti compagni di Socialismo rivoluzionario, della bandiera della pace, del comitato antirazzista di Monteverde, dei bambini. Siamo stati sempre fermi in piazza dell' Esquilino e la corsa degli agenti con i manganelli minacciosi dietro i dimostranti si e' fermata li' perche' noi eravamo li', fermi, pacifici, con i nostri striscioni ,con le nostre bandiere. Ne parlo io.

saluti marco

I commenti della sinistra sono stati concordi, sia quelli della sinistra istituzionale (SeL e Manifesto) sia quelli della sinistra movimentista: nessuna critica a chi ha scelto la strategia della manifestazione, nessuna parola su chi in piazza ha fatto una scelta diversa. Ma ci sono alternative a questa condotta superficiale.Basta leggere qualche libro di nonviolenza e conoscere le numerose esperienze di conflitto nonviolento.



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